Se si desidera “insegnare” a un bambino una seconda lingua nell’ambiente familiare, è necessario ricreare per lui un ambiente linguistico il più possibile spontaneo e naturale nella lingua minoritaria, per consentirgli di acquisirla per imitazione e per ripetizione, come ha fatto (o sta facendo) con la lingua del paese in cui vive.
I bambini in età prescolare infatti (e, secondo alcuni, fino ai 10-11 anni) non riescono a sfruttare appieno un contesto di apprendimento strutturato, come quello di tipo scolastico, ma apprendono facilmente un’altra lingua se questa viene proposta in modo naturale.
Per agevolare l’apprendimento linguistico è essenziale:
– risvegliare l’interesse del bambino
– mantenere vivo l’interesse nel tempo
– offrire un’esposizione adeguata alla lingua minoritaria (alcuni studiosi suggeriscono 30-35 ore la settimana, altri il 30% delle ore che il bambino trascorre sveglio, come esposizione minima necessaria per raggiungere un bilinguismo bilanciato)
Tutto facile se si vive in una zona di confine, dove basta spostarsi di poco per trovare un ambiente linguistico favorevole, o per chi ha come lingua minoritaria l’inglese, per cui si organizzano ormai ovunque eventi e attività ed è estremamente facile reperire materiale (basti pensare che quasi tutti i DVD commercializzati in Italia hanno anche la traccia audio inglese).
Più difficile per quelle famiglie che sono “isole linguistiche” in un territorio sostanzialmente monolingue e hanno a che fare con una lingua “normale”.
Ecco quindi alcune idee e suggerimenti pratici per crescere dei bambini bilingui, che vengono dall’esperienza di altre famiglie.
Occasioni di incontro
I bambini sono pragmatici: una lingua serve per comunicare.
Se non c’è nessuno con cui parlare nella lingua minoritaria (oppure se questo qualcuno capisce anche la lingua territoriale, ovvero quella del paese in cui si vive) l’interesse a farlo è ridotto. Quindi è importantissimo creare occasioni di contatto con altre persone che parlano la lingua extraterritoriale.
Come?
Babysitter: una babysitter, o una au pair, che parla la lingua minoritaria è sicuramente una presenza importante per i bambini, a qualsiasi età.
Scuola bilingue: per alcune lingue, e in alcune città, è possibile iscrivere i bambini ad asili e scuole bilingui o in cui la lingua prevalente è quella minoritaria.
Gruppi di incontro per mamme e bambini (playgroup, diffusi soprattutto tra chi viene dai paesi anglofoni): se nella vostra zona non ce ne sono, potete provare a organizzarne uno voi. Anche se si tratta di un gruppo piccolissimo, con solo due o tre genitori, è comunque un’opportunità per conoscere altre persone nella stessa vostra situazione, iniziare a creare una rete di sostegno linguistico, trovare informazioni e organizzare scambi di materiale di supporto (libri, CD, ecc.), oltre che l’occasione per vostro figlio di ascoltare altre persone parlare la lingua minoritaria.
Consolati ed enti nazionali per la promozione della lingua (British Council, Instituto Cervantes, Ghoete Institute, Centre Culturel Français, ecc.): oltre ai corsi di lingua, questi enti organizzano molte iniziative culturali, come mostre, concerti, serate a tema, spettacoli teatrali ed eventi, anche specifici per bambini.
Hanno inoltre sempre biblioteche e videoteche in lingua ben fornite, e a volte organizzano corsi specifici per bambini madrelingua che vivono all’estero.
Chiese: quando ci sono comunità straniere abbastanza numerose sul territorio in genere alcune chiese tengono servizi religiosi in lingua, che sono spesso ottime occasioni di contatto con la comunità locale della lingua minoritaria.
Associazioni interculturali: sono ormai presenti in quasi tutti i paesi, e sono utili sia per contattare persone che parlano una determinata lingua sia come rete di supporto più generica.
Telefonate: i più grandicelli quasi sempre si divertono a parlare al telefono con amici e familiari all’estero, soprattutto se si usa anche una webcam.
Libri, libri, libri
I libri sono uno strumento estremamente efficace e, per quei genitori che parlano con i figli una lingua che non è la loro lingua materna, offrono il vantaggio aggiuntivo di fornire modelli linguistici corretti senza richiedere particolari sforzi (utilissimo la sera tardi, quando il bimbo non si decide a dormire e voi siete distrutti dalla stanchezza!).
Per noi, con una figlia appassionata di lettura, avere una varietà di libri nella lingua minoritaria in grado di competere, almeno per qualche anno, con la biblioteca locale, è stato essenziale.
L’ideale infatti è avere a disposizione un numero elevato di libri, cosa che quando i bambini crescono e sono accaniti lettori può essere difficile.
Come fare?
