Istinto materno

 

Gentile Chiaretta,

da qualche giorno Emanuele (19 mesi) ha bisogno di più contatto: mi viene ad abbracciare spesso, mi bacia e la mattina sta facendo un po’ di capricci.

Io credo che sia normale, nel senso che tutti attraversiamo periodi più particolari o semplicemente può essere che sta crescendo e sta capendo che stare con mamma e papà è più bello!

Vado a prenderlo al nido, ieri, e la maestra mi dice "Emanuele è nervoso in questi giorni, piange come sente mamma e sta facendo un po’ di capricci. Non è che sei tu che stai più nervosa e quindi lui di riflesso? E poi DEVI farlo dormire nel lettino suo."

Io sono serena: quando torno il pomeriggio ci divertiamo un sacco e per me dormire con lui è normale, così come dormo con mio marito. Perché dobbiamo sempre guardare le convenzioni sociali e fare quello che fanno tutti? Io voglio allattare mio figlio fino a che lui lo desidera e voglio tenerlo con noi nel letto fino a che lui lo vorrà… sicura di non creargli nessun trauma psicologico! Sono un’insicura, ma il mio istinto mi dice di comportarmi così con Lele e sono stanca di non sapermi difendere e permettere così a TUTTI di dirmi ciò che vogliono.

Mi farebbe piacere sapere il suo parere.

Cara mamma, sono del tutto d’accordo con lei.

I momenti di crisi e di bisogno di coccole e contatto sono fisiologici, e si presentano ciclicamente durante tutto lo sviluppo infantile, ogni volta con le modalità proprie dell’età.

A 19 mesi c’è ancora tanto bisogno di essere rassicurati ed accolti con abbracci e contatto fisico, e non c’è nulla di più bello, naturale ed intimo di allattare e dormire insieme, tanto più se sono attività che piacciono ad entrambi.

Non sono certo queste la causa di un momento di stanchezza di Emanuele, che può essere semplicemente provato dall’anno scolastico, dal caldo, dai dentini… o chi lo sa. Sta crescendo, e questo basta a spiegare tutto, in assenza di sintomi precisi.

Faccia ciò che sente è meglio per entrambi, senza ascoltare le imposizioni verbali delle maestre, che piuttosto dovrebbero riflettere su come far stare meglio il bimbo all’asilo.

Chiara Rizzello

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