Egregio Avvocato,
ho bisogno della Sua preziosa consulenza per quanto riguarda la separazione da mia moglie. I quesiti che vorrei porLe sono tre:
1. Mia moglie è letteralmente scappata via di casa (dopo aver presentato la causa di separazione a mia insaputa) il 22 febbraio u.s., portando via con sé la nostra bambina di 5 anni. Ora vive a casa dei suoi a 250 Km di distanza da me. Ho presentato subito regolare denuncia ai carabinieri per "sottrazione di minore", ma ad oggi non è successo niente, nel senso che io non ho più visto la bambina dal 22.02.10 e ho con lei solo brevissimi contatti telefonici, su gentile concessione di mia moglie. Quello che Le chiedo è: com’è possibile che l’autorità giudiziaria competente non possa intervenire in alcun modo su questo vero e proprio "rapimento"? Cosa prevede la legge in un caso come questo? Può darmi un consiglio su cosa posso fare?
2. A seguito del fatto di avermi portato via la bambina, sto accusando seri problemi di salute (vistoso dimagrimento, uso di sonniferi per poter dormire qualche ora di notte, crisi di ansia e depressione). Vorrei chiedere se, una volta in tribunale, la legge mi permette di chiedere i "danni esistenziali e psicologici" (non so se sono corretti questi due termini) a mia moglie (quantificandoli in denaro) per quello che il suo comportamento irresponsabile mi ha causato.
3. L’appartamento coniugale (intestato a mia moglie- siamo in regime di separazione dei beni) è stato venduto qualche mese prima della separazione, per cui mi sono trovato da un giorno all’altro in mezzo a una strada con un affitto di 500 euro al mese da pagare. Quello che vorrei sapere è questo: siccome nell’acquisto della casa coniugale io ci ho messo circa 30.000 euro (tutti documentabili con matrici di assegni da me staccati), posso, in sede di separazione, chiedere a mia moglie la restituzione di tale somma, oppure, non essendo cointestatario della casa, non mi spetta niente e non posso avere alcuna pretesa?
La ringrazio tanto per i chiarimenti che vorrà darmi, e Le auguro buon lavoro!
Piero
Caro Piero,
non ho ben capito se sua moglie è andata via di casa dopo la conclusione del procedimento per separazione o solo dopo aver depositato il relativo ricorso introduttivo. Supponendo che si sia verificata la seconda ipotesi, più probabile, dovrebbe essere fissata l’udienza davanti al Presidente del Tribunale. In tale occasione potrà chiedere che, intanto in via temporanea ed urgente, sia disposto l’affidamento condiviso della bambina e, sulla base del comportamento di sua moglie, sia disposta la residenza prevalente della bambina con lei. La invito però a considerare bene e principalmente l’interesse della minore prima di formulare ogni richiesta. Nel frattempo, potrebbe intanto recarsi a far visita alla bambina appena può e chiedere a sua moglie di favorire le frequentazioni tra la minore e il padre nell’interesse prevalente di vostra figlia.
Poi dovrà costituirsi nella causa di separazione.
È quindi opportuno che si rivolga a un legale per verificare a che punto è il procedimento e potersi costituire nei termini. Con l’avvocato valuterete anche le richieste da avanzare in sede di separazione e le ulteriori eventuali azioni consigliabili.
Quanto al problema del risarcimento del danno non patrimoniale (morale, esistenziale) per non aver potuto mantenere i rapporti con sua figlia, ciò è in astratto possibile ma senza conoscere i dettagli della situazione non posso dire se nel suo caso vi sia in concreto un danno risarcibile o meno. Anche questa valutazione sarà opportuno che sia fatta dal legale che prenderà l’incarico di seguire la sua separazione.
Quanto infine alla casa coniugale, se ha contribuito al suo acquisto con suoi denari può chiedere la restituzione a sua moglie, facendo valere il suo diritto di credito con separato giudizio, entro il termine di prescrizione di dieci anni da quando ha effettuato i pagamenti. L’importante è che sia in grado di provare con documenti il suo diritto di credito.
Buona fortuna.
Avv. Chiara Donadon