Genitori di adolescenti iper-connessi in bilico fra rabbia e paura

Il tema dell’adolescenza dei figli è un tema difficile da affrontare e spesso i genitori piuttosto che esternare ad altri le “marachelle” e l’atteggiamento dei propri figli, nel temuto periodo che va dai 14 ai …. (Mistero, c’è chi rimane adolescente tutta la vita), si farebbero tagliare i capelli a zero e/o andrebbero al supermercato vestiti da monaci tibetani.

adolescenti e smartphone

Ma arriva per tutti, non c’è scampo e improvvisamente quella deliziosa bambolina dai capelli biondi o quel tenero frugoletto ricciolino sparisce e al suo posto ti ritrovi un alieno la cui unica preoccupazione, oltre a darti sempre e costantemente torto, è rimanere costantemente connesso in rete.

Oggi è così, i buoni propositi che si hanno alla nascita di ritardare il più possibile la scoperta del cellulare e di internet svaniscono verso la quinta elementare quando tutti i compagni di classe hanno uno smartphone. In alcuni casi svanisce molto prima con la nota scusa di “far giocare” il bimbo e avere qualche minuto di quiete.

Nessuno può giudicare un genitore per questo, ognuno ha le sue ragioni, ognuno conosce i propri figli e ognuno se ne prende le responsabilità ma finchè si tratta di sparare ad astronavi aliene o allineare caramelle il problema non si pone, perché il vero pericolo arriva quando è il web a entrare nelle loro vite.

adolescenti e cyberbullismo

Cyberbullismo, stalking, adescamento online, sfide social; paroloni che forse alcuni genitori non hanno mai sentito e altri devono cercare su Wikipedia. Ma è tutto vero, non c’è nulla di virtuale in ciò che poi si trasforma nelle notizie di cronaca che anche il meno connesso dei genitori è costretto ad assistere guardando il TG.

La cosa più assurda è che i nostri ragazzi di tutto questo non sono consapevoli e abituati a allineare cubetti fin dalla tenera età, vedono la rete solo come un immenso e nuovo parco giochi.
L’adolescenza poi ci mette lo zampino, coprendogli occhi e orecchie di fronte ai tentativi di insegnamento dei professori a scuola, dei genitori e di chiunque abbia abbastanza esperienza per poterli mettere in guardia.

E noi? Noi mamme e papà come possiamo difenderli?

In un unico modo a mio avviso: dando il buon esempio.

Ognuno di noi ha, quasi sicuramente, un profilo facebook, un account instagram, un blog.

Ognuno di noi, chi più chi meno, ha un minimo di basi che permettano di mostrare ai nostri ragazzi come si usa la rete attraverso l’unico linguaggio che conoscono, quello del web e dei social network.

Con questo non dico che da domani si deve andare tutti in giro con un bastone da selfie o obbligare i parenti a fare un musical.ly (che per vostra informazione ora è diventato TikTok) ma nemmeno tagliare i cavi della fibra ottica o della linea adsl.

Se noi siamo i primi a mostrare cosa si può fare e cosa non si deve fare sui social network magari impareranno anche loro senza che nemmeno se ne accorgano.

Usare noi per primi i social network con senno e buonsenso, imparare a gestire la privacy in rete e perché no, studiare un po’ come funziona quello che è di fatto il loro mondo, gli può mostrare la strada per fare altrettanto.

Come pensate abbiano imparato a parlare, camminare, scrivere?

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