Gentile dott.ssa,
Le ho già scritto e la ringrazio per le utili e esaustive risposte.
Sono la mamma, in attesa di un maschietto (tra 2 mesi), e che ha all’attivo una fantastica bimba di 13 mesi. Nonostante la gioia dell’attesa, ci sono diversi pensieri che spesso turbano le mie notti insonni.
Mio marito è un padre presente, ma giustamente di giorno lavora, per il resto non ho aiuti esterni (se non occasionali). Per molte ragioni ne siamo contenti perché possiamo gestire la nostra vita familiare a nostro modo, ma ora che aspetto il secondo questa "solitudine" mi spaventa un po’.
La prima ha un buon carattere, ha sempre pianto poco, l’abbiamo abituata ad addormentarsi da sola, sa giocare per conto suo e anche se non è una "mangiona" non mi dà grossi problemi neanche in quello (anche se la imbocco ancora io e non sembra interessata a imparare a breve). Eppure è stato comunque un anno faticoso, mi sono dedicata a lei, ho lasciato il lavoro. Faccio la mamma a tempo pieno e ne sono soddisfatta.
Ma come farò con l’arrivo del secondo? Ho paura che destabilizzerà la prima, non vorrei che perdesse le sue buone abitudini e che fosse troppo gelosa.
Come riuscirò a gestire le pappe di una con l’allattamento del secondo, da sola?
Con la prima ero riuscita con molta fatica ad allattare quasi per i primi 3 mesi, come fare con il secondo? Sinceramente ho pensato che questa volta non diventerò matta ed allattare a tutti i costi ed eventualmente passerò prima all’artificiale.
Sul dormire invece come si può fare? Quando potrò metterli a dormire insieme di notte? Si daranno fastidio?
Se ha qualche buon consiglio a livello organizzativo da suggerire per vivere il più serenamente possibile questa nuova situazione le sarei grata.
Sono la mamma, in attesa di un maschietto (tra 2 mesi), e che ha all’attivo una fantastica bimba di 13 mesi. Nonostante la gioia dell’attesa, ci sono diversi pensieri che spesso turbano le mie notti insonni.
Mio marito è un padre presente, ma giustamente di giorno lavora, per il resto non ho aiuti esterni (se non occasionali). Per molte ragioni ne siamo contenti perché possiamo gestire la nostra vita familiare a nostro modo, ma ora che aspetto il secondo questa "solitudine" mi spaventa un po’.
La prima ha un buon carattere, ha sempre pianto poco, l’abbiamo abituata ad addormentarsi da sola, sa giocare per conto suo e anche se non è una "mangiona" non mi dà grossi problemi neanche in quello (anche se la imbocco ancora io e non sembra interessata a imparare a breve). Eppure è stato comunque un anno faticoso, mi sono dedicata a lei, ho lasciato il lavoro. Faccio la mamma a tempo pieno e ne sono soddisfatta.
Ma come farò con l’arrivo del secondo? Ho paura che destabilizzerà la prima, non vorrei che perdesse le sue buone abitudini e che fosse troppo gelosa.
Come riuscirò a gestire le pappe di una con l’allattamento del secondo, da sola?
Con la prima ero riuscita con molta fatica ad allattare quasi per i primi 3 mesi, come fare con il secondo? Sinceramente ho pensato che questa volta non diventerò matta ed allattare a tutti i costi ed eventualmente passerò prima all’artificiale.
Sul dormire invece come si può fare? Quando potrò metterli a dormire insieme di notte? Si daranno fastidio?
Se ha qualche buon consiglio a livello organizzativo da suggerire per vivere il più serenamente possibile questa nuova situazione le sarei grata.
Una mamma bis
Condire dubbi, preplessità e preoccupazioni l’immensa gioia dell’attesa fa parte del corredo di pensieri e stati d’animo di ogni gestante "normopensante" e ragionevole: guai se non fosse così!
