Metodi per la misurazione della temperatura

 

Gentilissima Dottoressa,

Le riscrivo incoraggiata dalle sue risposte così chiare e complete, sperando di poter sciogliere dei dubbi circa la temperatura di mia figlia e gli strumenti più idonei per misurarla.

In primo luogo, a 18 mesi qual è la temperatura corporea corretta? Quando si parla di febbre o febbriciattola da appurare? Cosa pensa dei termometri auricolari da impiegare su bambini sotto i due anni?

Nel corso della malattia di mia figlia (una broncopolmonite curata con antibiotico) mi è capitato più volte di misurare la febbre, scoprendo che la bimba non aveva febbre al retto (36.5 ancora da scalare) e un rialzo all’orecchio (37.3 sx e 37.5 dx, ancora da scalare).

Oggi, che la bambina è perfettamente guarita (già da 15 giorni, con lastra di controllo), la temperatura al mattino, dopo colazione e anche nel corso della giornata continua ad essere bassa al retto e 37.4 alle orecchie.

La piccola sta benissimo, è vivace, gioca, ha un bel colorito e se non avessi questa incertezza non avrei motivi per misurarle la febbre. Ma cosa vuole dire questa differenza? Quale termometro devo reputare veritiero? mi devo preoccupare? quando ho espresso questo dato al medico, ha dato poca importanza facendo riferimento al fatto che mia figlia è un soggetto atopico (lo è in effetti, ma non ho capito il nesso).

Spero in una sua risposta chiarificatrice e la ringrazio.

Il sistema più corretto per misurare la temperatura ad un bambino, specie se piccolo e sotto i due anni, è quello di misurare la temperatura interna o per lo meno quanto più interna possibile. È quindi necessario introdurre il termometro proprio dove questa temperatura interna è più facilmente raggiungibile e misurabile, cioè nell’ano, nella vagina (metodo, ovviamente, non usato nelle bambine ma solo negli adulti), nel cavo orale e anche nel condotto auricolare esterno.

Per misurare correttamente la temperatura interna ad un bambino piccolo, il metodo migliore è quello di introdurre la punta di un termometro tradizionale a mercurio per almeno due centimetri se non anche di più nell’orifizio anale.

Gli errori di misurazione che, a volte, si fanno con questo sistema dipendono quasi sempre o dal fatto che non si ha il coraggio di introdurre il termometro sufficientemente all’interno dell’ano affinché la punta sottile contenente il mercurio sia totalmente oltre l’orifizio anale, cioè proprio all’interno dell’ampolla rettale, ma la si lascia in mezzo all’orifizio stesso che, in condizioni di riposo e non dilatato dalla defecazione è costituito da un muscolo circolare che ha un certo spessore, spesso superiore o quasi alla lunghezza della punta del termometro.

Quindi il termometro va introdotto senza timore ben oltre la scomparsa alla vista della sua punta stretta, diciamo almeno un centimetro, altrimenti la temperatura che misurerà non sarà veritiera e dovrà essere tenuto così fino alla fine della salita della colonnina di mercurio, cioè un tempo che varia spesso da termometro a termometro.

Nei bambini un po’ più grandi, diciamo dai 4-5 anni in su, la temperatura interna può essere misurata anche nel cavo orale, mettendo il termometro sotto la lingua e lasciandolo in sede per alcuni minuti senza che il bambino, ovviamente, apra la bocca per parlare, ridere o altro. In questo caso, il bambino non dovrà avere assunto cibi o bevande né calde né fredde per almeno mezz’ora prima della misurazione.

La misurazione della temperatura nell’orecchio è un metodo più semplice, più facile e sufficientemente affidabile, ma non si dovrebbe esattamente definirla temperatura interna perché il condotto uditivo esterno è sempre a contatto con l’aria esterna più fredda dell’interno del corpo, contrariamente al retto, al cavo orale quando è chiuso e alla vagina.

