Sindrome da ipereccitabilità neonatale e sindrome ipotonica

Buongiorno dottoressa,
Le chiedo un chiarimento su cosa si intende per sindrome ipereccitabile nel neonato e per ipotono muscolare.
Sono patologie da trattare o passano con la crescita?
Inoltre, ho letto che con il ritorno del ciclo mestruale il latte materno potrebbe diminuire, è vero o son leggende? Cambia qualcosa comunque per l’allattamento?
Grazie,
Federica
Con “sindrome da ipereccitabilità neonatale” si intende un insieme di comportamenti assunti o manifestati da un neonato al momento dell’esame neurologico caratterizzati da eccessiva eccitabilità psicomotoria, facilità al pianto, soprattutto di tipo irritativo, scatenato spesso da stimoli anche di poco conto che da un neonato considerato normale non verrebbero percepiti come fastidiosi, difficoltà di consolazione dopo lo scatenamento del pianto, soprattutto di autoconsolazione e aumentata reattività globale sia spontanea (tremori agli arti, agitazione psicomotoria…), che provocata nel momento in cui l’esaminatore scatena determinati riflessi, siano essi profondi, propiocettivi, esterocettivi, superficiali.
La sindrome da ipereccitabilità neonatale si associa frequentemente alla sindrome ipertonica caratterizzata da un aumento diffuso o distrettuale del tono muscolare del neonato sia spontaneo che in seguito a manipolazioni, estensioni o flessioni passive degli arti e manovre di provocazione di determinati riflessi.
Le due sindromi, ipertonica e ipereccitabile, sia singolarmente che tra loro associate, solitamente fanno seguito ad una sofferenza cerebrale perinatale di grado lieve e tendono a risolversi spontaneamente o con l’aiuto della fisioterapia nel giro di un tempo relativamente breve.
Altre sindromi da ipereccitabilità non legate a sofferenza perinatale sono le ipereccitabilità dei neonati con crisi di astinenza post-parto quando la madre ha fatto uso di droghe (eroina) in gravidanza o di farmaci antidepressivi a dosi importanti e alcune sindromi metaboliche anche transitorie come l’ipoglicemia e l’ipocalcemia.
Il neonato ipotonico ha, invece, una sintomatologia opposta, cioè riduzione evidente, generalizzata o settoriale, del tono muscolare; l’ipotonia si traduce in una postura caratteristica che il neonato assume, caratterizzata da evidente riduzione del tono flessorio degli arti, della capacità di raddrizzamento del capo in posizione seduta e di raddrizzamento del tronco in posizione prona sospesa, da una ridotta resistenza passiva ai cambi di posizione indotti dall’esaminatore e, a volte, da una spiccata riduzione dei riflessi profondi e superficiali.
La sindrome ipotonica può o meno associarsi ad una sindrome apatica, che sarebbe il contrario della sindrome ipereccitabile e, quando è la conseguenza di una sofferenza ipossico-ischemica perinatale, generalmente è sintomo di maggior gravità rispetto alla sindrome precedente.
Le sindromi ipotoniche, però, non sono soltanto la conseguenza di una sofferenza perinatale: più spesso delle precedenti, infatti, possono essere la spia di una malattia sottostante che nulla ha a che fare con la sofferenza cerebrale.
Le sindromi ipotoniche si differenziano in sindromi ipotoniche con ipostenia, cioè, oltre al tono muscolare anche la forza muscolare è ridotta (forza e tono sono due cose distinte) e sono in questo caso molte miopatie congenite, le atrofie muscolari spinali, molte malattie metaboliche, le distrofie muscolari congenite e le miastenie neonatali e senza ipostenia.
Le sindromi ipotoniche senza ipostenia sono le sofferenze cerebrali perinatali, alcune anomalie cromosomiche come la sindrome di Down. alcune sindromi metaboliche, alcune malattie endocrine come l’ipotiroidismo congenito, l’ipercalcemia, la celiachia, alcune patologie connettivali.
Vi è però anche una ipotonia neonatale assolutamente benigna che non riconosce nessuna delle cause precedenti che risolve col tempo più o meno spontaneamente e che non va confusa con la lassità legamentosa che permette a tutte le articolazioni movimenti molto più ampi eseguibili con minor resistenza rispetto alla norma e simula una ipotonia.
Durante i mesi di allattamento vi può essere una periodica, breve, transitoria ipogalattia ogni 20-30 gg, mediamente in corrispondenza del momento in cui sarebbe venuto il ciclo mestruale se la mamma non stesse allattando. Lo stesso può avvenire alla ricomparsa del ciclo.
Il ritorno del ciclo in allattamento solitamente non modifica se non, forse, un po’ il sapore del latte stesso, influenzato, si suppone, dalla maggior concentrazione di sodio e di cloro che si osserva nella donna in fase premestruale e mestruale.
Durante il ciclo, inoltre, nell’organismo materno circola una maggior quantità di istamina che può provocare nel lattante alcuni sintomi gastrointestinali di poco conto e di breve durata (diarrea) e alcune manifestazioni cutanee di tipo vagamente simile all’orticaria nonché irritabilità.
Altre modificazioni sostanziali sia organolettiche che nella composizione del latte non sono ancora state verificate scientificamente.

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