Terapia intensiva neonatale: un’eccellenza salvavita non sempre a portata di mano

La nascita di un bambino è un evento meraviglioso, ma non sempre tutto fila liscio. In alcuni casi, i neonati possono aver bisogno di cure specialistiche in terapia intensiva neonatale (TIN), un reparto altamente specializzato che si occupa dei bambini nati prematuri, sottopeso o con problemi di salute.

Terapia intensiva neonatale

In Italia nascono ogni anno circa 30.000 neonati prematuri che necessitano di cure intensive. Secondo i dati di Micuro.it, la piattaforma leader nella valutazione delle strutture sanitarie, la TIN è in assoluto la ricerca più frequente tra le future mamme, con oltre 10.000 pagine visitate nell’ultimo anno.

Questo dato dimostra la crescente consapevolezza dell’importanza di questo reparto e la volontà di mamme e papà di assicurarsi che sia presente nell’ospedale scelto per il parto. Purtroppo però, come sottolinea la dottoressa Elena Azzolini di Micuro, “nel nostro Paese ci sono alcune criticità riguardo la copertura capillare di strutture dotate di questa specializzazione, anche per una questione di priorità di investimenti, personale specializzato e infrastrutture all’avanguardia.”

Non tutti i punti nascita, infatti, dispongono di una TIN e spesso i neonati critici devono essere trasferiti in ospedali di altre città o regioni, con tutte le difficoltà logistiche e psicologiche che questo comporta per le famiglie.

Ma cosa si fa esattamente in una terapia intensiva neonatale? Si tratta di un reparto altamente specializzato, dotato di incubatrici, ventilatori polmonari, monitor e altre apparecchiature salvavita. Qui lavorano neonatologi, infermieri pediatrici, fisioterapisti e altri professionisti con formazione specifica, pronti ad assistere 24 ore su 24 i neonati con problemi respiratori, cardiaci, infettivi, neurologici o chirurgici.

Tra le principali patologie trattate in TIN ci sono:

  • La prematurità e le sue complicanze (distress respiratorio, displasia broncopolmonare, pervietà del dotto di Botallo, retinopatia, emorragia cerebrale, enterocolite necrotizzante)
  • Le infezioni neonatali (sepsi, meningite)
  • Le malformazioni congenite (cardiopatie, ernie diaframmatiche, atresia esofagea, gastroschisi, spina bifida)
  • L’asfissia perinatale e l’encefalopatia ipossico-ischemica
  • L’ittero neonatale grave
  • L’ipoglicemia o altre turbe metaboliche

Naturalmente la speranza di tutti i genitori è di non doverci mai mettere piede, ma sapere che esiste e che funziona bene è fondamentale per vivere con più serenità la gravidanza e il parto.

Qual è la situazione delle TIN in Italia? Complessivamente sono circa 120, con notevoli differenze tra Nord e Sud sia in termini di posti letto che di casistica trattata. Secondo i dati del Ministero della Salute, il 62% dei neonati sotto 1500 grammi nasce in centri senza TIN.

Ecco alcuni degli ospedali italiani con le TIN di più alto livello (III livello):

  1. Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino (Città della Salute e della Scienza): una TIN di riferimento per il Piemonte che assiste centinaia di neonati critici ogni anno, anche provenienti da altre regioni.
  2. Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma: una TIN di grandi dimensioni con équipe multidisciplinari e tecnologie all’avanguardia.
  3. Ospedale Niguarda di Milano: una delle principali TIN del Nord Italia.
  4. Azienda Ospedaliera di Padova: una TIN all’avanguardia, tra le prime in Italia ad applicare la marsupioterapia per favorire il contatto pelle a pelle tra neonato e genitori.
  5. Ospedale Evangelico Betania di Napoli: una TIN di riferimento per la Campania che assicura assistenza di terzo livello ai nati prematuri e ad alto rischio.

In conclusione, la TIN è un reparto salvavita che ha migliorato nettamente l’aspettativa e la qualità di vita dei neonati critici. Informarsi sulla sua presenza e qualità nella struttura scelta per il parto è una priorità per molte coppie. Purtroppo però, l’accessibilità non è uniforme su tutto il territorio nazionale. Migliorare questa situazione dovrebbe essere un imperativo per il nostro sistema sanitario, per garantire a ogni neonato le migliori chance di sopravvivenza e salute, indipendentemente da dove viene al mondo.