Il Web: nell’era di Internet, trovare risorse nella lingua minoritaria è estremamente più semplice di quanto era anche solo pochi anni fa, ma i siti di vendita di libri online hanno spesso spese di spedizione all’estero elevate. Per contro, su e-bay a volte si possono fare buoni affari.
Libri usati: in alternativa, un fine settimana con un volo low cost per visitare un mercatino di libri usati in un paese della lingua minoritaria può essere un’iniziativa un po’ bizzarra, ma comunque valida per rinnovare e aggiornare la libreria di casa.
Oppure, se avete amici e parenti nel paese della vostra lingua minoritaria, potete chiedere a loro di spedirveli.
Fai-da-te: quando i bambini sono piccoli e i libri ancora semplici, uno stratagemma che funziona è quello di usare libri nella lingua territoriale, che sono facilmente reperibili, e scrivere la traduzione accanto al testo originale (si può anche tradurre “a vista” di volta in volta, naturalmente, ma spesso i bambini amano ascoltare un testo ripetuto ogni volta con le stesse esatte parole).
Biblioteche: se la vostra lingua minoritaria è l’inglese, o comunque una delle lingue più diffuse, vale la pena di controllare se la biblioteca locale ha una sezione di libri stranieri (e, in caso negativo, si può sempre suggerire di crearla!).
Scambi: un’altro sistema poco costoso è quello di organizzare prestiti di libri e altro materiale con altre famiglie nella vostra situazione che vivono in zona, oppure organizzare uno scambio “a distanza” con famiglie con una situazione linguistica “invertita” (ad es. se voi vivete in Italia e la vostra lingua di casa è il russo, potete inviare materiale a una famiglia che vive in Russia ma parla italiano, e viceversa). Se non avete conoscenze dirette nel paese che vi interessa, le community online sul bilinguismo sono ottime occasioni di conoscenza e di incontro.
Riviste: gli abbonamenti a riviste per bambini sono molto utili, ma in genere i costi di spedizione all’estero li rendono proibitivi. Anche in questo caso, a volte si può bypassare il problema chiedendo ad amici e parenti all’estero di spedirci le riviste raggruppando più numeri in ogni spedizione.
TV, DVD, satellite
La maggior parte delle famiglie trova utile stabilire la “regola” secondo cui la TV si può vedere solo nella lingua minoritaria, a parte qualche rara eccezione.
Naturalmente, se la lingua che ci interessa è diversa dall’inglese è difficile trovare qualsiasi offerta nella normale programmazione TV disponibile in Italia.
I DVD sono un ottimo strumento con i bambini più piccoli, che amano guardare e riguardare lo stesso film mille volte.
Le cose si fanno in genere più difficili in età scolare. Quando nostra figlia ha raggiunto un’età in cui si stufava di vedere e rivedere sempre gli stessi cartoni animati e premeva per vedere gli stessi programmi che vedevano i suoi amichetti, ci ha salvato l’abbonamento a canali tematici per bambini nella lingua minoritaria, via satellite (anche per questo in genere serve l’appoggio di un amico che vive nel paese che ci interessa).
Ultimamente poi sta diventando sempre più facile seguire una programmazione tramite computer, con youtube, programmi di streaming e la Tv via Internet (sono disponibili programmi appositi per vedere la normale programmazione TV di diversi canali internazionali, ad esempio LivePlayer).
Radio, canzoni e filastrocche
L’associazione tra parole e melodia e la ripetitività dell’ascolto rendono le canzoni un ottimo strumento per l’acquisizione delle lingue, a qualsiasi età.
Oltre ai CD e ai video musicali, cantare insieme o “giocare” con le canzoncine/filastrocche classiche che uniscono parole e movimento è divertente ed estremamente efficace per tutti i bambini.
Per quelli che sanno leggere, c’è anche la variante del karaoke.
Anche la radio è utile sia agli adulti che ai bambini per creare un ambiente linguistico naturale e facilitare il “cambio di lingua”, che ad esempio dopo una giornata di lavoro trascorsa fuori casa immersi nella lingua territoriale può risultare difficile.
Per ascoltare emittenti estere, oltre ovviamente al computer, si può utilizzare una i-radio, un apparecchio dall’aspetto e dal funzionamento uguali a quelli di una normale radio, che si connette direttamente a Internet senza necessità di collegamento al PC (unico requisito, una rete wi-fi).
Giochi
Ci sono molti giochi adatti a sviluppare le capacità linguistiche del bambino che possono essere usati nella lingua minoritaria, per aumentare il vocabolario e creare occasioni naturali per mettere in pratica la lingua in modo spontaneo.
Per i più piccoli, sono utilissimi i giochi di ruolo classici (giocare al dottore, alla scuola e simili), che permettono al bambino di vivere nella lingua minoritaria situazioni di vita quotidiana che però normalmente sperimenta solo nella lingua territoriale.
