Assegno unico 2024, cosa cambia: novità e aumenti per figli a carico

A partire dal 1° gennaio, le famiglie italiane con figli a carico beneficeranno di un significativo incremento dell’assegno unico 2024, una misura introdotta per sostenere i nuclei familiari nel contesto di un aumento generale del costo della vita.

Questo adeguamento è il risultato sia di modifiche legislative sia dell’incremento del costo della vita legato al tasso di inflazione del 2023, fissato dal Governo al 5,4%.

Assegno unico 2024, cosa cambia: novità e aumenti per figli a carico

Dettagli degli Aumenti

L’incremento dell’assegno riguarderà 5,6 milioni di famiglie italiane. Queste vedranno un aumento del 5,4% nell’assegno per i figli a carico, un balzo significativo rispetto all’aumento dell’8,15% registrato nel 2023.

Novità per Famiglie numerose con Figli Piccoli

Una novità importante è l’aumento ulteriore del 50% dell’assegno unico per i figli fino ad un anno di età e per le famiglie con 3 o più figli fino a 3 anni di età, a condizione che il reddito familiare non superi il limite ISEE di 40.000 euro. Con questi adeguamenti, l’importo per ogni figlio potrebbe raggiungere i 262,50 euro, mentre l’importo minimo di un assegno salirebbe a circa 57,2 euro.

Simulazioni e Rivalutazioni

È possibile simulare le rivalutazioni dell’assegno unico considerando sia le soglie ISEE sia gli importi per i figli. La quota base, che già oggi beneficia del 47% dei figli, scatterà sotto la soglia ISEE di 17.090,61 euro (un aumento rispetto agli attuali 16.215 euro), ampliando così il numero di famiglie beneficiarie.

Per queste famiglie, il contributo massimo aumenterà di circa 10 euro, passando da 189,2 a 199,4 euro per figlio. Invece, la quota minima scatterà oltre i 45.575 euro di ISEE, un aumento significativo rispetto al limite iniziale di 40.000 euro stabilito dal Decreto Legislativo 230/2021. In questo caso, il contributo per figlio arriverà a sfiorare i 57,2 euro.

Aumenti nelle Maggiorazioni

L’adeguamento interesserà anche le maggiorazioni. Ad esempio, quella per il secondo percettore (riconosciuta quando entrambi i genitori hanno un reddito da lavoro) per i beneficiari della quota massima salirà a 34,15 euro per ciascun figlio.

Contestazione dell’Unione Europea e Azioni Future

Attualmente, l’Unione Europea ha sollevato obiezioni nei confronti dell’Italia per la normativa che richiede un minimo di due anni di residenza per l’accesso all’assegno, ritenendo questa disposizione in contrasto con le norme europee e la libera circolazione dei cittadini e dei lavoratori.

Di conseguenza, l’Italia dovrà, entro due mesi, o eliminare tale norma o presentare giustificazioni a supporto di queste restrizioni.

Queste modifiche rappresentano un passo importante nel sostegno alle famiglie italiane, in un periodo caratterizzato da sfide economiche crescenti. Tuttavia, rimane da vedere come l’Italia risponderà alle contestazioni dell’UE e come queste decisioni influenzeranno l’applicazione dell’assegno unico in futuro.

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