La mia prima notte da ostetrica

ostetrica.gifLa mia prima notte di tirocinio in sala parto è cominciata subito in quarta.
Dovete sapere che noi, da allieve, in sala parto ci stiamo almeno sei-sette mesi, ma fino a quest’anno, purtroppo, non era possibile per noi fare tirocinio se non nel nostro grande ospedale di III livello, tutta patologia, nel senso che anche la fisiologia lì viene trattata come patologia, niente rispetto per mamma, bambino, coppia, famiglia o quant’altro…
Ieri mi sono trovata in un posto completamente nuovo. In questo piccolo ospedale vengono fatti tantissimi parti pur essendo piccolino, infatti ieri sera, dalle 22 a mezzanotte, abbiamo ricoverato qualcosa come cinque mamme, tutte a termine di gravidanza, alcune con contrazioni, altre con il sacco rotto.
Già è cominciata in maniera diversa da come avevo immaginato, la dottoressa di turno, che veniva a ricoverare le pazienti non fisiologiche, mi ha subito trattata con rispetto, come se fossi un’ostetrica, non come se fossi un’allieva che non sa neanche cosa voglia dire "rottura del sacco"; lì funziona così, ed è stata una piacevole scoperta. Vi posso assicurare che non sentirsi chiamare "ALLIEVAAAA" dal fondo del corridoio, ma "signorina", e rispondere alle domande che la dottoressa mi poneva sulla nuova mamma da ricoverare, già questo ti fa capire che forse da qualche parte le cose vanno meglio…

Allora, nel giro di poco tempo, tre mamme hanno cominciato ad avere le contrazioni forti e ravvicinate. Ogni mamma in un travaglio da sola, con il marito o chi voleva fosse presente con lei; la mamma poteva stare nella posizione da lei voluta, in piedi, sotto la doccia, sulla palla, a letto, in poltrona, accovacciata, sostenuta dal marito… come preferiva.
Il tracciato attaccato a intermittenza, con controllo ogni mezz’ora circa del battito nella prima fase del travaglio e poi ogni 15 minuti…
A voi sembreranno cose normali, per me, finora, erano solo racconti di mamme, di ostetriche di altri posti, di libri, ma mai cose vissute.
In questo piccolo centro non esiste l’epidurale, e le mamme che ci vengono a partorire lo sanno, ma nessuna l’ha chiesta, e la sapete una cosa??? Sarà un caso, ma ieri notte neanche una mamma ha avuto un blocco della parte presentata, o un abbassamento di pressione, o un momento di sconforto, come invece ho visto capitare molte volte nel nostro grande ospedale di III livello.
Poiché tre mamme in contemporanea avevano contrazioni e le ostetriche di turno sono due, a me è toccato un travaglio, che mi sono seguita da sola. Era la prima volta che ero lì, nell’altro ospedale mi è capitato di seguire da sola i travagli solo dopo un mese intero che ero con un determinato turno di ostetriche…

Mi è capitata una mamma giovanissima, al primo parto, forse per questo me l’hanno lasciata, perché aveva circa la mia età… Questa ragazza si è affidata completamente a me perché il marito, pur essendo lì con noi, si impressionava a veder soffrire così la sua compagna… Questa mamma aveva bisogno di vicinanza, di affetto, di comprensione, di sostegno, di trovare la forza che ogni donna porta dentro di sè per partorire, ma che va cercata, scavata e buttata fuori per far sì che questo sia possibile…
E così è stato. Lei stava bene in piedi e così durante la contrazione si teneva a me con forza, fra una contrazione e l’altra si abbandonava a me, mi stringeva, cercava contatto, una mano che le facesse un massaggio sulla schiena dolente, una carezza, un sussurro per dire che ce la poteva fare, che era bravissima, che il suo Riccardo stava bene, che aveva bisogno di lei per venire al mondo…
Una sensazione bellissima, di unione, di empatia vera, di dolcezza, di affetto… E così la notte è andata avanti fino alle 3 quando comincio a sentire urla nel corridoio. La ragazza che stavo seguendo era più tranquilla, il marito – rassicurato sul fatto che il travaglio progrediva bene – era finalmente riuscito a trovare il modo di stare con lei, e li ho lasciati soli per qualche minuto. Ma una signora che avevamo ricoverato poco prima stava per partorie.

La sala parto: non fredda e insensibile ma tranquillissima, silenziosa, in penombra. A questo punto si chiama la dottoressa, che fino a quel momento non si era mai vista. Ma la dottoressa arriva quando ormai la bambina è già nata, appoggiata sulla pancia della sua mamma, ancora attaccata al cordone, il papà è con loro a godere di quel momento di unione e amore. Il cordone viene tagliato quando smette di pulsare, la bambina presa solo per 5 minuti dal babbo che la consegna alle mani della dottoressa che la pesa e la misura e poi di nuovo in braccio alla mamma, niente bagnetto, niente pianti, niente sondini, niente di niente, mamma e bambina, insieme, a conoscersi, annusarsi, vedersi, coccolarsi per la prima volta dopo nove mesi di attesa…

Pochi minuti, un altro parto, questa volta ci sono anche io, faccio il secondamento e tutto si ripete, è nato Federico questa volta…
Potrei raccontarvi tutto quanto, ma le parole non sarebbero sufficienti, sono tornata a casa questa mattina con la gioia nel cuore, con l’amore per la professione che ho scelto, con un sorriso ebete sulle labbra, con il desiderio di poterlo fare davvero un giorno, non troppo lontano…

Forse non ho reso tutto, forse non ne sono stata capace, sappiate solo che è stata la più bella notte della mia vita, che non la scorderò mai, che non dimenticherò mai più il volto delle ragazze che ho seguito, dei loro cuccioli quando hanno fatto il loro primo ingresso nel mondo, fra le mie braccia che tremavano di paura e di stanchezza, ma soprattutto di affetto perché grazie a loro e alle loro mamme per me è stato possibile vivere quel momento magico che è la nascita.

Thread pubblicato sul forum di noimamme.it  il 6 giugno 2008

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.