Conflitto per mancanza di dialogo a due anni e mezzo

Salve,

ho una bimba di due anni e mezzo che ancora non parla bene (da poco prova a formare delle frasi, non pronuncia l’inizio delle parole e difficilmente dice parole di tre o più sillabe). La cosa non mi preoccupa più di tanto, ma quello che inizia a turbarmi è che capita spesso che io le faccio delle domande e lei, non solo non mi risponde, ma è come se mi ignorasse. La mia reazione è spesso di determinata insistenza e spesso la situazione esplode in un conflitto. L’altro giorno, andandola a prendere al nido, scopro due cose:

1) Che la bambina si ammutolisce quando arriviamo a prenderla (io, papà o tata), anzi le maestre hanno usato l’espressione "si spegne".

2) So che la bambina ha imparato una canzoncina al nido da quasi un mese; quel giorno le maestre mi chiedono se me la canti mai e io rispondo che non solo non me la canta, ma sotto mia richiesta si ammutolisce in un ostinato silenzio. Allora chiedo alle maestre di cantarmela così, penso io, se lei l’intonerà mai, saprò che è la canzoncina…mia figlia però reagisce al canto delle maestre con un pianto!

Chiaramente, dopo questo episodio, ho smesso di chiederle la canzoncina di whisky ragnetto perché ho pensato che evidentemente lei si è sentita tradita e usurpata. Sono molto dispiaciuta perché credevo fosse solo un po’ di vergogna…

Quando capitano episodi in cui non mi vuole dire cosa vuole, io perdo la pazienza e non so più che fare. Ho paura che non insistendo per farle esprimere cosa vuole, non la preparo alle frustrazioni ben maggiori che incontrerà nella vita. Come posso fare?

Un saluto

mmmciù

Cara mamma,

in questo racconto io intrevedo diversi temi:

Un’ipotesi di sviluppo linguistico rallentato, su cui le consiglierei di indagare chiedendo un parere al medico di base ed eventualmente a un logopedista. Soltanto dopo questi pareri potrà decidere se preoccuparsi o meno.

Un altro aspetto è quello della reazione di chiusura che sua figlia manifesta nei confronti delle richieste e delle domande materne, tanto determinata da costringere lei, mamma, a insistere sino al conflitto aperto.

Probabilmente questo genere di azioni-reazioni si è cristallizzato in un circolo vizioso così fatto: domanda materna, chiusura, insistenza materna, maggior chiusura, perdita della pazienza materna, conflitto.

Per spezzare questo meccanismo bisogna intervenire, modificandolo, su almeno uno degli aspetti del comportamento dell’adulto. Si chieda perché lei non accetta che la bimba non risponda, perché non riesce a ignorare la cosa, perché arriva sino a perdere la pazienza. Sua figlia ha un età in cui l’adulto può ancora decidere per lei, nel caso in cui la bimba non si esprima. Decida, allora, senza pretendere una risposta dalla bambina. Non entri in conflitto. Lei non sa per adesso perché la bimba fa così.

Un terzo aspetto è la determinazione della piccola a tenere per se stessa, senza condividerle, le esperienze del nido. Io sono dell’idea che, una volta entrati nella vita sociale, i bambini possano avere il desiderio, e sia anche consigliabile, di tenere per sé queste esperienze. Saranno le maestre, in un colloquio privato senza la bimba, a illustrarle cosa accade al nido: cose che lei può fingere di non sapere, se alla bimba non fa piacere condividere.

So che può non essere piacevole questa chiusura, ma non è forzandola che si ottiene qualcosa. Piuttosto, dopo un colloquio con il nido, consulti il pediatra e il logopedista, ed eventualmente uno psicologo infantile.

Cordiali saluti,

Chiara Rizzello

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