Grande successo hanno anche i pupazzi che strategicamente parlano e comprendono solo la lingua minoritaria.
Ai più grandicelli si possono proporre tutti i giochi basati in modo più specifico sulla lingua, tipo Tabù, passaparola (scrabble), fare a gara a chi conosce più parole che iniziano con una particolare lettera dell’alfabeto (utilissimo durante i viaggi lunghi in macchina), “cose, fiori, animali” (si scelgono diverse categorie e una lettera dell’alfabeto: ogni giocatore/squadra deve scrivere per ogni categoria un nome che inizia con quella lettera; finito il primo giro si sceglie un’altra lettera, e così via) e tutti i giochi simili.
Su Internet poi si trova una grande varietà di materiale scaricabile gratuitamente (schede di prescrittura ed esercizi linguistici, indovinelli, cruciverba, ecc) e giochi online.
Anche i videogiochi possono essere un utile supporto linguistico, anche se spesso l’idea non piace ai bambini più grandicelli, perché se il gioco è nella lingua minoritaria non lo possono usare con gli amici (e insistere a volte può essere controproducente).
Viaggi e vacanze
Naturalmente il modo migliore per consolidare e arricchire una lingua è passare più tempo possibile nel paese in cui la si parla.
Anche solo un paio di settimane di full immersion hanno sempre effetti eccezionali.
Quando viaggi frequenti non sono possibili, anche le visite di amici e parenti che parlano solo la lingua minoritaria danno in genere buoni risultati, perché creano una reale necessità di parlare questa lingua, per comunicare con gli ospiti.
Una lingua di moda
Un fattore che può fare la differenza tra successo e insuccesso è il “prestigio” della lingua minoritaria agli occhi del bambino.
Uno status elevato aumenta l’interesse, rende l’apprendimento più efficace ed evita il rischio di “rifiuti”, o per lo meno ne riduce l’intensità (quasi tutti i bambini con un bilinguismo prevalentemente di tipo famigliare, in cui il supporto della comunità esterna è assente o ridotto, così come la necessità reale di usare la lingua, attraversano prima o poi un periodo in cui si stufano/si ribellano/si vergognano della lingua minoritaria; è importante saperlo e non lasciarsi scoraggiare).
Come rendere più appetibile la lingua dipende naturalmente dal singolo bambino, dalla sua età e dai suoi interessi specifici. Il problema è che il prestigio è prevalentemente un fatto sociale, e quindi il ruolo della famiglia è in genere marginale.
Ma comunque qualcosa si può fare.
A volte basta che il cugino preferito o un amico di famiglia particolarmente amato sia un “esponente” della lingua minoritaria.
Altre volte, finché i bambini sono piccoli, si può cercare di insegnare al loro amici qualche parola o canzoncina nell’altra lingua: lo spagnolo ha guadagnato un bel po’ di punti agli occhi di mia figlia quando le amiche a scuola le hanno chiesto di tradurre delle canzoncine di moda, che ballavano e amavano, ma di cui non comprendevano il senso.
O ancora, il figlio di un’amica, che a quattro anni si rifiutava di parlare russo, la loro lingua minoritaria, ha cambiato idea quando ha scoperto, grazie a un DVD doppiato, che il suo eroe dei cartoni animati, Manny Tuttofare, era bilingue proprio come lui!
Un ottimo stratagemma è recuperare materiale (solo) nella lingua minoritaria sulla passione del momento di vostro figlio, che siano i dinosauri, le principesse o il Manchester United.
Rinforzo positivo
Ovviamente poi è essenziale non scoraggiare mai il bambino, ma presentargli la lingua in modo positivo e divertente.
Solitamente, quando sbaglia è meglio non correggerlo in modo, ma eventualmente ripetere quello che ha detto nella forma corretta.
È importante anche ricordarsi che i bambini in genere non amano “mettere in mostra” le loro conoscenze linguistiche (la classica, odiata, domanda di tanti conoscenti benintenzionati: “Dai, dimmi qualcosa in lingua minoritaria“).
Per quanto possibile, quindi, meglio evitare questo genere di situazioni imbarazzanti.
La rete di supporto
Non si tratta di una risorsa per i bambini, ma una rete di supporto è quasi sempre essenziale, per aiutare a superare le difficoltà che si incontrano man mano che i bambini crescono e la situazione linguistica della famiglia cambia.
Per chi non vive vicino una comunità linguistica minoritaria, un forum o una community di famiglie bilingui sono strumenti preziosi per ottenere supporto, scambiarsi consigli ed eventualmente anche materiale.
Personalmente conosco (e consiglio!) la mailing list BilingFam www.nethelp.no/cindy/biling-fam.html/, che è stato senza dubbio il fattore più importante nell’evitare che il nostro progetto di bilinguismo fallisse prima ancora di iniziare.
E se volete lasciarci i vostri consigli, sono più che ben accetti!