Ictus

Buongiorno dottoressa, vorrei un suo consiglio circa un problema di mio padre. Circa un anno fa ha avuto un ictus ischemico a 68 anni, senza nessun motivo apparente, praticamente non ha mai sofferto di niente nella sua vita. Una vita regolare, 40 anni di lavoro in Svizzera, mai una malattia, mai colesterolo, mai fumato, mai pressione alta, mai usato una medicina, in poche parole: sano come un pesce.

Una mattina si è alzato dal letto in stato confusionale, dopodichè gli hanno diagnosticato un ictus ischemico. Ora è in cura con Ticlopidina mg 250, due al giorno e Sinemet 3 al giorno (non ha il morbo di Parkinson, hanno detto che gli serve come antidepressivo). Vorrei sapere se questi farmaci possono essere sostituiti con piante officinali, che diano gli stessi effetti, ma non quelli collaterali dei farmaci. Io ho timore per lui perché il suo corpo non è abituato ai farmaci, non avendone presi mai.

Grazie per la risposta.  

Neviana

 

 

Gentile Signora, sono desolata nel deludere le sue aspettative ma non posso consigliarle fitofarmaci alternativi ai farmaci di sintesi con cui suo padre è attualmente in cura.

Esistono è vero, alcune preparazioni fitoterapiche che mimano gli effetti dei farmaci da lei citati ma la fitoterapia non può e non deve sostituirsi alla farmacologia ufficiale nel trattamento di patologie serie quali ad esempio l’ictus o altre malattie cardiovascolari.

Deve avere fiducia nei medici che seguono il caso di suo padre, perché di certo avranno valutato nel prescrivere la cura il rapporto benefici/rischi che una terapia farmacologica sempre comporta.  E colgo anche l’occasione per ribadire che nel trattamento di patologie e affezioni gravi la fitoterapia non rappresenta mai un’alternativa alla medicina convenzionale, può semmai affiancarla specie nei trattamenti farmacologici a lungo termine, ma non può sostituirsi ad essa.

E in ogni caso deve sempre essere il medico a valutare l’opportunità di inserimento di un fitofarmaco in malattie come quelle da lei citate. Il fatto di non aver mai preso farmaci inoltre, non rappresenta una penalizzazione nell’intraprendere una terapia farmacologica anzi semmai il contrario, quindi riguardo a questo mi sento di tranquillizzarla e di rinnovarle l’invito a rivolgersi ai medici che hanno in cura suo papà per tutte le rassicurazioni possibili.

Un caro saluto

Federica

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