Gentile dottoressa Rizzello,
le scrivo dopo aver letto molte delle sue risposte sul problema notturno e rimanendo colpita dal fatto che finalmente anche un medico non crede alla soluzione del pianto dei bambini per far cambiare loro le abitudini!
Ho una splendida bimba di un anno che allatto da sempre con grande felicità; da qualche mese, però, la situazione è diventata veramente difficile sia per l’assunzione del latte che per il sonno. Camilla, pur amando all’inverosimile il mio latte, ora è completamente svezzata, ma di giorno non vuole assumere il latte né vaccino, né di crescita, per cui l’alimentazione è fatta di yogurt (colazione e merenda), tanto formaggio e parmigiano soprattutto a cena.
La sera, poi, si addormenta attaccandosi al mio seno (non prende ciuccio, né biberon né altro) crollando dopo 15-20 minuti. Fin qui ancora tutto abbastanza normale.
Dopo un tot di tempo non sempre uguale (un’ora come tre ore), cominciano i risvegli notturni con pianto o lamenti che si calmano solo se la tiro su dal suo lettino e l’attacco al seno. Per sopravvivere, e considerato che i risvegli possono essere ripetuti anche ogni dieci minuti, sono costretta a portarla nel lettone e tenerla, quasi tutta la notte attaccata al mio seno con ripercussioni ovvie sul mio sonno che quasi non esiste più o è continuamente interrotto.
Di giorno Camilla è una bimba adorabile, solare e socievole, forse un po’ viziata, ma semplicemente perché io non amo far piangere i bambini e voglio che lei si senta comunque coccolata e amata. Il mio pediatra mi ha detto che "gli faccio pena" e che sto crescendo una bimba che "mi comanda"… forse è vero ma io non riesco ad accettare l’idea di mettermi i "tappi alle orecchie" e lasciarla piangere allo sfinimento durante la notte!
Il senso di questa mia mail quale vuole essere ? La ricerca disperata di un consiglio in più al quale non ho pensato o un aiuto di strategia diverso dal pianto senza fine come metodo di insegnamento. È possibile o dovrò rassegnarmi al metodo di "fate la nanna"? Rischio di far crescere una bimba confusa dalle mie incertezze di mamma ? So di non chiederle molto di diverso dalle altre mail, ma la ringrazio per quanto vorrà scrivermi.
Cristiana
Cara Cristiana, premetto che non sono medico, ma educatrice, per cui il mio parere non si estende agli aspetti strettamente nutrizionali; per questi può senz’altro scrivere alla nostra pediatra, dottoressa Sannicandro, per chiederle se il tipo di alimentazione sostitutiva del latte vaccino o di crescita è corretta.
Per ciò che concerne la relazione tra lei e sua figlia, le abitudini del sonno, la sua stanchezza e soprattutto il giudizio non troppo felice del pediatra, sarei dell’opinione di tapparsi le orecchie innanzitutto ai facili giudizi esterni e concentrarsi sull’interno della vostra famiglia.
Mi dice che il rapporto tra lei e la bambina, legato all’allattamento, è molto intenso e soddisfacente: perché interromperlo, allora, se ad entrambe piace e appaga? I risvegli notturni non sempre sono provocati dalla dipendenza da seno, ma da altri fattori, legati anche alla crescita, tra cui il senso di abbandono e il bisogno di contatto con la mamma. Questo va soddisfatto indipendentemente che si offra il seno, un abbraccio o un bacio.
Purtroppo il lettone non è molto grande per ospitare tre persone, ma se stare nella stessa stanza vi aiuta, valuti di attaccare il lettino, con la spondina tirata giù, al lato del lettone dove lei dorme (fissandolo bene) in modo che sua figlia abbia un suo spazio e contemporaneamente possa raggiungerla durante il risveglio.
Soluzioni pronte e sicuramente efficaci a questi problemi notturni, che affliggono moltissimi bambini e le loro famiglie, non ce ne sono. Bisogna avere la pazienza di aspettare che il tempo passi e la predisposizione ad essere mamme di notte come di giorno.
Cari saluti, Chiara Rizzello