ho un figlio di tre mesi e mezzo affetto da strabismo convergente. Ha già effettuato una visita oculistica e dagli esami del cristallino e del fondo dell’occhio. Non sono emerse patologie particolari, tutto è a posto. Mi chiedo però in che modo lo strabismo può influire sul suo sviluppo.
Mi spiego meglio: noto che molti bambini poco più grandi di lui (tre settimane in più circa) hanno già la prensione volontaria, ossia puntano l’oggetto, lo prendono e lo osservano portandolo poi alla bocca. Mio figlio invece non ha questo stimolo: osserva gli oggetti e "ci parla insieme", si agita, sgambetta se nota qualcosa che gli piace, sorride ai quadri che abbiamo nel salotto, e se per caso mentre sgambetta un oggetto gli capita fra le mani, lo stringe e lo porta alla bocca ma non posso parlare di prensione volontaria. Questo "deficit" è legato a problemi di visione dovuti al suo strabismo, oppure anche i bambini affetti da strabismo dovrebbero sviluppare normalmente la prensione volontaria e quindi nel suo caso potrebbero esserci altri tipi di problemi?
Grazie per l’attenzione.
Cordiali saluti.
Deborah Alberti
Gentile signora Deborah,
lo strabismo congenito è una forma di deviazione convergente degli assi visivi presente sin dalla nascita o insorta nei primi 6 mesi di vita. È tuttavia importante sapere che nei primi 6-8 mesi di vita i meccanismi che governano i movimenti coniugati (cioè che coinvolgono i due occhi in maniera associata) non si sono ancora completamente formati; questo giustifica il fatto che in questo primo periodo di vita alcuni bambini possono presentare delle deviazioni degli assi visivi che si "normalizzano" nel tempo. Quando tale deviazione persiste dopo i primi 6-8 mesi è possibile allora fare diagnosi di vero e proprio strabismo.
Lo strabismo, per definizione, è una condizione in cui il bambino utilizza per la visione un solo occhio, dato che quello deviato viene escluso dalla visione. Non esiste negli strabici quindi una vera e propria visione binoculare con conseguente percezione della profondità e della tridimensionalità (Stereopsi); tuttavia i pazienti strabici riescono e supplire a tale deficit tramite altri meccanismi monoculari di adattamento.
Al momento non enfatizzerei l’atteggiamento del bambino, tenendo conto soprattutto che nei primi mesi le reazioni alle stimolazioni esterne vengono elaborate e percepite in maniera differente nei vari bambini.
Mi permetto però di ricordarle di sottoporre il suo bambino a visita specialistica ortottica allo scadere del primo anno, epoca in cui la diagnosi può essere considerata "definitiva" e si può eventualmente già impostare un trattamento occlusivo riabilitativo.
Sperando di esserle stato di aiuto e rimanendo a sua disposizione per ogni eventuale chiarimento, la saluto cordialmente.
Giancarlo Falcicchio