le scrivo per chiederle alcune informazioni riguardanti il disconoscimento di paternità per due minori di sette e tre anni nati in costanza di matrimonio. Sono stata sposata sette anni infelicemente. A fine anno arriveranno finalmente i tre anni per poter chiedere il divorzio. Per sette anni ho condotto una vita extraconiugale con il mio attuale compagno. Solo da pochi mesi ho avuto il coraggio di dire al mio ex marito la verità sui miei figli, e cioè che tutti e due non sono suoi. Ora abbiamo già avviato le pratiche per il disconoscimento ma lui minaccia di non voler fare il test di paternità perché nell’udienza precedente, dietro consiglio del mio avvocato, ho detto tutto davanti al giudice. La mia domanda è questa: solo lui può decidere di disconoscere i miei bambini? Il mio compagno non può proprio far niente? E facendo il test di paternità e risultando come già so che i figli non sono suoi, il giudice può far decadere direttamente la sua paternità o rischio comunque di farmeli portare via, visto che lui non vuol fare il test ma minaccia di chiedere un affidamento esclusivo? Il giudice nonostante la mia rivelazione potrebbe accettare la sua domanda di affidamento, senza accertare prima la vera paternità?
Grazie per la sua collaborazione.
Ilaria
Cara Ilaria,
l’azione di disconoscimento della paternità ai sensi dell’art. 235 c.c. può essere proposta, nei casi in cui è consentita (tra cui l’adulterio della moglie commesso tra il trecentesimo e il centottantesimo giorno prima della nascita), anche dalla madre e dal figlio.
Purtroppo però i termini di prescrizione sono molto stretti. Lei avrebbe potuto proporre l’azione ma entro sei mesi dalla nascita di ciascun figlio.
I suoi figli potranno, se vorranno, proporre l’azione entro un anno dal compimento della maggiore età.
C’è poi un’azione, rubricata come contestazione della legittimità (art. 248 c.c.), che compete a chi dall’atto di nascita del figlio risulti suo genitore ovvero da chiunque vi abbia interesse. Tale azione è imprescrittibile.
Tale azione, tuttavia, ha lo scopo non tanto di mettere in discussione la paternità quanto lo status di figlio legittimo. Si esclude quindi che possa essere utilizzata per contestare la paternità.
Non credo quindi che ci sia molto che possiate fare.
Cari saluti.
Avv. Chiara Donadon