Buongiorno Dott.ssa,
le scrivo per avere un consiglio sul da farsi. Mio figlio ha due anni e quattro mesi. Dai dieci mesi fino a una settimana fa, non ha mai fatto storie per andare a dormire. Ho seguito il metodo Estivill e da quel giorno ho avuto un bambino felice di andare nel suo lettino.
Non ha neanche mai fatto storie quando ci siamo trasferiti in un altro paese. È sempre stato molto sereno.
Io non lavoro e sto a casa con lui tutto il giorno da quando è nato. Ovviamente, ogni tanto lo lascio con mio marito per ritagliarmi del tempo e non è mai stato un problema. Ultimamente piange a lungo quando mi vede uscire anche se poi si distrae con mio marito e sta volentieri con suo padre.
Un’altra cosa. Ha sempre preso il ciuccio SOLO per dormire. Domenica scorsa non me lo ha più chiesto come faceva di solito e io ho preso la palla al balzo e non gliel’ho più dato da quel giorno.
La prima notte è andata benissimo.
Dalla seconda (dal lunedì) la tragedia. Abbiamo una routine prima della nanna fatta di canzoncine e lui è sempre stato molto contento, sempre insieme io e mio marito.
Si mette nel letto tranquillo, si accoccola dice "ciao ciao, nanna". Io gli racconto la storiella poi gli dico di fare la nanna che domani giochiamo di nuovo. Esco e inizia il concerto.
Va avanti per ore. E io entro in camera ogni 10 minuti per tranquillizzarlo. Appena entro si sdraia, è tranquillo, fa per addormentarsi ma appena faccio per uscire…riattacca. Finché dopo due ore non crolla.
Questa settimana poi si sveglia sempre alle sei del mattino e solitamente a quell’ora lo metto nel lettone con me (sono incinta al quarto mese). Sono molto stanca e non ce la faccio andare avanti fino al mattino.
Ora ho anche provato a stare con lui per più tempo a coccolarlo…ma il problema è sempre quando esco dalla stanza.
Mi distrugge sentirlo così. E soprattutto tutta la giornata va avanti con un bambino stanco e che non riesce a dormire sereno e quindi non riesce a riposarsi.
Non so che tipo di atteggiamento avere.
vorrei fargli capire che comunque la mamma torna. Anche quando dorme io ci sono. Perché secondo me è di questo che ha paura….
Mi scuso per le tante parole, ma ho cercato di essere il più dettagliata possibile.
A presto e ringrazio sin da subito per l’aiuto!
Elena
Gentile Elena,
il metodo di Estivill non rende i bimbi "felici di andare a letto" ma semplicemente "addestrati a dormire da soli" e sono queste due cose molto diverse a mio giudizio. Questo metodo si basa su due meccanismi: uno è l’abituazione progressiva, l’altro è la capacità dei bambini di rinunciare a desideri perentoriamente non esauditi, com’è quello di ricerca di contatto col corpo materno.
Un bambino che impara a dormire col metodo Estivill ha probabilmente veramente imparato a dormire da solo, c’è da chiedersi, però, a prezzo di cosa e di quanto: desideri anche spesso inconsci ma non per questo meno importanti e forti.
Nella vostra vita familiare sta accadendo qualcosa di nuovo, un fratellino in arrivo: i bambini sono sensibilissimi a questa cosa, anche se la pancia non si vede, anche se i genitori non ne parlano, anche se sono contenti di non essere più figli unici.
I bambini non sanno se saranno sempre amati come prima, o se il fratellino li sostituirà nel cuore e nelle attenzioni materne. I bambini regrediscono, a volte, temporaneamente, a fasi precedenti di sviluppo. Hanno bisogno di risperimentare porzioni di quella fusione primaria di cui godevano da neonati, hanno bisogno di mamma. E, molto competentemente, attivano comportamenti di Attaccamento, tesi alla ricerca ed al mantenimento del contatto e della prossimità con la madre.
Ecco che a questo punto il metodo Estivill si rivela del tutto inadeguato, inefficace, dannoso, perché risponde con un distanziarsi a una ricerca di vicinanza, perché disattende il desiderio e non vi risponde.
Al di là della stanchezza che tutte noi abbiamo provato, al di là della sorpresa di un bambino che "incomprensibilmente" (ma ne ha le sue buone ragioni) non dorme più da solo, c’è un ruolo materno cui non dobbiamo disattendere, essere anche – a volte – la culla in cui dormivano i nostri bambini prima di nascere.
Ora quella culla è piena di un altro ospite…chi non sarebbe toccato emotivamente da questo? Tenga il bimbo con sé, rinunci almeno per adesso al tentare di applicare il metodo Estivill, tenga duro, perché se soddisfa il bisogno di suo figlio, questo bisogno si estinguerà progressivamente con l’aumentare della sicurezza nel legame.
Spero anche io di essere stata esauriente, non esiti a scrivermi ancora,
Chiara Rizzello