Asilo, aggressività e sorellina

 

Gentile Chiara,

non so se è giusto scrivere a lei ma ho delle domande che spaziano in vari campi e al momento mi sembra che il suo lavoro sia il più indicato al mio problema.

Ho un bambino, Alessio di quasi tre anni e Carlotta di cinque mesi. Alessio adora la sorellina, ed è sempre stato un bambino allegro socievole e solare, testone si, però simpatico.

Già in gravidanza era un po’ arrabbiato, ma ero preparata e lo ho accettato, voleva fare tutto con il suo papà, e visto che io ero molto stanca per me andava bene.

Quando è nata Carlotta era un po’ perplesso ma tutto sommato contento di aver ritrovato la sua mamma, capace di nuovo di giocare e correre con lui.

Fino a due mesi fa ero ottimista mi sembrava che stessimo progredendo e che si stesse creando un equilibrio. Poi Alessio ha avuto una stomatite, dolorosissima, non riusciva a dormire e urlava spesso, ha alterato il ritmo del sonno di Carlotta, che già dormiva tutta la notte e mi ha lasciato stremata e con poca pazienza.

Tutto questo a fine agosto, poi è iniziato l’asilo…

Non è mai andato volentieri, non si è mai inserito, vive l’asilo come una punizione. Non si trova con i compagni, non li capisce (lui ha un linguaggio molto sviluppato e non riesce a parlare con i suoi coetanei perché non lo capiscono). Gli piacciono di più i grandi che però non lo vogliono intorno. Mi hanno poi detto le maestre che lui ha un approccio molto fisico con i bambini che non amano questo suo atteggiamento.

Io stessa, pur trovando preparate brave e competenti le maestre, non mi trovo con nessuna delle mamme dei suoi compagni che sento molto diverse da me. Viviamo in un piccolo paese in provincia di Trento perché amiamo la tranquillità, ma abbiamo vissuto molto all’estero, ci piace il rispetto per l’ambiente, la natura, non facciamo vedere le televisione ai bambini e la nostra realtà non ha nulla a che vedere con le mamme che fumano una sigaretta al parco giochi mentre allattano il loro bambino ( è solo un esempio ma rende l’idea).

Mi rendo conto che il mio discorso può sembrare snob ma è così che la penso, e probabilmente lo trasmetto al bambino.

Da quando va all’asilo è peggiorata la sua aggressività, mi da in continuazione botte, e rifiuta le figure maschili, in primis suo padre che accoglie tutte le sere con un: vai via, vai a lavorare. E continua a dirglielo fino a quando va nel letto. Seppur in misura minore va allo stesso modo con mio padre e l’altro nonno, e quando è proprio arrabbiato anche con me e le nonne. Può capire come ci fa sentire e spesso ci arrabbiamo peggiorando le cose.

Dalla settimana scorsa non lo mando più all’asilo e sembra un po’ più sereno, ho pensato di tenerlo a casa fino a gennaio: non ha ancora tre anni e io non ho necessità di accelerare le tappe perché sono a casa.

Ho poi pensato di mandarlo all’asilo steineriano che ho vicino a casa, perché ritengo che sia un ambiente più adatto a lui e a noi, per lo meno per i primi anni.

Mi chiedo però se agisco correttamente, e vorrei aiutarlo a superare i suoi conflitti. Abbiamo provato anche con l’omeopatia che ha risolto per lo meno la stitichezza (eliminando così un problema). Quando non ha i suoi scoppi d’ira ed è di buon umore è il bambino splendido di sempre!

Mi può dare un consiglio e un’opinione riguardo all’asilo? E come posso aiutare mio marito a reagire in maniera corretta al suo rifiuto e a superare questo difficile momento?

La ringrazio fin d’ora, Marika

Gentile Marika, il momento dell’arrivo del fratellino è critico per chiunque, specie se coincide con l’anno in cui c’è l’inserimento all’asilo. Il figlio maggiore può infatti vivere, erroneamente, la sua frequenza della scuola materna come un tentativo di allontanamento dalla mamma, che, nella sua mente, lo ha "sostituito" con un altro bimbo, piccolino come lui non è più. Ecco che allora escono fuori regressioni infantili, richieste di attenzione smisurate, bisogno di attaccamento e conseguente scarsa propensione alla vita di gruppo con i pari.

Senz’altro l’opportunità di tenere a casa suo figlio non è da scartare, sia perché è ancora molto piccolo che per i motivi sopra elencati. Potrebbe provare a reinserirlo a gennaio nel nuovo asilo steineriano, se le sembra pronto e meno arrabbiato, o rimandare la cosa all’anno prossimo quando avrà quasi quattro anni.

L’altro discorso non meno importante è l’atteggiamento suo e familiare nei confronti della popolazione media, questo sentirsi un po’ diversi e dunque meno inseriti in un contesto territoriale che non vi rispecchia del tutto. I bambini sono sensibilissimi agli atteggiamenti sociali dei genitori e certamente suo figlio avrà iniziato ad assorbire queste propensioni o avversioni. Ecco perché, pur senza entrare nel merito dei contenuti, le caldeggerei di scegliere un asilo che lei ritiene più simile al suo sentire interiore.

Cordialità, Chiara Rizzello

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.