Finché non si stringe fra le braccia il nuovo arrivato la mente si rempie di sogni e fantasie anticipatorie tanto quanto le braccia si attivano per adattare gli spazi di casa in funzione del nuovo arrivo e il corpo stesso della bismamma si modifica in funzione dell’inevitabile dover "lasciare andare" la sua creatura.
Le preoccupazioni in merito alla gestione concreta del nuovo arrivato sono più frequenti, ovviamente, nelle secondipare, consapevoli di cosa comporta, in termini pratici, la presenza di una nuova vita in casa e piene di timori, a volte misti anche a sensi di colpa, per l’inevitabile sconvolgimento che questo evento comporterà nella vita del figlio più grande.
Nessuno ti potrà dire che le giornate non ti si complicheranno un po’ e che non sarai assalita da momenti di stanchezza, ma ogni bambino porta con sè una enorme concentrazione di energia, tutta l’energia di cui ha bisogno per affrontare la prima fatica, che è quella di nascere e la seconda, quella di crescere.
E di questa energia anche la mamma si nutre assorbendola dalla vicinanza del piccolo.
Allora quello che ti dico è: dai libero sfogo ai tuoi pensieri sempre e parlane molto con tuo marito e con tutte le persone che ti stanno vicino, poche o molte che siano.
Se sono poche sappi che è molto meglio che siano poche ma valide e empatiche piuttosto che una folla intera, magari superficiale e distratta.
Non fasciarti la testa prima di essertela rotta e vivi al presente: concediti le inevitabili fantasie ora che ancora puoi, ma senza pensare di poter fare programmi comportamentali o educativi.
Ogni bimbo ha un modo tutto suo di stare al mondo, una sua personaltà ben precisa, delle esigenze, magari simili a quelle di tutti i bambini del mondo, ma un modo di esprimerle personalissimo di cui bisogna tener conto e che impedisce di fare progetti o programmi in anticipo.
La prima bimba è ancora molto piccola e, a fronte di grosse necessità di accudimento, ha ancora una struttura psicologica meno capace di realizzare quanto le sta succedendo che le permetterà di vivere la presenza del nuovo arrivo con meno gelosia di quanto pensi e più naturalezza: col tempo saranno più due gemelli che due fratelli.
Le cose da fare saranno molte, nessuno lo nega, ma con molta probabilità gli orari saranno diversi e troverai sicuramente il modo di allattare il secondo mentre la prima dorme o gioca e di coccolare la prima mentre il secondo dorme.
Non ci sono ricette da suggerire: anche se qualche mamma potrà raccontarti la sua esperienza, se analoga alla tua ti potrà confortare, capire che ce l’ha fatta, ma in definitiva alla fine sarai tu a dover trovare le tue strategie.
Sii fiduciosa, lascia spazio all’intuito di mamma, anzi, di bismamma che non fallisce quasi mai, impara a chiedere aiuto ogni volta che ne senti la necessità e impara a coinvolgere sia tuo marito che tutte le persone che ti stanno vicine.
Chiedi aiuto prima di tutto per le cose pratiche che ti peserà fare: spesa, riassetto di casa, bucato, cucinare, bollette da pagare, preparazione della pappa della grande e chi più ne ha più ne metta: impara a chiedere, insomma, e riserva per te i compiti e le occupazioni che più strettamente competono ad una mamma come, ovviamente, allattare, in qualsiasi modo tu allatterai, coccolare, giocare con i bimbi e via discorrendo.
La gestione del secondo non sarà come quella della prima, per forza di cose, ma vedrai che il tuo rapporto con la prima non cambierà e il fatto di avere un fratellino sarà per lei una enorme fonte di esperienza positiva anche se lo capirà col tempo.
Non stravolgere le abitudini che ha cominciato a prendere la prima e continua a farla dormire nella sua stanzetta, a farla mangiare alla stessa ora e via discorrendo. Non insistere sulla loro "socializzazione": tutto arriverà a tempo opportuno e sarà la grande a stabilirne le tappe. Vivi alla giornata e goditi gli attimi uno per uno senza fasciarti la testa prima di rompertela: vedrai che saprai trovare la risposta giusta e la soluzione migliore ad ogni piccolo o grande problema che ti si presenterà.
