Soffiare il nasino: istruzioni per l’uso

Se c’è una cosa che noi mamme non vogliamo sentirci dire, è come crescere i nostri figli.

Ascoltiamo sempre con tanta educazione e pazienza, ma poi facciamo come ci pare. Oppure no?

Ultimamente ho iniziato a frequentare diversi gruppi chiusi di mamme che si ritrovano su Facebook per parlare e scambiarsi opinioni sui temi più vari.

Ci sono i gruppi creativi, i gruppi dedicati alla sola gravidanza, quelli che parlano di allattamento, di giochi montessoriani, i prescolari, quelli dove è possibile leggere le recensioni di tutti i giocattoli in commercio, quelli dedicati ai libri per bambini e molto altro ancora.

Qualsiasi sia la vostra filosofia d’educazione o la vostra condizione speciale, attraverso Facebook potrete entrare in contatto con migliaia di altre mamme che condividono la stessa situazione e che sono pronte a dare, questa volta, consigli su richiesta. Bello, no?

Bellissimo direi! Ma ho l’impressione che a volte le cose ci sfuggano un po’ di mano.

mamma soffia naso bambina

Recentemente in uno dei gruppi di cui vi parlavo, quello dedicato ai libri per bambini, ho letto delle mamme chiedere ad altre consigli su libri che insegnino ai loro figli a fare delle cose. Gestire la rabbia, lasciar perdere il ciuccio e non fare discriminazioni, direte voi? No. Libri su:

  • come soffiarsi il naso
  • come stare seduti sul water
  • come gattonare
  • come essere gentili
  • come bere dal bicchiere
  • come mettere in ordine la stanza
  • come mangiare più lentamente

Forse suonerà strano solo a me, ma queste sopra non sono cose delle quali possiamo occuparci anche da sole, dando il buon esempio o mostrando come si fa? E invece no perché, vedendo le risposte ai commenti, poi capisci che i libri per imparare a soffiarsi il naso esistono davvero, e se esistono, è perché il problema se lo pongono in tante e qualcuno ha deciso di investire e di scriverci un libro.

E a me continua a suonar strano perché, ma ve lo ricordate chi siamo noi mamme?

Noi siamo quelle che hanno affrontato tutte le sofferenze della gravidanza e del parto, noi siamo quelle che per mesi non hanno dormito, che non ne potevamo più ma andavano avanti lo stesso.

Siamo quelle che hanno raccolto quantità indefinite di moccio, cacca e vomito.

Siamo quelle con i vestiti macchiati di rigurgito e i capelli sempre scompigliati.

Siamo quelle che hanno fatto salti mortali per conciliare vita sociale, vita di coppia e lavoro.

Siamo quelle che si sono messe in disparte per dirottare energie e attenzioni verso quegli esseri meravigliosi che sono i nostri figli.

Grazie ai poteri speciali acquisiti durante la gravidanza e all’istinto animale, abbiamo affrontato tutto questo da sole e poi? Poi, a un certo punto, ce ne veniamo fuori con frasi tipo “come insegno a mio figlio a soffiarsi il naso?”. Ma dai! Beh, ora ve lo dico io come sono andate le cose.

È successo che genitori si diventa e che questo, fra tutti, è il lavoro che nessuna di noi vorrebbe fare male. Per questo a partire dal giorno stesso del concepimento iniziamo a studiare.

Raccogliamo più informazioni possibili su come crescere i bambini, seguendo trasmissioni in TV, leggendo libri, magazine online o chiedendo consigli alle persone care. E cosa scopriamo alla fine? Che non torna mai nulla.

Che ci fosse mai una volta dove, fra psicologi, pediatri e nonne, tutti sono d’accordo su un qualcosa. In base al punto di vista dal quale guardiamo la questione, troveremo sempre almeno 5 pareri differenti.

Provate a chiedere “ma se mio figlio piange, lo devo prendere in braccio o lasciare nella culla?” e capirete di cosa sto parlando.

Ma da quando poniamo queste domande anche online, la situazione si è aggravata perché non riceviamo più 5 risposte differenti, ma 50; e ognuna di queste ha una solida e lucida motivazione alle spalle.

Tutte le risposte che ascoltiamo o leggiamo sono giuste, perché forse nessuna lo è. Perché siamo tutti esseri umani, ma ognuno di noi fa storia a sé, sia da adulto, che da bambino. Non è possibile crescere i bambini basandosi solo sull’esperienza delle altre mamme, perché tutti i bambini sono diversi.

Questo mi porta a fare due ultime considerazioni.

Primo, smettete di giudicare. Smettete di credere che le altre mamme stiano sbagliando quando agiscono come non avreste fatto voi: nella maggior parte dei casi stanno già facendo il meglio per sé stesse e per i loro figli.

Secondo, smettete di voler essere perfette: questo vi rende insicure.

Smettete di sbirciare nella vita delle altre mamme e di chiedere agli esperti nuove soluzioni per crescere bambini più smart e più moderni, perché una risposta secca non la troverete mai e continuerete a rimbalzare da una parte all’altra fino a quando, in preda alla confusione più estrema, non demanderete a un libro il compito di insegnare a vostro figlio a soffiarsi il naso, a un titolo di giornale le scelte educative, alle maestre l’insegnamento delle buone maniere e ad Amazon la scelta dei giocattoli. Della serie “passo la palla perché io non so più a chi credere”.

Sapete cosa vedo all’orizzonte? Mamme talmente insicure, da non riuscire più a contrastare i capricci dei loro bambini; gli stessi che, una volta adolescenti, avranno guadagnato così tanto terreno da potersi permettere quello che vogliono nella più totale indifferenza di tutti.

Ma una soluzione esiste! Mamme, tornate a porvi in prima linea, nello stesso modo istintivo e animale con il quale siete partite.

Non lasciatevi confondere da quest’epoca dove le informazioni sono tante, costanti e discordanti, perché solo voi potete sapere come insegnargli a soffiare il maledetto nasino.

Affiancate i vostri figli, siate empatiche e vicine. Non lasciatevi distrarre dai luoghi comuni, fatevi opinioni vostre e portatele avanti con sicurezza, di fronte agli occhi degli altri e a quelli dei vostri bambini.

Chi sono io per dirlo? Sono una mamma che in passato ha fatto tutti gli errori raccontati sopra. Una mamma che si è sentita incerta e insicura. Una mamma che si è sentita sbagliata e giudicata per le proprie scelte. Una mamma che, però, ora non demanda più le decisioni agli altri e va dritta per la propria strada.

Un paio di mesi fa ho dato vita a un progetto online chiamato ZENDA, dedicato al mondo dell’infanzia e alle mamme che non sanno più a chi credere quando si parla di videogiochi.

All’interno di ZENDA racconto, a chi ha voglia di ascoltare, come abbiamo inserito con successo i videogiochi nella vita dei nostri figli, nonostante la pesante disinformazione che ancora domina sull’argomento.

Venite a trovarmi sul blog www.thelegendof.it o sulla pagina Facebook ZENDA, vi racconterò pro e contro dei videogiochi in modo chiaro e trasparente.

Ma poi, come sempre, la scelta finale starà a voi!

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