Ciao Chiara,
aiuto!
Lorenzino, due anni e mezzo è in preda alla mammite acuta, quindi ogni singolo gesto, dal cambiarlo al leggergli un librino a dargli da bere, e ogni coccola, deve essere fatto solo e rigorosamente da me, e suo padre, che è spesso presente, non solo si sente inutile e frustrato, ma mi incolpa di questo atteggiamento.
Che fare? Ho provato a non intervenire e a lasciarli "soli" ma Lorenzo, testardo come è, piange e si dimena anche per 20-30 minuti finché riesce a scappare da suo padre e venire da me!
Grazie.
Giovanna
Ciao Giovanna,
per superare questa difficoltà, che non è solo del bimbo ma anche tua e del papà, e avere un rapporto più equilibrato in famiglia tra tutti i suoi componenti, bisognerebbe capire se è accaduto qualcosa di particolare che ha scatenato questo comportamento (una malattia, il rientro al lavoro, l’inserimento all’asilo…) o se è un atteggiamento che Lorenzo ha da sempre.
In qualsiasi caso, è inutile forzare la mano: meglio allora lavorare per avere momenti comuni tutti e tre, aumentare la presenza paterna all’interno della coppia mamma-bambino, fare un passaggio gradualissimo e naturale.
Pensa anche se tu, sinceramente, senti dentro di te o hai sentito in passato, la necessità di questa relazione esclusiva con tuo figlio: spesso i bambini sono sensibili ai desideri materni, benché non manifesti, e vi rispondono.
Esistono altre figure familiari con cui il bambino trascorre del tempo (nonni, zii, baby sitter)? Com’è il suo rapporto con esse?
Insomma, quando accadono cose simili, bisogna sempre guardare all’ambiente, il quale è formato da tutte le figure che si prendono cura del bambino. E se a farlo è sempre stata solo la mamma, una relazione privilegiata è a volte normale che si verifichi.
Chiara Rizzello