Gentilissimo avvocato,
le scrivo per avere informazioni su alcuni dettagli del cosiddetto diritto di visita. Sono in attesa di conoscere il provvedimento del giudice minorile in merito alla frequentazione di mia figlia che ha meno di due anni con il padre che vive a 600 km di distanza (4 ore di treno). Al di là del fatto che mi sono opposta a un regime di viaggi troppo intenso, chiedendo che sia valutata la tenerissima età della minore (che dovrebbe affrontare 8 ore di treno in 24 ore), vorrei sapere – se può darmi questa indicazione – come funziona secondo la legge (o la prassi) il calendario delle visite.
Mi spiego meglio: nel caso in cui il tribunale stabilisca due week end al mese, uno nella città dove vive la bambina e uno dal padre, il regime si intende "temperato" sulla base degli impegni e delle esigenze della bimba?
Nel caso in cui la bambina si ammali (va al nido ed è abbastanza frequente che si raffreddi o si prenda delle influenze) proprio nel week end in cui deve affrontare il viaggio, come viene recuperato? Quando cioè sono obbligata a portarla su, considerando anche che ho un’attività professionale piuttosto intensa e che quindi potrei aver programmato altri impegni per il week end successivo?
Infine, cosa si intende per "impegni" della bambina? Una festicciola può far venire meno l’obbligo di trasferimento (e in caso affermativo, si deve recuperarlo immediatamente?).
Grazie e a presto.
Beatrice77
Gentile Signora,
la legge non stabilisce alcuna regola predeterminata, che possa offrire la soluzione ai quesiti che mi pone e le prassi divergono da Tribunale a Tribunale.
Non c’è alcun "calendario delle visite" fissato né dalla legge né dalle prassi. Dovrete trovare di comune accordo la migliore soluzione, avendo sempre presente il prevalente interesse di vostra figlia. So che non è semplice e per far questo occorre elasticità.
In queste situazioni l’unica risorsa a cui far riferimento è il buon senso e, se possibile, l’accordo tra i genitori.
È evidente che imporre ad un minore dell’età di sua figlia otto ore di viaggio può diventare stressante. È anche vero, però, che mantenere assidui rapporti con il padre è fondamentale prima di tutto per il minore stesso.
Tenga però presente che il Tribunale prende in merito decisioni solo in presenza di una difficoltà insuperabile dei genitori di accordarsi al riguardo. E non sempre la decisione del Tribunale accontenta entrambi, mettendo tuttavia dei paletti che poi diventa più difficile superare, in mancanza di accordo.
Quanto ai "recuperi" delle giornate, anche qui devo ripetermi, la legge non sancisce un diritto soggettivo del genitore al recupero della giornata ma anche in questo caso ci si rimette alla sensibilità e al buon senso di entrambi, nella speranza che i genitori abbiano sempre bene in vista gli interessi dei propri figli.
Lo stesso dicasi per gli impegni della bambina: fino a che i minori non vanno alla scuola dell’obbligo, nulla vieta che si possano saltare i giorni di asilo, anche se l’inserimento in comunità e la frequenza della stessa sono momenti importanti di apprendimento e di socializzazione e spesso costituiscono una routine rassicurante per i bambini. Lo stesso può dirsi per gli eventi ludici, di aggregazione e di socializzazione, quali possono essere le festicciole. Nessuno può stabilire a priori se sia più importante per la bambina partecipare alla festicciola o trascorrere la giornata con il genitore che vede di meno. Certo è che se quel pomeriggio può poi essere recuperato, allora tanto vale far partecipare la bambina alla festicciola.
Capisce bene che non possono esistere regole generali ed astratte in questi ambiti. Anche se questa inevitabile lacuna porta spesso problemi alle coppie di genitori separati nella gestione dei figli, è proprio in tale occasione che deve essere profuso lo sforzo, da parte di entrambi, di gestire questa "terra anarchica" in modo elastico, avendo come unico riguardo la serenità e l’interesse della bambina.
Cercate di considerare queste circostanze per quello che sono, diritti del minore, è della vita di vostra figlia che andate a discutere, delle SUE giornate, dei SUOI interessi, delle SUE attività, della SUA crescita. Non guardatele nell’ottica dei vostri diritti e dei vostri doveri, non programmate le SUE giornate unicamente sulla lunghezza d’onda dei vostri impegni e delle vostre necessità, sforzatevi di seguire il SUO ritmo, le SUE abitudini, i SUOI desideri, che necessariamente includono entrambi i genitori ma che possono essere rispettati solo usando il buon senso e l’elasticità.
Se entrambi avrete sempre come punto di riferimento il benessere di vostra figlia, riuscirete poi a trovare un equilibrio anche personale, una nuova routine. Diversamente, il Tribunale avrà sempre la possibilità di scrivere la sua decisione, l’ultima parola ma non è detto che sia quella giusta per la vostra situazione, anzi il più delle volte comunque lascia insoddisfatto qualcuno.
Buona fortuna.
Avv. Chiara Donadon