Ogni notte si sveglia alle tre e piange disperata

Buongiorno dottoressa,

mia figlia Elisa, di 15 mesi, da circa un mese (dopo aver avuto una forte gastroenterite della durata di una settimana, che ha scombussolato i suoi ritmi e quelli miei e di mia moglie), si sveglia tutte le notti verso le 03:00-04:00 piangendo, e non riusciamo, come nei mesi precedenti, a calmarla con la sola presenza vicino al suo lettino. Vuole essere presa in braccio altrimenti si dimena e piange talmente tanto da indursi sforzi di vomito!

Una volta presa in braccio, comincia a calmarsi ma ci vogliono 2-3 ore affinché si riaddormenti con noi nel "lettone" (non aveva mai dormito con noi a letto eccetto il primo mese).

La sera la mettiamo regolarmente a letto verso le 21:00 e si addormenta da sola nel suo lettino, durante il giorno dai nonni "recupera" la nottata insonne e nel pomeriggio fa un sonnellino postprandiale dalle 12:30 fino alle 14:30 circa.

Siamo fiduciosi che sia una fase ma siamo anche stanchissimi visto che tutti e due lavoriamo, lei che dice?

Grazie

Stefano


Potrebbe trattarsi di episodi del tutto passeggeri e occasionali (dopo una malattia è facile che avvengano), come potrebbe essere l’inizio di una fase di disturbi del sonno o parasonnìe come incubi o terrori notturni.

Se vi è una storia famigliare di questo tipo di problematica (uno dei genitori ha sofferto, più o meno alla stessa età, di incubi, sonnambulismo o equivalenti, terrori notturni, enuresi notturna anche dopo avere imparato a trattenere le urine di giorno), la bimba potrebbe avere ereditato questo problema (peraltro transitorio), altrimenti potrebbe semplicemente trattarsi di risveglio dopo un congruo periodo di sonno (sei o sette ore non sono pochissime) e spavento per trovarsi al buio e non riuscire ad orientarsi subito.

In quest’ultimo caso, si potrebbe pensare che la bimba, verso le 3 o 4 di mattina, abbia realmente finito di dormire quello che a lei serve, visto che mi sembra di capire che anche di giorno dorma molto, sia di mattina che di pomeriggio.

Data l’ora dei risvegli, però, sono propensa a pensare che abbia degli incubi, visto che si sogna prevalentemente nella seconda metà della notte, cioè verso mattina: se fosse così, cercherei di capire quale tipo di tensione emotiva o di emozione diurna possa procurarglieli, ammesso che ve ne sia una e, genericamente, appena il clima lo permette (giornate di sole) io terrei il più possibile la bimba all’aria aperta e alla luce e eviterei stimoli eccitanti dal pomeriggio in poi, come alcuni cartoni o giochi di eccessivo movimento la sera.

Bisogna dire, però, che è anche l’età dei primi passi e della dentizione: i primi distacchi dalle braccia della mamma, le prime incertezze, le prime cadute possono essere vissute in modo ansiogeno da un bambino, non abituato al vuoto attorno a lui fino a quel momento.

È molto difficile capire cosa passa nella mente di un bambino in un’epoca in cui non è ancora in grado di parlare e, continuando a fare ipotesi e congetture, si potrebbero scrivere pagine e pagine senza arrivare lontano, ma qualsiasi sia il problema della bimba, anche se non individuato con certezza, dopo una o due settimane di concessione di lettone, credo che sia meglio per tutti che la bimba non prenda questa abitudine e che inizi a dormire, magari, proprio nella sua stanza, evitando il buio totale ma facendo in modo che trovi autonomamente la sua consolazione qualora si dovesse svegliare.

In attesa, una transitoria soluzione sarebbe quella di dormire a turno in un’altra stanza accordandosi sulle notti da passare "di guardia" e sui turni di riposo. Infine, una rapida carrellata su eventuali altre ipotesi e motivi di sonno disturbato si può sempre fare: otite catarrale, intolleranze alimentari, ritorno al lavoro della madre da poco tempo, presenza di ossiuri se ha modo di giocare con la terra, apnee notturne di una certa entità, ecc.

Se si riesce ad escludere tutto ciò, non resta che armarsi di santa pazienza e con altrettanta pazienza continuare a tenere duro, anche se quest’ultimo non è un consiglio prettamente medico.

Un cordiale saluto,

Daniela

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