"…Meglio vivere serenamente le giornate una dopo l’altra senza eccessivi pensieri o trepidazioni, se possibile…" Sono le parole che lei scrive in una sua risposta, ed è proprio quello che vorrei fare ma…
Innanzitutto Buongiorno Dottoressa e grazie per l’attenzione che vorrà riservarmi anche se l’argomento è stato già trattato.
Ho una bambina di 4 anni, molto vivace, quasi iperattiva direi. Durante i mesi estivi, lavandole frequentemente la testa, mi sono accorta di una leggera "pallina" dietro la nuca ma siccome vengo "accusata" di essere troppo apprensiva, non ho sottoposto il caso a nessuno.
Poco prima di partire per il mare (agosto) mi sono accorta che su tutto il corpo, in particolare sul tronco, la bambina presentava dei puntini inizialmente rossi e che poi si infettavano. Nel mese di Giugno aveva contratto la varicella e mi è stato detto che in alcuni casi a distanza di tempo può comparire il cosiddetto fuoco di Sant’Antonio.
Quindi l’ho portata da una pediatra (l’unica che ho trovato nelle ferie) che mi ha consigliato una crema locale Gentalyn Beta e un antibiotico, visto che aveva anche la gola un po’ arrossata. I puntini mi ha detto che sono dovuti alla sudorazione unitamente a quelli di zanzare e insetti vari presente quest’estate. Questo excursus per fare capire l’attuale problema:
Qualche giorno fa, tornando dall’asilo, la bambina mi ha detto di avere un bernoccolo dolente dietro la testa: si tratta della famosa "pallina" che qualche mese prima avevo visto.
Allora ho deciso di farla finalmente vedere al pediatra che solitamente chiamo in visita da quando è nata, il quale riscontra un piccolissimo linfonodo, del tutto normale dice lui, perché nei bambini si tratta di un meccanismo di difesa del sistema immunitario. Due giorni dopo l’ho fatta vedere anche al mio medico curante che mi ha detto le stesse cose. Io però da quando ho sentito la parola linfonodo non dormo più.
Se è vero che la comparsa del linfonodo può essere legata a un’infezione, può essere collegato a quell’episodio di punture d’insetti e rash cutaneo non del tutto scomparso ad oggi?
Non avendole dato l’antibiotico prescritto ho il terrore (anche se pure al mio medico non sembrava il caso): è possibile che la cosa si sia trascinata fino ad oggi?
È possibile che la comparsa di questo linfonodo degeneri in qualcosa di serio? Nessuno dei due medici mi ha consigliato di fare analisi, mi hanno detto che la bambina è sana e di non preoccuparmi (come fanno con la sola palpazione?)
Mi scuso se sono stata troppo prolissa ma ho cercato di darle più elementi possibili per capire il caso.
Grazie
Io capisco la naturale e salutare apprensione di una mamma nei confronti di qualsiasi piccolo problema che possa capitare al suo bimbo o alla sua bimba, ma da quando esercito la professione mi sono sempre chiesta perché mai tutto questo diffuso terrore nei confronti dei linfonodi, talmente radicato nel profondo che nemmeno le continue e unanimi rassicurazioni o tentativi di rassicurazione dei vari medici riescono ad alleggerire!
Non sarà, per caso, una inconscia analogia con l’apprensione con la quale molte donne hanno imparato a controllarsi, per esempio, il seno, con l’autopalpazione? Si va alla ricerca del noduletto con il fiato sospeso e qualsiasi bozzetto suscita panico anche dopo le rassicurazioni dei medici.
Allora, per analogia, ogni bozzetto palpabile sul proprio bambino è immaginato come potenzialmente maligno e non c’è verso di convincere del contrario. Ma anche nei tanto temuti linfomi e leucemie l’ingrossamento dei linfonodi può non essere evidente o non essere il primo sintomo, mentre invece la presenza di linfonodi palpabili, soprattutto in certe sedi (laterocervicali, nucali) è possibile nel 80% se non di più dei bambini in età evolutiva!
