Ho convissuto per circa tre anni con un ragazzo. Due mesi fa per fortuna è andato via dalla casa che è di mia proprietà. Sto tentando di instaurare un rapporto pacifico con lui, creando occasioni di visite settimanali all’interno sempre di casa mia nonostante la sua riluttanza (circa quattro o cinque volte per settimana) al fine di mantenere il buon rapporto fra lui e mia figlia che ha due anni e mezzo.
Ho incontrato diverse difficoltà, poiché lui ha preteso di vedere la figlia solo e soltanto presso casa di sua madre, dove ha la residenza da sempre. La madre ha 73 anni, è superdistratta nonché pericolosa per i giochi che fa fare alla bimba. Ha in diverse occasioni cercato di sostituirsi agli insegnamenti ed educazione che competono a me e al padre, per non menzionare come parla sempre male di me alla bimba, che ancora non capisce benissimo e non può difendersi.
Il mio problema è il seguente:
– in previsione del fatto che si arriverà in un’aula di tribunale, che mezzi ho per evitare che lui veda la figlia nella casa della madre, che è vecchia, fredda, con acqua che cade all’interno, serrande rotte, spigoli dove mia figlia ha sbattuto in diverse occasioni?
– e sopratutto come posso difendermi da una nonna che mi ha minacciato dicendo che farà di tutto per mettermi contro mia figlia quando crescerà, che non perde mai occasioni per insegnarle cose assolutamente errate e le fa fare giochi pericolosi (le dà palline che può ingoiare, non toglie le forbici dagli stipetti bassi, le fa mangiare cioccolato al posto del pranzo)?
Che mezzi ho per proteggere mia figlia e come posso dimostrate tutto questo?
Riesco perfettamente a mantenere la bimba da sola e non voglio negare al padre neanche un istante con la figlia, anzi, ma voglio solo proteggerla dalla mia ex suocera, che ritengo persona pericolosa, così come pericolosa è la casa in cui vive. Preciso che il padre non ha alcuna intenzione di escludere la nonna e la difende sempre in tutto.
Grazie mille.
Angela
innanzitutto mi corre l’obbligo di invitarla a riflettere in modo obiettivo sulla concreta pericolosità della nonna paterna di sua figlia, quindi se le frequentazioni della bambina con la nonna siano oggettivamente pregiudizievoli per la minore. Questo perché a volte è difficile – ed è comprensibile che lo sia – mantenere il necessario distacco per valutare se alcuni atteggiamenti siano davvero controproducenti per i minori, a maggior ragione quando i rapporti tra gli adulti coinvolti non sono dei migliori.
In questa riflessione dovrà anche tenere in considerazione i sentimenti di sua figlia per la nonna, il suo attaccamento, perché è interesse preminente dei bambini intrattenere rapporti significativi non solo con i genitori ma anche con gli altri familiari, quando tali rapporti affettivi non arrechino pregiudizio ma, anzi, portino felicità e serenità ai bambini.
Ecco perché mi permetto di insistere affinché, prima di ogni decisione circa la strada da intraprendere, lei valuti la situazione con obiettività e coscienza, avendo sempre presente l’interesse della bambina.
Detto questo, se obiettivamente ritiene che la nonna possa essere pericolosa per la minore – e di questo dovrebbe comunque discutere anche con il padre di sua figlia – potrà rivolgersi all’autorità giudiziaria.
Poiché il padre di sua figlia risiede con sua madre sarà difficile che il Tribunale impedisca che le frequentazioni avvengano in tale luogo, a meno che non riscontri oggettivamente uno stato di pericolo dell’immobile (non sono però di regola gli spigoli o una serranda rotta che rendono una casa pericolosa).
Quanto alla pericolosità della madre del suo ex compagno, anche in tal caso sarà il Tribunale a valutare se ciò che lei sostiene corrisponde al vero e se, in una valutazione complessiva, le frequentazioni con la nonna paterna siano davvero contrarie all’interesse della bambina.
Per onestà devo però avvertirla che la prova di queste circostanze non è agevole e che spesso si apre una strada tortuosa per accertare fatti che vengono dedotti dalle parti, con grandi sofferenze per tutti, in primis proprio per i bambini.
Rifletta quindi bene sulla reale portata delle circostanze che la preoccupano o la infastidiscono e sulle conseguenze che l’intraprendere una certa strada potrebbe comportare.
Naturalmente la scelta finale spetta a lei. Cerchi però di avere sempre ben presente l’interesse di sua figlia, valutato nel modo più obiettivo possibile.
Buona fortuna.
Avv. Chiara Donadon