Buongiorno,
sono la mamma di un bimbo di 20 mesi. Mio figlio è un bimbo molto timido, estremamente attaccato a me in ogni situazione; gioca difficilmente con altri bimbi che vediamo raramente e se andiamo da qualche parte sta attaccato alle mie gambe e non agisce da solo, ma vuole che lo faccia io anche se incoraggiato.
A settembre vorrei mandarlo all’asilo nido soprattutto per aiutarlo ad essere più socievole, aperto e "autonomo". La responsabile dell’asilo mi ha detto che durante l’inserimento dovrò farmi vedere decisa nonostante le sue probabili urla e il non volersi staccare da me…
Le chiedo: il venir staccato da me con urla e lacrime, e vedermi andare via, potrebbe provocare qualche disagio psicologico? Cosa dovrei fare secondo lei per ridurre al minimo la sua sofferenza e conseguenze psicologiche?
Grazie, Francesca
Cara mamma,
vorrei innanzitutto tranquillizzarla sul fatto che non esistono studi che evidenzino chiaramente una correlazione tra pianti durante il distacco e conseguenze psicologiche, durante l’affidamento del proprio figlio al nido. Il pianto di per sé è un modo di esprimersi del bambino, ma molto contano le caratteristiche dell’ambiente che lo accoglie così come la sicurezza della mamma nel lasciarlo.
Credo che a ciò si riferissero le operatrici del nido chiedendole di essere ferma e soprattutto serena nel distacco: i bambini sono molto sensibili alle emozioni materne e "sentono", al di là delle parole, quali sono i veri sentimenti nasco9sti nel cuore della mamma. Perciò la invito a riflettere su ciò che lei pensa del nido, e di questa esperienza, sul suo grado di fiducia nei confronti del personale educativo e sulla tranquillità con cui affida suo figlio, a prescindere dal fatto che il pianto strazia il cuore di mamma in ogni caso.
Piuttosto saranno da valutare, in un periodo di circa un mese, i comportamenti del bambino al nido, così come eventuali modificazioni del ritmo del sonno o delle abitudini alimentari, che sono un segnale abbastanza veritiero di eventuali difficoltà. Le caldeggio un inserimento molto graduale nel tempo, ma costante e senza interruzioni, che diventi un abitudine giornaliera, anche se di poche ore. Se lo desidera torni a riscrivermi per raccontarmi come procede l’inserimento.
Cordialmente, Chiara Rizzello