Egregio avvocato,
le scrivo per avere una consulenza.
Mio fratello sta valutando molto seriamente la possibilità di intraprendere una causa di separazione da sua moglie. Hanno una bambina di tre anni e sebbene sia dell’idea di chiedere l’affido condiviso ha molti dubbi sulla effettiva collocazione della bambina.
Lui, infatti, vorrebbe che la figlia venisse collocata presso di lui in quanto ha un orario di lavoro molto più favorevole rispetto alla moglie che, al contrario esce al mattino e ritorna alla sera con soventi trasferte mensili in Italia e all’estero.
Ovviamente, vista la tendenza della giurisprudenza italiana ad affidare i bambini alla madre, probabilmente, in virtù del fatto che sono costoro a sacrificare spesso la carriera al momento dell’arrivo di un figlio, mio fratello è seriamente preoccupato in quanto teme di vedersi negare la collocazione della bambina presso di lui.
Vorrei sapere, dunque, se, fermo restando un affido congiunto, ci sono delle reali possibilità di collocazione della bimba presso il padre adducendo quale motivazione di tale scelta l’oggettivo interesse della bambina ad avere residenza presso il genitore che di fatto può dedicare alla figlia più tempo e provvedere alla sua cura vista la maggiore presenza in casa.
Grazie
Cara Carlotta,
la tua è la classica domanda da un milione di dollari e sai perché? Perché per poterti rispondere con certezza l’unico strumento di cui potrei avvalermi, se esistesse, sarebbe la sfera di cristallo… Perdona l’ironia, ma il tuo quesito punge sul vivo e richiede, anzi richiederebbe, l’analisi critica della legge sull’affido condiviso.
Poiché non è questa la sede più adatta per affrontare un discorso così lungo e tecnico, posso solo dirti che indubbiamente l’aspetto relativo alle possibilità di accudimento del bambino è uno di quelli che i Tribunali tengono in considerazione ai fini di tutte le decisioni inerenti l’affidamento dei minori in sede di separazione e divorzio.
Purtroppo però non può considerarsi l’aspetto in assoluto prevalente, poiché compete con l’età del minore (tuo nipote è ancora piuttosto piccolo) e si scontra con la moderna maternità, ossia con il crescente numero di donne in carriera che comunque riescono a garantire ai figli un adeguato sviluppo psico-fisico e una crescita serena.
Voglio dire che oggi i Tribunali sanno che sono sempre meno le donne che possono e vogliono occuparsi solo dei figli e che quindi si barcamenano tra nonni, asili ecc. e di questa nuova tendenza (o necessità, a seconda dei punti di vista) tengono conto senza attribuirvi una valenza meramente negativa.
Per poter quindi fare un pronostico su quante chances ha tuo fratello di vedere collocare la figlia prevalentemente presso di sé occorrerebbe valutare non solo tutti gli altri aspetti personali e patrimoniali della famiglia ma anche il giudice chiamato a decidere (se è uomo o donna ha la sua rilevanza) e l’orientamento del Tribunale competente sotto quel profilo.
Infatti un’altra caratteristica che dà una certa incertezza in questa materia è che le prassi dei vari Tribunali molto spesso divergono.
Diciamo che statisticamente, nella maggioranza dei casi, la collocazione prevalente dei figli minori, soprattutto in età pre-scolare, avviene presso la madre.
In ogni caso la difesa di tuo fratello farà bene a sottolineare l’aspetto delle possibilità di accudimento e delle frequenti assenze lavorative della madre per cercare di ottenere dal Tribunale una pronuncia favorevole ma con la consapevolezza che questo aspetto di per sé non è sufficiente e che il Tribunale valuterà una serie di elementi, che a me non sono noti, che potranno giocare un ruolo altrettanto importante.
Buona fortuna
Avv. Chiara Donadon