Gentile dottoressa,
le scrivo perché non so più che fare. La mia bimba compirà tre anni ad aprile. È sempre stata molto avanti con il movimento e la verbalizzazione ma lo stesso non si può dire con il resto.
Ha una storia clinica complessa: grave reflusso, diarrea cronica, tonsilliti ricorrenti al punto da impedirle la frequentazione del nido, secondo il parere dei diversi pediatri consigliati. Il cibo è sempre stato un problema, mangia pochissimo, dichiara di non voler mangiare e ultimamente anche di non voler fare la cacca.
L’antefatto è stato il passaggio dalla diarrea cronica alla stipsi.
Di sicuro ha sentito male, ha subito traumi con i microclismi, non si vuole affatto sedere sul vasino, ma anzi si ostina a stare in piedi stecchita stringendo i glutei. Io le somministro regolarmente fibre solubili e da un mesetto circa il Paxabell anche se non con regolarità perchè rifiuta quasi tutto. Un vero disastro. Ho iniziato a consultare una psicologa ma non mi sembra di trarre grandi vantaggi al momento. Io lavoro part time, 3 gg la settimana con turni, quindi la bimba passa molto tempo con me, forse troppo.
Sicuramente c’è un conflitto, ma io non so che fare per sbloccare la situazione, sia fisica che mentale. Non vuole sentire ragioni di sorta, è no su tutta la linea, né la persuasione, né i premi, né la forza.
Non so proprio che fare.
Grazie, attendo con ansia un suo parere.
Claudia
Cara Claudia,
premetto che posso darle dei suggerimenti da un punto di vista prettamente educativo e non medico e che non avendo una conoscenza approfondita della bimba i miei consigli saranno basati sull’esperienza di situazioni simili alla sua.
Prima di tutto è importante chiedersi: “ cosa vuol comunicare la bimba con il suo atteggiamento?” le parole che mi vengono in mente sono:
disagio, desiderio di imporsi, bisogno di attenzione, bisogno di dominare il suo corpo.
Mi sento di suggerirle di cambiare atteggiamento: stupire la bambina dimostrandole che siete d’accordo con lei e che sarà lei a decidere quando utilizzare il vasino (sicuramente ci vorrà pazienza e determinazione), non pretendere che mangi se la bimba rifiuta il cibo ( il cibo lo associa a ciò che le ha causato dolore e disagio).
Cercare di iniziare un percorso che le permetta di vedere il cibo in un’ottica diversa (cucinate insieme, preparate dei piatti appetitosi e sarà lei scegliere se assaggiare ciò che avete preparato)
Qualora la bambina si rifiutasse dimostrate di accettare senza problemi la sua scelta, nessuno dovrà rimproverarla.
La serenità della bimba è il primo passo per raggiungere il nostro obiettivo primario; il secondo obiettivo sarà quello di vincere il timore del cibo e iniziare a mangiare con tranquillità, il terzo di utilizzare il vasino in modo appropriato.
Portate avanti questo atteggiamento almeno per una settimana e le sarei grata se mi facesse sapere se ha visto la bambina più serena.
Cari Saluti
Monica Balli