Quindi, misurazione della temperatura auricolare se il bimbo collabora e se è necessaria soltanto una valutazione di massima della temperatura corporea del bimbo, ma misurazione della temperatura rettale rigorosamente con termometro tradizionale (benché anche quelli digitali in plastica possano andar bene) se si vuole avere una valutazione più precisa magari dell’andamento di una febbriciattola nel corso dei giorni.

La misurazione della temperatura rettale ad un bambino, specie se piccolo, non è scevra da alcuni rischi come la rottura della punta del termometro che le mamme solitamente ingigantiscono un po’: è bene sapere che se il bimbo è tenuto in posizione supina con le cosce flesse sull’addome tenute assieme da una presa decisa di una mano sulle caviglie e se il termometro, una volta introdotto correttamente, non viene tenuto molto rigidamente fermo con l’altra mano ma solo appena tenuto in posizione, la mano pronta a lasciare la presa in caso di movimento troppo brusco del bimbo e se l’altra mano invece continua a fissare le gambe in posizione flessa con presa decisa sulle caviglie, anche se il termometro dovesse sfuggire di mano non si romperebbe perché su di esso non verrebbe esercitata la forza di leva della mano che lo tiene fermo.

Se è vero, poi, che vi è sempre una differenza ben misurabile tra temperatura interna ed esterna, cioè quella misurata all’inguine o sotto l’ascella, è altrettanto vero che questa differenza è molto variabile da bambino a bambino, essendo massima, cioè mediamente di mezzo grado, se il bambino è cicciottello con un importante pannicolo adiposo che impedisce la conduzione e la dispersione del calore dall’interno del corpo all’esterno e minima in un bambino magro con pannicolo adiposo scarso.

Quindi la temperatura di un bambino, se si vuole essere precisi e sapere la verità, dovrebbe essere misurata sempre internamente o, al massimo, all’orecchio e deve essere considerata normale fino a 37°C e alterata in modo insignificante da 37°C a 37,5°C, lievemente alterata tra 37,5°C e 38°C e francamente febbre sopra ai 38°C, mentre la temperatura esterna, essendo, com’è stato detto, molto variabile da bambino a bambino, e anche da ora ad ora della giornata (anche la temperatura interna ha queste fluttuazioni, comunque), andrebbe presa in considerazione solo nei bambini un po’ più grandi e tendenzialmente snelli, misurata all’inguine fino all’età scolare circa e sotto l’ascella in seguito.

Per valutare la presenza e l’andamento di una febbricola, ti consiglio di misurare la temperatura della bimba ad orario fisso, possibilmente una volta al giorno, ma, volendo, anche due, la prima volta la mattina, prima di colazione ma dopo una mezz’oretta dal suo risveglio quando la bimba è uscita dalle coperte e la sera, dopo almeno un’oretta, un’oretta e mezzo dalla cena o anche prima di cena ma lontano dal bagnetto e quando la bimba è tranquilla e non ha giocato o corso nella mezz’ora precedente.

La differenza tra mattina e sera potrà essere fisiologicamente anche di mezzo grado in più la sera, quindi, meglio controllare la temperatura soltanto una volta al giorno, la mattina al risveglio. L’atopia crea uno stato di irritazione ed infiammazione continua nell’organismo e non è difficile, soprattutto in momenti di acutizzazione o riacutizzazione del fenomeno, assistere ad un aumento generale della temperatura corporea, ma soprattutto a livello cutaneo, cute del condotto auricolare esterno inclusa (pensa alla famosa febbre da fieno che non è altro che un rialzo febbrile in soggetti allergici al momento della fioritura di alcune graminacee).

Infine, non bisogna dimenticare che anche alcuni antibiotici, notoriamente la penicillina o antibiotici da essa derivati, possono indurre rialzi febbrili, ma soltanto nel periodo della loro somministrazione, comunque.

Un caro saluto, Daniela

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