Gentile dottoressa,
sono disperata.
Mia figlia ha due anni e 8 mesi, a settembre andrà alla materna e mi è sembrata ormai l’ora di farle fare pipì nel vasino.
Ieri abbiamo iniziato e va malissimo.
So che ci vuole tempo e pazienza ma lei rifiuta proprio il vasino volontariamente e deliberatamente!
Cioè, io ogni mezz’ora la metto seduta sul vasino, stiamo io e lei sedute anche dieci minuti, aspetto, aspetto e poi appena la alzo e mi allontano un secondo allora lei fa la pipì.
Lo fa apposta perché non le piace il vasino. Ho provato anche a metterla sul nostro water col riduttore, magari lo preferiva, ma nulla.
Oggi l’ha rifatto di nuovo appositamente e io non ci ho visto più: mi sono molto arrabbiata e l’ho sgridata tanto e lei si è mortificata e ha pianto. So che non si deve sgridare quando si fanno la pipì sotto e si deve avere pazienza e calma ma proprio non ce l’ho fatta più perché non vedo via di uscita: qui non si tratta di riconoscere lo stimolo, è proprio lei che non la farà mai nel vasino visto che non lo vuole e non ci pensa nemmeno.
Che devo fare? Non posso rimandare la prova perché ormai tra soli quattro mesi andrà alla materna e là non la prendono col pannolino! Mi aiuti.
Grazie
Il giorno che smetterai di "esigere" e "pretendere" anche con le cattive che la bimba si decida a farti il sommo regalo di controllare gli sfinteri come e soprattutto quando lo vuoi tu, allora, forse, i rapporti tra voi miglioreranno e così la fiducia e finirà l’atteggiamento di contrapposizione e di rifiuto.
Spontaneamente, il controllo sfinterico si ha, di solito, attorno al terzo anno di vita e, al limite, anche qualche mese dopo. Tutti i controlli più precoci sono di solito indotti da una educazione che il genitore vuole dare anticipatamente per motivi esclusivamente opportunistici, come l’inserimento alla scuola materna o altro.
Per quale motivo, secondo te, una bambina dovrebbe provare piacere a "regalare" la sua pipì o i suoi preziosissimi escrementi ad una mamma che non la gratifica della dovuta comprensione e che, in fondo, fa solo finta di avere pazienza e di rispettare i ritmi della bimba, ma in realtà freme perché in pochi giorni nulla è ancora successo?
Devi smetterla di essere così assillante pretendendo che la bimba accetti di buon grado il vasino ogni mezz’ora: così facendo diventerete nevrotiche entrambe e la piccola svilupperà un vero rifiuto di comportarsi come vuoi tu.
Accantona questo problema per un mesetto e nel frattempo lascia la bimba libera senza pannolino per alcune ore al giorno a più riprese, possibilmente negli stessi momenti, cioè lascia il pannolino di notte e quando la bimba è fuori casa ma appena arrivata a casa, con la scusa, magari, di cambiarla, di metterle il pigiamino o quant’altro, non le rimetterai più il pannolino.
Così facendo avrà, quindi, almeno due momenti durante la giornata liberi, cioè la mattina dopo essersi svegliata fino al momento di uscire e il pomeriggio dopo essere rientrata dall’eventuale seconda uscita pomeridiana.
In questi due momenti, che possono essere anche tre, o comunque mediamente tre o al massimo quattro volte al giorno, inviterai la bimba a mettersi sul vasino, senza, però, che tu debba assillarla con la tua presenza continua. Lasciala in compagnia di alcuni giornaletti, dei suoi cartoni preferiti o quant’altro e tienila d’occhio senza fartene accorgere. La prima volta che riuscirà a farla più o meno nel posto giusto ti mostrerai molto contenta e le regalerai qualcosa come gratificazione, magari qualcosa già promesso in precedenza.
Quando la bimba mostrerà di essersi abituata ad una o ad entrambe le "sedute" proverai a toglierle il pannolino per tutte le ore diurne, ma questo non prima di un altro mese dall’inizio dei primi tentativi. Nel frattempo sarà arrivata l’estate, cioè luglio e le cose saranno senz’altro migliorate, ma se così non fosse avrai comunque un altro mese intero per aspettarti grandi cose e grandi progressi dalla piccola.
Ma il rapporto tra voi deve assolutamente cambiare, altrimenti sarà meglio che questa nuova acquisizione sia gestita da un’altra persona meno emotivamente coinvolta, più paziente e meno ansiosa, come una nonna, per esempio, o una tata. La scuola materna dovrà comunque accettare qualche "defaillance": se non lo farà e si mostrerà intransigente, la colpa sarà sua e non certo della bimba e neanche tua, se avrai saputo gestire il problema con la dovuta pazienza e le dovute maniere.
I bambini non possono essere trattati come robot e da essi non si deve pretendere che raggiungano le varie tappe di sviluppo comportamentale con gli stessi tempi. Se così è vuol dire che c’è qualcosa di profondamente sbagliato nella società che bisogna impegnarsi a modificare.
Un caro saluto, Daniela