Gentile Dott.ssa,
sono mamma di una bimba di circa 20 mesi e sono in attesa del secondo (16^ sett ).
Il mio è stato un parto naturale con analgesia epidurale. Sono alta 1,64 e peso normalmente intorno ai 50 kg, sono di costituzione piccola e mia figlia al parto pesava 3,6 kg per 51cm. Durante il travaglio avevo difficoltà ad urinare senza il catetere. Durante il parto avevo difficoltà a sentire le spinte, ho dovuto subire le manovre di Kristeller, episiotomia e ventosa. Successivamente ho avuto perdite di urine al semplice tossire, starnutire o ridere. Rispetto ai primi mesi dal parto la situazione è migliorata di poco, attualmente continuo ad averle e soprattutto quando vomito sono molto abbondanti.
Ho espresso alla mia ginecologa la preferenza al cesareo perchè sono terrorizzata all’idea di diventare incontinente. Attualmente non riesco a trattenerla molto, spesso cerco di effettuare la ginnastica pelvica, ma a volte perché l’istinto di urinare è troppo forte.
Cosa rischio con un nuovo parto naturale? Potrei diventare incontinente cronica? E in tal caso ci sono rimedi poco traumatici ?
Mi rendo conto che il parto cesareo ha i suoi lati negativi, ma non so al momento cosa è peggio rispetto al parto che ho avuto precedentemente.
Ho pensato che un’alternativa potrebbe essere ricorrere ad un’analgesia più leggera in modo da essere più partecipe al parto e limitare così l’uso della ventosa e del catetere (ma sono stati questi i fattori che mi hanno creato questo disagio? O potrebbe essere stata la cistite avuta durante la gravidanza?)
La mia ginecologa mi ha consigliato di aspettare a prendere una decisione riguardo al parto e che di solito il secondo è molto più semplice.
Attendo con ansia un Suo consiglio
Infinite Grazie.
Lucia
Cara Lucia, è, come si dice, un bel casino. Ho vissuto una situazione simile con una paziente, che per correttezza io ho inviato a consulenza urologica. Ti dico cosa ha consigliato l’urologo: il TC non è da escludere; parto spontaneo (ma davvero spontaneo e non operativo come nel tuo caso) solo se veloce, soprattutto nella fase espulsiva; controllo dopo almeno 3 mesi dal parto per rivalutare la situazione; inizio di terapia farmacologica, se non si allatta; riabilitazione perineale e in ultima istanza, intervento chirurgico adeguato.
Per cui cosa vuoi che io ti dica: non voglio interferire col tuo medico ginecologo, ma se non lo hai fatto ti consiglio di consultare un urologo che potrà valutare l’entità del problema e consigliarti, in collaborazione col tuo medico, sul da farsi.
Un saluto.