25 mesi di allattamento avventuroso: Federico

Allattamentofede.jpgSe i protagonisti di queste due storie (ndr 20 mesi di allattamento indimenticabile: Alessandro ) fossero stati invertiti,Alex secondogenito e Fede primogenito, forse le trame sarebbero statedifferenti.

Sì perché Alessandro, vorace nella suzione, paffuto, affidabile,non era per la Latteria Mamma un cliente difficile quanto Federico,casinista, pigro, gnometto scuro e dispettoso.

Federico comincia la sua carriera al seno non attaccandosi.

Immagino l’angoscia della primipara inesperta.
Ma le mie dita, le mie abitudini, sanno invece indurlo ad attaccarsi lo stesso, in un rooming in da 24 ore al giorno.
Dimostro la determinazione di un caterpillar lanciato versol’obiettivo (evitare che mi angoscino con la giunta durante ilricovero), curiosamente unita all’amore, già appassionato, che provoper quell’esserino.
Infatti, in terza giornata dopo il taglio cesareo ho la montata lattea e ilcalo ponderale si arresta alle soglie del fisiologico, prima dellequali non si tormenta la puerpera con il biberon salvifico.
(A scanso di equivoci, però, mi ero portata i mezzi per somministrargli il latte artificiale senza farlo ciucciare, gelosa del mio privilegio).

Dopo le dimissioni dal reparto maternità e qualche altro giorno diapparente calma, Federichino finisce al pronto soccorso. Vienericoverato. Per lo stress mi cala la produzione.
Ma sono cocciuta. Forse mi aggrappo a questa parte del ruolo dimamma, in cui credo molto e mi sento sicura, a fronte dei dubbi e dellefragilità sulle altre.
La pesata quotidiana somiglia a un esame da sostenere impreparata.
Eppure strappo la sufficienza e torniamo a casa, sani e salvi benché ammaccati.

Poco dopo, l’infingardo, che avevo corretto nella posizione perchégarantiva un abbonamento alle ragadi, dimostra di non essersi emendatoa sufficienza.
Ciuccia male e mi ritrovo con un dotto ostruito.
Spugna e acqua tiepida non servono. Ci vuole la consulente de La Leche League che mi suggerisce una particolare posizione di allattamento,assumendo la quale mi viene da ridere. Da acrobata! (Serviva permettere la linea naso-mento del bimbo nella giusta direzione rispettoal dotto ostruito).
Vi dico solo che la consulente la definisce: da mamma lupa. Fate voi!
Per fortuna, mamma lupa funziona e anche questa è passata.

L’ordinaria gestione, tuttavia, non è delle più semplici.
Fede poppa minimo per 45 minuti, un numero di volte al giorno che è meglio non rammentare.
Mio padre, nonno scandalosamente partigiano del primogenito,borbotta: "Sempre attaccato, quello lì? Così Alessandro è geloso e nonci giochi abbastanza!"

Si unisce  il solito coro polifonico di suocera-cognata-zie-conoscenti, aribadire il costante repertorio: "Perchè non si regolarizza?"

"Come mainon ti dorme alla notte?"

"Tutta questa cosa dell’allattamento al senoè un po’ esagerata".

"Dai un biberon di artificiale al posto dell’ultimapoppata e vedrai che tira mattina".


Le ignoro.
Anche perché mamma lupa è debitamente provvista di marito capobranco, che ringhia fuori dalla tana per disperdere le importune.

Federico, alla faccia loro, è felice. Si accoccola nel mio calore, mangia, gioca, mi preme con la manina.
Dopo un paio di mesi si è persino ridimensionato: poppate di ventiminuti, circa sette-otto volte al giorno, più spuntini sparsi.
Il clima non è torrido come con Alex, posso evitare di darglil’acqua senza problemi. Certo, il coro polifonico – lo direbbeanche con 10 sotto zero – si angustia: "Un po’ d’acqua, poverino? Un po’di camomilla per farlo dormire?"

Le ignoro (bis).