Se anche soltanto la metà di questi bambini avesse una malattia neoplastica per il semplice fatto di avere dei linfonodi palpabili vorrebbe dire che un bambino su tre sarebbe destinato ad ammalarsi di queste neoplasie ed è più che ovvio che ciò non è.
Oltre alle classiche malattie esantematiche ben conosciute, molte malattie virali, soprattuto delle prime vie respiratorie, malattie batteriche delle tonsille, malattie cutanee di tipo infiammatorio e allergico come la dermatite atopica (e anche la dermatite seborroica) o infettivo come l’impietigine, o punture di insetti che procurano una reazione piuttosto violenta, malattie protozoarie possono avere come conseguenza un ingrossamento dovuto ad iperattività delle linfoghiandole ed è ovvio che quelle più superficiali come quelle situate ai lati del collo sono le più facilmente evidenziabili.
Una volta ingrossatesi per aumentato lavoro di produzione di difese immunitarie, essendosi non solo ingrossate di volume le cellule del tessuto di cui sono composte ma anche essendo queste ultime aumentate di numero, il volume che occupano all’interno della struttura del linfonodo è maggiore e prima che ritornino al volume e alla quantità di prima dell’infezione o della infiammazione devono passare mesi, perché tale è la durata della loro vita e l’organismo si guarda bene dall’eliminarle prima del tempo vista la loro utilità.
In casi del tutto eccezionali, spesso anche dovuti a una predisposizione genetica, un linfonodo singolo o più linfonodi vicini, una volta ingrossatisi, invece di ridursi lentamente, tendono a ingrossarsi ulteriormente e a confluire tra loro.
A volte si può creare un focolaio infettivo all’interno, vi può essere suppurazione come nell’ascesso o colliquazione o caseificazione, come nell’adenite tubercolare o altri processi che alterano profondamente la struttura del linfonodo stesso; ma quando questo succede, quello che si può palpare non è certo una ghiandolina di consistenza elastica, di superficie liscia e che sguscia via quando il dito o le dita la palpano, cioè quello che succede quando si tratta di un linfonodo palpabile perfettamente normale (diametro medio da qualche millimetro a, massimo, due centimetri) ed è per questo che solitamente, nella stragrande maggioranza dei casi, con la semplice palpazione manuale il medico è perfettamente in grado di valutarne la normalità o meno senza bisogno di ricorrere ad altri accertamenti come l’ecografia o la biopsia.
Io so che non riuscirò mai a tranquillizzare le mamme, anche se continuassi a versare altri fiumi di inchiostro (espressione ormai obsoleta in era di comunicazione via internet), ma non so cos’altro dire in merito se non, forse, preparare un bell’articolo che tratti della diagnosi differenziale, anzi della semeiotica differenziale dei linfonodi. Ma sarà sufficiente? Chissà…
E per rispondere alla tua ultima domanda: non è la comparsa di un linfonodo che può degenerare in qualcosa di serio, a volte è una malattia seria, nel mare magnum delle malattie meno serie, ad esprimersi ANCHE con uno o più linfonodi ingrossati ma le malattie serie si manifestano con tutto un corollario di altri sintomi più o meno evidenti che il medico sa o deve saper riconoscere per metterli, eventualmente, in relazione con il linfonodo e, ripeto per l’ennesima e spero ultima volta, questo linfonodo deve necessariamente avere una certa grandezza, una certa consistenza e certe caratteristiche ben precise per poter fare preoccupare: un linfonodo grossino ma con caratteristiche perfettamente normali NON DEVE far preoccupare.
Un caro saluto,
Daniela
Salce dottoressa io mio bambino ha avuto un rash cutaneo formato da puntini ovunque tranne il viso e i piedi ….nulla febbre solo il primo giorno gola arrossata con bruciore alla lingua,faringe arrossata e puntini rossi all interno della bocca…ora il rash sta passando anchese presenta ancora petecchie al posto dello sfogo ….inoltre ha i linfonodi ingrossati,di cosa si può trattare?grazie