Conflitti a quattro anni

 

Gentilissima Chiara,

le scrivo per un problema con Marta che compirà cinque anni ad agosto.

È una bambina buona, socievole, all’asilo le maestre dicono che è la più ricercata dai compagni. Inutile dire che in casa siamo tutti per lei, ancora non ha fratelli o sorelle, però adora stare con i cugini sia più piccoli che più grandi. Con lei non ho mai avuto grandi problemi, quando c’era qualche difficoltà ho sempre cercato di spiegarle la situazione con calma e tutto sembrava risolversi.

Certo non sono tutte rose e fiori, qualche arrabbiatura c’è e qualche volta c’è scappato anche lo scapaccione sul sedere, ma tutte le volte me ne sono pentita amaramente perché mi rendo conto che non è educativo ed è solo uno sfogo mio momentaneo.

Da circa un mesetto la vita sta diventando un inferno e io non so più come affrontare la situazione. Tutto sembra nato da quando abbiamo cercato di convincerla ad assumere un antibiotico, cattivo da prendere, senza dubbio, l’ho pure assaggiato, che lei vomitava e che solo dopo varie insistenze siamo riusciti a far cambiare dal pediatra.

Insomma, l’ultima volta che abbiamo provato a somministrarglielo è successo un putiferio, lei che non ne voleva sapere, io ho perso la calma preoccupata per il buon esito della terapia e mio marito ha rincarato la dose. Insomma abbiamo sbottato malamente davanti a lei e credo che in un modo o nell’altro ce la stia facendo pagare. In più, nello stesso periodo stavo dando una mano a mio marito per la compilazione della tesi di laurea e forse si è sentita un po’ "esclusa".

Morale della favola è da circa un mese che se ci capita di riprenderla per qualche cosa lei scoppia a piangere dicendo che noi la sgridiamo sempre; se le chiediamo di fare qualcosa nella maggior parte dei casi risponde ma io voglio fare quell’altra, e soprattutto ogni scusa è buona per non mangiare quando è a tavola con noi. Dice che quello che cucino non le piace.

Tengo sotto controllo il peso che comunque va bene, però proprio non so come risolvere la situazione, mi sforzo di farla collaborare alla preparazione del pranzo, cerco di mantenere la calma ad ogni rifiuto, però l’assicuro che sta diventando insostenibile e più lei si oppone più io mi preoccupo per la sua salute e per la situazione in generale.

So di aver commesso un grave errore con la faccenda dell’antibiotico, ma come posso fare per rimediare, quale strategia dovrei adottare? Mi sono dilungata un tantino però volevo che avesse un quadro generale della situazione. Dimenticavo: dai nonni e all’asilo mangia senza alcun problema.

Grazie per l’attenzione.

Cara mamma, vorrei dividere il problema (i problemi) in due, uno legato all’alimentazione e l’altro legato all’acquisita ipersensibilità di Marta a seguito dell’episodio, e sicuramente alla vostra acquisita tensione da quel momento in poi.

Rispetto al primo tema, se la bimba magia tranquillamente a casa altrui, e se soprattutto ha un accrescimento nella norma (nella sua norma), non dovrebbe affatto lasciarsi intimorire né preoccupare per le reazioni di sua figlia nei confronti dei pasti familiari. Questi comportamenti tendono a cronicizzarsi nei bambini se essi vedono che ai genitori destano preoccupazione, mente regrediscono spontaneamente se trovano in famiglia un ambiente poco attento (volutamente poco attento, anche) e poco reattivo.

Per cui, prepari i pasti come faceva prima, con le stesse cose di prima, e lasci scegliere a Marta cosa mangiare e quanto mangiare. Insomma, faccia finta di avere la figlia di due mesi fa, e se questa mangia poco o è oppositiva, non insista. Se ha fame, mangerà. L’importante è non cadere nel circolo vizioso della merendina fuori pasto, ovvero se mangia poco a pranzo e le viene fame alle due del pomeriggio, proponga alimenti come un panino al prosciutto ad esempio, uno yogurt con i cereali, una macedonia di frutta, che possano reintegrare le sostanze non assunte a pranzo.

L’altro aspetto necessita invece un lavorio abbastanza puntuale, e di cui Marta deve rendersi conto. Dal momento che a cinque anni si comprende la maggior parte dei discorsi, io, se non lo avete già fatto, tenterei di parlare alla bambina dell’accaduto, spiegandole brevemente cosa è successo in questo periodo e delle cause per cui adesso è più difficile andare d’accordo.

Spesso i bambini vivono a livello emotivo la situazione, ma necessitano di un adulto che la rielabori a livello verbale e cognitivo. Spieghi a Marta che avete sbagliato ad insistere con lo sciroppo, ma che curarsi è molto importante, e che insieme, la prossima volta, cercherete una medicina più buona. Le spieghi che quello che è accaduto non vuol dire che volete sgridarla sempre, ma che anzi, vi farebbe piacere avere un rapporto senza sgridate. Trovate in questo periodo, complice la bella stagione, momenti gioiosi e speciali da passare insieme: una gita, una visita, un gioco particolare. E abbiate un po’ di pazienza, che col tempo le ferite si ricuciono.

Se avesse ancora bisogno, mi riscriva.

Cordialmente, Chiara Rizzello

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