Strana depressione post partum

 Salve Dottoressa,Io purtroppo non mi so spiegare se quello che sto passando può essere chiamata depressione post partum, perchè al contrario di quello che ho letto e sentito dire, non sento di voler spazi per me, di non sentire affetto per mio figlio, di sentire distacco o disinteresse per lui.
Al, contrario.
Il pensiero che tra poche settimane dovrò lasciarlo per tornare al lavoro mi sconvolge, mi prendono crisi di ansia e paure che all’asilo non lo seguano con tutte le attenzioni necessarie.Mi sento completa solo stando insieme a lui, cullandolo, confortandolo, quando si sveglia piangendo, anche se nel cuore della notte, sono felice di imboccarlo e dedicarmi completamente a lui. Non sento esigenze mie personali, solo cose che posso fare insieme a lui. Se sono stanca, mi basta fare un giro al supermercato a comprare pannolini e pappine per svagarmi e rilassarmi.In più, ho un blocco quando i miei suoceri o chiunque altro, vogliono prenderlo in braccio e stare con lui. Mi sento vuota, afflitta, triste, impotente, vorrei solo riprendermi mio figlio e scappare via con lui.Non riesco a superare questo malessere, questa tristezza e non piangere se sono lontana da mio figlio, anche se solo per le ore di una giornata che trascorre al nido.Non riesco a non voler viverlo nella sua quotidianità, come quando era nella mia pancia e come quando ero a casa con lui in maternità. Non riesco a spezzare questo legame, nemmeno ad allentarlo.Mi sembra di essere l’unica al mondo in grado di poterlo capire e dargli quello di cui ha bisogno. Come posso accettare il fatto che l’asilo è una necessità dato che devo lavorare? Come posso riuscire a staccarmi da lui? Per ora riesco solo a deprimermi e a piangere se non l’ho vicino a me.

Grazie.

 


 Cara Alice,La tua reazione è una tipica reazione materna, che caratterizza i primi mesi di vita di un neonato, ed è motivata dal totale (e fisiologico) bisogno di cura che ogni buon mammifero ripone nell’allevare la prole. Anche noi donne siamo mammiferi, e capita che il nostro istinto si risvegli con questa forza, a dispetto delle moderne abitudini, degli stili di vita, dei confort (!) che ci offre la società.Avere un bambino è un dono bellissimo, e ognuna di noi dovrebbe poterne godere a pieno.Tuttavia, la vita occidentale impone dei ritmi spesso lontani dai nostri desideri, e noi dobbiamo farvi fronte.Sentirsi fusi con il proprio bambino risponde più a una nostra esigenza di mamme, che alle reali esigenze del piccolo (molti bambini sono affidati a tate o al nido, e quasi tutti sono abbastanza sereni), e questo è vero solo nel caso in cui il bimbo sia tranquillo e non manifesti segni di disagio.Inoltre, in questi casi, un distacco graduale può essere d’aiuto, così come una riduzione dell’orario di lavoro (quanto ha il piccolo?), spesso incoraggiato dai permessi per l’allattamento o altri tipi di convenzioni.Tu, senti il tuo ruolo di madre come un totale rinnovamento, una tua rinascita, e certo l’affetto per tuo figlio è assoluto.Dobbiamo però crearci una rete di sostegno, di cui fidarsi, che talvolta possa occuparsi del bambino, permettendoti di svolgere al minimo le altre mansioni che ti competono.Ti assicuro che se la distribuzione dello spazio è graduale, riuscirai ad acquisire una maggiore fiducia in te e nella relazione con il tuo bambino, e sperimenterai che la relazione non viene inficiata dal fatto che talvolta ti assenti.Progetta il tuo lavoro al meglio di come puoi.

Dammi notizie, se ti và.

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