Gentile dottoressa,
Le scrivo per avere un suo consiglio sul comportamento di mia figlia che in aprile compirà 2 anni. Comportamento che mi fa soffrire molto, mi rende insicura nei suoi confronti e del suo affetto e che mina la mia autorevolezza.
Le spiego: io e il papà della bambina siamo separati da quando lei aveva 4 mesi. Da allora lui la vede con regolarità il sabato mattina e la domenica tutto il giorno. A parte un periodo iniziale di forte tensione, i rapporti ora sono civili (anche se noi adulti avvertiamo una certa tensione). Non parlo mai male del padre davanti alla bimba e spero lui faccia altrettanto, anche perché lei è molto precoce e da molti mesi già capisce tutto e sembra essere molto intelligente. Non le sfugge nulla insomma. Oltre al padre la bimba un pomeriggio a settimana lo passa con il nonno e la sua compagna che la amano molto e la accudiscono. Il nonno svolge il ruolo di gioco e la sua compagna se ne prende cura come una mamma (pappa, pulizia, vestizione etc…). Io sto con la mia bimba dal lunedì al venerdì quasi tutti i pomeriggi (la mattina va al nido molto volentieri fino alle 15.30), tempo in cui facciamo sempre qualche attività (parco, piscina, giochi con altri bimbi).
Quando vado a prenderla all’asilo o dal nonno è felice di vedermi. Il nostro rapporto è esclusivo, mi dedico completamente a lei, non sono una persona molto affettuosa, ma con lei è uscita quella parte del mio carattere coccolona e anche lei lo è nei miei confronti. Il problema si presenta la domenica sera: quando vado a prenderla dal papà la bambina non mi vuole vedere, mi manda via, mi dice brutta e mi picchia. Il suo atteggiamento inoltre è freddo fino a tutto lunedì, non mi coinvolge nei giochi, mi dice di andare via. Anche la messa a nanna è "fredda" la domenica sera (dorme nel lettone con me e normalmente la addormento stando un po’ lì, mi dà dei bacini, mi si accoccola vicina), non mi vuole vicina, mi dice di andare via. Io reagisco sicuramente in maniera sbagliata durante questo tempo: mi metto al suo livello le faccio notare che sono triste, la cerco lo stesso e il mio ruolo di madre ed educatrice viene messo in discussione perché magari evito di sgridarla per qualcosa o acconsento troppo pur di "comprare" il suo affetto. Di fondo provo un po” di rancore verso questo padre che è solo un parco giochi, che non le fa nemmeno lavare le manine, nemmeno la veste per farmela portare via (poi arrivo io e inizia la tortura della vestizione, poi lavaggio culetto, pigiama, lavaggio naso, orecchie etc) e che quando ce l’ha non deve far altro che giocare (perché a cucinare, lavare, stirare, pulire, cambiare pannolini si occupa sua madre).
Il padre volendo potrebbe vedere la bambina anche più spesso ma non se ne interessa e gli va bene così e io ovviamente non insisto. Riflettendo penso che la bimba mi dia per scontata come è giusto che sia e poi io sono la figura che educa, quella che sgrida, che ogni tanto urla (i terrible two sono iniziati da parecchio tempo) e che a volte perde la pazienza.
Quello che le chiedo è come correggere il tiro con lei, vorrei essere un punto di riferimento per andare con cuore sereno con gli altri, ma poi tornare da me con affetto e amore, vorrei che vedendomi dopo un giorno intero mi accogliesse in modo diverso invece la domenica sera sono il nemico. Mi creda ci soffro molto. Forse dovrei semplicemente farmene una ragione e diventare più sicura di me stessa ma temo che un giorno anche se ancora lontano se non avrò fatto le cose per bene questa bimba mi manderà a quel paese per andare da suo padre.
La ringrazio per i consigli che vorrà darmi.
ps: questo comportamento non è frutto di mie sensazioni ma è stato notato anche da altre persone.
Consuelo
Gentile Consuelo,
comprendo la sua sofferenza di mamma, e penso che quel rancore che ha nei confronti del suo ex marito in qualche modo passi ed arrivi alla sua piccola, che vive ed assorbe un clima non sempre sereno. Il punto è: perché si sente messa in discussione come mamma?
Anche nelle coppie conviventi c’è il genitore più giocherellone, e l’altro più orientato alle regole, lei non è in gara per conquistare l’affetto di sua figlia! Le vuole bene perché è la sua mamma!
Provi a condividere con sua figlia le sue sensazioni; i bambini anche se piccoli capiscono molto di più di quello che noi adulti crediamo e provi a viversi con piacere i momenti con sua figlia e non solo per riconquistare il suo affetto. Se c’è un dialogo con il suo ex marito può provare a parlare con lui per capire se la bambina sta attraversando un momento difficile o se semplicemente alla piccola manca il padre. Le consiglio un sostegno per affrontare con più forza e con maggiori strumenti il lavoro più difficile al mondo: la genitorialità.
Un saluto
dr.ssa A.D’Agostino