Le mamme no-pfas sono un gruppo spontaneo di madri e padri che, con determinazione e tenacia, difendono il diritto all’acqua pulita e il diritto alla salute delle loro famiglie.
Il movimento di protesta nasce in Veneto, a seguito della terribile scoperta legata all’inquinamento dell’acqua dovuta ai pfas (i pfas sono sostanze perfluoroalchiliche che servono per impermeabilizzare moltissimi oggetti di uso comune).
Report più volte aveva realizzato inchieste in merito alle acque inquinate da pfas, e in seguito allo studio dell’Istituto per l’Ambiente di Ispra (2007) sulla concentrazione di inquinanti nella regione del Lago Maggiore e i risultati dell’indagine commissionata dal CNR, il Consiglio dei Ministri ha infine dichiarato lo stato di emergenza per inquinamento da PFAS in Veneto e nominato un commissario.
Che danni provoca il pfas nel sangue?
Gli effetti tossici più frequentemente osservati sono: Restrizione della crescita fetale (o basso peso alla nascita) che è stato costantemente dimostrato sia negli animali e negli esseri umani; alcuni tumori (cancro del rene, della prostata, del seno, della vescica, linfomi e leucemie); diabete; aumento del colesterolo e le sue conseguenze (ictus, attacco cardiaco), ipertensione arteriosa, aumento dell’acido urico, colite ulcerosa, malattie della tiroide; riduzione degli spermatozoi nella sterilità maschile, maschile e femminile.
Per altre malattie come il morbo di Alzheimer, il morbo di Parkinson i dati sono molto scarsi, ma nello studio dell’ISDE di Vicenza si è osservato un aumento anche di tali malattie. Un fatto molto interessante (e preoccupante se confermato) è il significativo aumento dell’incidenza del cancro al seno nei maschi, a conferma dell’attività di alterazione del sistema endocrino del Pfas. Il cancro al seno maschio è molto raro, ma i tre casi osservati nei comuni con un’elevata contaminazione da pfas contro nessuno dei comuni incontaminati ci portano a riflettere sulle possibili conseguenze disastrose derivanti dalla continua esposizione a pfas.
Dal 24 agosto, le mamme no-pfas hanno iniziato un sit-in di fronte al Tribunale di Vicenza.
“Sto lottando per la salute dei miei due figli – dice la mamma sotto il gazebo allestito vicino a tre piccole tende per trascorrere la notte sul piazzale davanti al tribunale di Vicenza Borgo Berga – e non m’importa se dovrò occupare gli uffici e la casa di Zaia per impedire che la Miteni di Trissino – Montecchio continui le sue velenose lavorazioni che ci uccidono“.
La procura è in possesso di moltissimi elementi utili alle indagini. Si tratta di un caso di inquinamento senza precedenti: non solo i pfas conosciuti inquinano le acque di molte zone del Veneto, ma persino dei nuovi tipi di pfas a catena corta (genx e C6O4).
Il sit-in ha la finalità di spingere la procura a pronunciarsi e proseguirà fino al 28 agosto.