A tre anni e mezzo picchia i coetanei

Buonasera,

sono la mamma di una bambina di tre anni e avrei bisogno del suo parere riguardo il comportamento di mia figlia.
È una bambina a cui piace stare con gli altri piccoli della sua età, anche all’asilo ci va volentieri, il problema è che picchia per qualsiasi stupidaggine.

All’asilo lo fa solo con una bimba e questa non è una piccola che si difende, e quando è a casa lo fa con la cugina di due anni, non passa dieci minuti che lei non l’abbia picchiata e anche questa si difende poco.

Ho provato a sgridarla, a metterla in punizione, a parlarle stando calma, ma lei lo fa lo stesso (all’asilo un po’ meno) e non so più come prenderla.


La ringrazio per la Sua attenzione.

Sonia

Gentile Sonia,

partiamo dal presupposto che l’aggressività fa parte integrante dell’essere umano, così come l’amore, è naturale, lecita e risponde a bisogni ben precisi e fondamentali dell’individuo. Ruolo dell’educazione da una parte e compito evolutivo dell’individuo dall’altra è incanalare questa pulsione in comportamenti idonei e non lesivi di sé stessi e degli altri, imparando ad esprimerla ed esternarla in una maniera "sana".

Una bambina di tre anni e mezzo ha a sua disposizione limitate risorse linguistiche e relazionali per riuscire a fare questo: "sente" l’ira salire e la esprime nel modo più diretto e immediato che conosce, attraverso la propria corporeità.

Ai genitori e agli insegnanti il compito non di reprimere ma di incanalare questa emozione e farla esprimere in altro modo. Utile risulta quindi, a casa, essere presenti ai giochi delle cugine, attuando per un certo periodo un’osservazione della dinamica relazionale.

Stando attenti, si potranno cogliere i germi dell’aggressività e "bloccare" l’espressione corporea sul nascere. Ma è solo a questo punto che inizia il ruolo educativo. Ci si ferma, ci si siede un attimo, si fa esprimere a parole la rabbia, si chiede di raccontare cosa è accaduto, si offrono soluzioni alternative allo schiaffo o al morso o allo spintone.

Si possono trovare modi diversi, come ad esempio chiamare la mamma, urlare un NO, scappare in un’altra stanza. Se a sua figlia piace disegnare, può aiutarla a esprimersi con questa attività. È un lungo lavoro, che va fatto con la presenza fisica, l’osservazione e la simulazione di scelte alternative ma che offre risultati.

Andrebbe poi approfondito se sua figlia è aggressiva con tutti i bambini o solo con alcuni e se, in momenti in cui non ci sono coetanei, che tipo di comportamento tiene con l’adulto.

La saluto,

Chiara Rizzello

 

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