Ipocondria dopo la maternità

Buongiorno,

sono mamma di una bambina di 7 mesi.

La bambina sta bene, cresce, è vivace e felice di essere al mondo. La sto crescendo da sola, senza alcun aiuto, poiché non ho parenti vicini, ma per me è una gioia, lo faccio volentieri, con attenzione, amore e cura. Insomma il bilancio è completamente positivo.

Eppure, da prima dell’estate, ho iniziato a sviluppare una specie di ansia dentro di me che si sfoga in un’ipocondria galoppante rivolta alla bambina, ma soprattutto verso me stessa.

Ovvero la mia paura è quella che possa accadermi qualcosa che non mi consenta più di prendermi cura di lei o che interrompa questo momento bellissimo che vivo. Ho sempre trovato da sola le soluzioni ai miei problemi ed alle ansie che ho avuto nei momenti impegnativi della vita, ma stavolta cerco di razionalizzare le cose eppure questa paura riemerge sempre.

Il tutto è stato peggiorato in queste ultime settimane dal fatto che a mia mamma è stato diagnosticato un tumore e dovrà subire un intervento per rimuoverlo. Ma ribadisco: questo evento ha solo peggiorato una condizione che vivevo già da qualche mese.

Cosa dovrei fare? Su cosa dovrei "lavorare" di me stessa?

Grazie


Gentile Clara,

ogni neo mamma sente dentro di se due forze uguali e contrarie: da una parte il senso di capacità di forza e di potere, conferito dal nuovo ruolo di mamma, e dall’altro il senso di responsabilità e di iperprotettività nei confronti del bambino.

Specialmente se da sole, le mamme sentono fortemente queste due spinte emotive, e spesso temono di non potervi fare fronte. Ogni mamma dovrebbe nei primi tempi, avere un supporto esterno, una specie di "nume tutelare", che riesca a guidare e a dare fiducia nelle proprie capacità.

Quando, per i motivi più disparati, manca questa figura di assistenza e di appoggio, le mamme sentono di dover provvedere a tutto da sole per cui il senso di responsabilità aumenta, e il senso di precarietà pure.

Nel suo caso, lei è stata davvero molto brava, ma forse non è riuscita a prendersi spazi per lei, e la stanchezza e la solitudine hanno accentuato pensieri negativi. La diagnosi di tumore fatta alla sua mamma, incide sul generale senso di precarietà che abbiamo descritto, per cui è possibile che i suoi pensieri brutti aumentino un po’.

Le consiglio di rivolgersi ad uno specialista per valutare l’entità di questi pensieri e per intraprendere eventualmente un percorso terapeutico che li tenga sotto il livello di guardia.

Auguri a lei e alla sua mamma.

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