Chi invece non ignoro ? Alex.
Su di lui il famoso coro sentenziava: "Allattato troppo a lungo,mancherà d’indipendenza da adulto, ora per gelosia vorrà ciucciareanche lui, orrore-orrore!"
Qui sì che mi preoccupo un po’ che abbiano ragione.
Invece Alex ha smesso di sua volontà, è stato accompagnato conamore secondo i suoi ritmi. Non ha necessità di cercare un contatto cheha dolcemente superato, forse prima di me.
Perciò si siede accanto a me mentre allatto, a guardare le figuredi un libro e a commentarle, a chiedermi una canzone. Qualche volta dàun buffetto al fratellino e lo incita: "Mangia la pappa!"

Federico viene iniziato ai cibi solidi a sei mesi e mezzo. Nongradisce. Sfido io! Con la Latteria Mamma, chissenefrega di quella robainsipida, collosa, solida, introdotta da un attrezzo di gomma o diferro!
Dopo due mesi di sputacchiate e decorazioni futuriste sulle miemaglie e sul parquet sotto al seggiolone, non di meno, il piccolobuongustaio si convince.

Tra pochi giorni Federico avrà 10 mesi.
Mangia a mezzogiorno e a sera la sua pappa.
Eppure resta un anarchico fan del latte di mamma, anche notturno (ma al coro delle parenti non lo diciamo troppo forte!).
Comincia a ridacchiare mentre ciuccia, a mettersi comodo tipo triclinio al pari di suo fratello, ad arrampicarsi verso il seno.
Ha quattro dentini.

Insomma, mi sono distratta un attimo ed è già "grande".
Quando smetto?
Non lo so.
La maggior parte dei bimbi allattati a richiesta smette spontaneamente fra i due e i tre anni.
Io aspetto.
Mi godo il suo profumo, il nostro abbraccio, i suoi 10 chili, letenerezze, la complicità, la calma ritagliata in giornate frenetiche,quell’attimo millenario in cui siamo una cosa sola, ma in modo puro,struggente.

Perché so che verrà il giorno in cui, come Alex, Federico volteràla testina e i suoi occhi diranno senza parole: "Mamma, ti voglio bene,ma smettiamo insieme? Mamma, mi aiuti a crescere?"

Allora scriverò la parola fine al nostro romanzo d’avventura incompiuto.
Un lieto fine, naturalmente.

Thread pubblicato sul forum di noimamme.it  il 17 dicembre 2006

 

Il lieto fine

È stato un romanzo d’avventura con un protagonista ingombrante,appassionato, volitivo (lui), e una figura femminile soffice eaccogliente (io).
Nella miglior tradizione di simili opere, fino all’ultima pagina c’è stata suspance.
Smetterà? Non smetterà?
Questa previsione: "perché so che verrà il giorno in cui, come Alex, Federico volteràla testina e i suoi occhi diranno senza parole: mamma, ti voglio bene,ma smettiamo insieme? Mamma, mi aiuti a crescere?" si è dimostrata quanto mai fallace!

Federico non è Alex. Se mai ci fosse stato bisogno di dimostrarlo, ne ho avuta l’ennesima prova.
Federico è uno Sturm und Drang d’acqua cheta pronta a mutarsi in uragano.

Per settimane ha indugiato lungo il confine del bisogno meramenteaffettivo, con suzione caotica e inefficace e la normadell’allattamento prolungato.
Nel mio non offrire/non rifiutare, era più che mai intransigentesul Non Rifiutare. Solo a provarci… urla belluine assai piùterrificanti dei vagiti del tempo che fu.

Ma alla fine, dopo poppate creative nelle posizioni plastiche piùimpensabili, dopo avermi spesso allungato la sedia (!) reclamando "mamma, latte", dopo le sue labbra da cucciolo cresciuto e i suoibeati, ultimi abbandoni, è arrivato anche per lui il momentodell’addio.

Non è Alex, che aveva deciso ed era sicuro. Alex che è sole e terra salda.
È Fede. Fede che cambia, che cerca, che si perde nelle mille facce della realtà. Fede che è luna e acqua oscura.
Fede che somiglia a me.
È stato bello, mio piccolo tesoro.
Se sono onesta con me stessa, senza illudermi nel sogno del terzo figlio, so che questa è l’ultima volta.
È stato dolce dividerla con te.
 

Thread pubblicato sul forum di noimamme.it  il 18 marzo 2008

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