Debellare l’inquinamento causato dalla plastica con la tarma indiana

La plastica è un materiale composto essenzialmente da polimeri e il suo smaltimento è una questione molto delicata e seria, perché si tratta di un materiale indistruttibile.

La raccolta differenziata, la rilavorazione e il riutilizzo sono già un passo avanti rispetto a pochi anni fa quando abbiamo sotterrato indistintamente montagne di materiale non biodegradabile.
Un danno ecologico incalcolabile.

Inquinamento plastica

La plastica biodegradabile adesso esiste, si decompone completamente scindendosi in tutti i suoi elementi. Sostanzialmente si tratta di un processo attraverso il quale il materiale polimerico si decompone grazie alla influenza di organismi viventi.
I microrganismi come funghi, alghe e batteri riconoscono i polimeri come fonte di composti organici, (monosaccaridi, aminoacidi), fonti di energia per il loro sostentamento, insomma i polimeri biodegradabili diventano il loro cibo.

E tutta quella plastica non biodegradabile che dagli anni 50 ci ha invaso e che ancora produciamo? Cosa ne facciamo?
Sì, certo, la plastica è stata una grandissima invenzione! Quale altro materiale potremmo usare per produrre tutti gli oggetti che usiamo quotidianamente senza questo polimero malleabile, che riesce a assumere la forma che vogliamo con una semplice lavorazione a caldo?

Come si è già detto il problema principale del polimero più usato al mondo è la sua non biodegradabilità.

E qui la scoperta! Sì perché forse a venirci in aiuto sarà un gruppo di ingegneri dell’Università di Standorf, in California, che insieme ai colleghi dell’Università Cinese di Beihang hanno scoperto che esiste in natura una “tarma del cibo” capace di digerire la plastica.

Il verme studiato da tempo, sarebbe una “tarma indiana” capace di digerire il polistirolo, producendo come sottoprodotti CO2 ed escrementi non solo sicuri ma addirittura riutilizzabili nell’agricoltura biologica.

Dopo vari esperimenti in laboratorio, questi ingegneri hanno notato che circa 100 vermi sarebbero in grado di digerire dai 34 ai 39 milligrammi di polistirolo al giorno, mantenendo uno stato di salute apparentemente ottimale.

Se questi studi dimostreranno che si possono ottenere enzimi naturali adatti a disgregare la plastica, considerata fino ad oggi un polimero non biodegradabile, sarebbe una svolta epocale.

Hanno veramente trovato un metodo straordinario per debellare il mondo dalla plastica e preservare ciò che è rimasto del nostro mondo, sfamando milioni di vermi e prospettando un futuro roseo per noi e i nostri figli? O forse semplicemente la natura ci sta ancora una volta venendo incontro, come spesso accade, trasformando e adattando l’essere vivente a seconda dell’ambiente che gli proponiamo?

La produzione di polimeri non biodegradabili dovrebbe essere limitata, se non addirittura eliminata, per lasciare spazio al biodegradabile, però questa scoperta, se messa in commercio, potrebbe essere LA svolta che da tempo aspettavamo!

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