Pensa all’allattamento al seno come alla cosa più naturale, ideale e semplice per tutti e non pensare che sia per forza più impegnativo di quello artificiale, anzi, se saprai viverlo con lo spirito giusto capirai che non c’è nulla di più facile che attaccare un bimbo al seno e lasciare che ciucci a sazietà mentre, magari, fai anche qualcos’altro o ne approfitti per fermarti un attimo su una comoda poltrona.
Parti con questa idea semplice e fiduciosa e ricorda quanto è scomodo preparare il latte ogni volta, pulire e sterilizzare biberon e tettarelle, portarsi appresso un pesante armamentario di bottiglie scatole e accessori ogni volta che ci si sposta e via discorrendo…
Metti in conto la maggior probabilità di coliche e problemi digestivi con l’allattamento artificiale nonché la maggior facilità di contrarre malattie che hanno i secondogeniti contagiati dai fratelli maggiori, magari in età scolare e capirai da sola che, se avrai latte – e se comincerai correttamente l’allattamento lo avrai – avendo già l’esperienza della prima e quindi meno ansie ed incertezze, vivrai la cosa in modo sicuramente diverso dalla prima volta.
Comunque, questa decisione se allattare o meno spetta a te ed è bene che tu la prenda senza subire troppe pressioni o interferenze esterne.
Il piccolo, inizialmente, dormirà con voi, nella vostra stanza e quando avrai imparato a conoscere le sue abitudini notturne deciderai se spostarlo o meno nella stanza assieme alla grande, magari verso la fine del primo anno. Almeno un annetto con voi può stare, ma anche questo sarai tu a deciderlo.
Per quanto riguarda gli aiuti, concordo con te che meno persone girano fisse in casa meglio è per tutti, ma ora ne hai maggiormente bisogno per quanto detto prima, allora scegli aiuti intelligenti ed efficienti e stabilisci mansioni precise per tutti ma difendi a spada tratta la tua intimità e libertà di gestire la giornata come preferisci: meglio i patti chiari da subito che fastidiose presenza alle quali, magari per stanchezza, si finisce per abituarsi anche senza convinzione e di malumore.
Il modo migliore, a mio avviso, per avere molto aiuto esterno e poche presenza tra i piedi, è quello di dare mansioni precise a tutti: qualcuno responsabile della spesa, qualcuno che faccia uscire la bimba per la passeggiata, qualcun’altro per un’altra mansione e così via. Se riuscirai a farti aiutare molto e a sgravarti di molte mansioni faticose e non strettamente "materne" vedrai che tutto diventerà facile e piacevole e se ti dovessi sentire stanca o demotivata, non esitare a parlarne con tuo marito, a confidarti con un’amica o a chiedere l’aiuto di una persona esperta: ricordati che le persone umanamente valide provano altrattanto piacere a sentirsi utili che ad essere aiutate, quindi non devi pensare di diventare noiosa chiedendo qualcosa.
Fino a prova contraria viviamo in una società, non in un deserto e se ci si sente soli non è per mancanza di persone accanto ma perché abbiamo perso l’abitudine di chiedere con semplicità e pensiamo sempre che ogni volta che chiediamo qualcosa, come minimo disturbiamo o quantomeno dobbiamo avere sempre qualcosa in cambio da dare lì per lì, non una semplice disponibilità generica a ricambiare il favore in futuro qualora ve ne fosse bisogno. Questo comporta spesso l’idea che per avere la certezza di una persona vicina e disponibile bisogna per forza pagarla e stabilire con essa un rapporto fisso di lavoro che diventa impegnativo sotto molti punti di vista: non dovrebbe essere sempre così.
Sappi che l’aver portato avanti una gravidanza a così breve distanza di tempo dalla precedente è un atto di grande fiducia e coraggio che hai dimostrato: questa fiducia e questo coraggio non ti mancheranno neanche in futuro e saprai benissimo come porti per moltiplicarti per due piuttosto che dividerti per due.
Un caro saluto,
Daniela