Buongiorno Chiara,
vorrei parlarti di un problema di mia figlia.
Lei mangia tanto e non vorrei che ingrassasse troppo. Ora è già cicciottina e ha solo 5 anni ma se continua così, da adolescente potrebbe essere una cosa seria e difficile da "raddrizzare".
Piccola premessa: io da piccola mangiavo poco (come molti bimbi) quindi da adolescente ero magrolina e fino ai 20 anni mangiavo quanto un uomo e non mettevo su un etto, ecco perché non ho idea di cosa voglia dire per una bimba non poter mangiare perché altrimenti ingrassa, e non so neppure come comportarmi con mia figlia.
Ora se mangio troppo ingrasso ma sono adulta e lo so bene. Ma come lo spiego a mia figlia? A lei piace proprio mangiare…
Oggi ad esempio ho fatto una torta e lei non vedeva l’ora di mangiarla, l’ho sfornata e non le ha dato nemmeno il tempo di raffreddarsi. Ne avrebbe voluto mangiare più di una fetta ma l’ho fermata. Poi siamo uscite e mentre tornavamo a casa mi diceva che voleva mangiare la torta. Ha come una fissa per il mangiare.
Non voglio terrorizzarla dicendole che se mangia ingrassa troppo, non vorrei che vedesse il cibo un nemico ma non posso nemmeno lasciarle magiare tutto ciò che vuole (lei mangia quanto un adulto, e pure di più se non la fermo).
Come ci dobbiamo comportare come genitori? Cosa possiamo dirle per farle capire che non si può mangiare all’infinito?
una mamma
Cara mamma,
da un punto di vista strettamente medico esistono studi che ci indicano che l’obesità infantile (e anche il sovrappeso, in misura proporzionalmente minore) sia causa di una predisposizione a essere adulti obesi, con tutti i rischi che ciò comporta sulla salute fisica e sull’equilibrio psichico di un individuo. Ciò a maggior ragione se a sviluppare il sovrappeso è una femmina, poiché questo genere è per sua natura maggiormente predisposto a problemi legati al rapporto col cibo e col proprio corpo.
L’obiettivo principale di un genitore è quello, quindi, di mantenere il peso dei figli entro il range della norma e ciò può essere fatto senza responsabilizzare il bambino né tantomeno farlo sentire in colpa o inadeguato, o tramite grandi discorsi teorici o morali al riguardo: la responsabilità di azione deve ricadere sui genitori che faranno in modo di far fare più attività fisica ai figli e contemporaneamente non rendere disponibili certi cibi o certe quantità di cibo in alcune ore del giorno.
Se fai una torta è ovvio che lei la voglia, ma se non la fai, lei non ci può pensare e soprattutto non può mangiarla e non deve resistere alla tentazione. Ora, per non cadere nell’eccesso contrario, magari una torta una volta la settimana è bello che ci sia, ma appunto dovrebbe essere un’eccezione.
Puoi inoltre cucinare riducendo i grassi e lei non se ne accorgerà, puoi aumentare le verdure e la frutta (quest’ultima data come merenda ad esempio) e non tenere in casa alimenti con calorie vuote (tipo cioccolata, merendine, patatine..).
Il tutto a sforzo zero per la bimba e con vantaggio per la salute di tutta la famiglia. Valuta anche che spesso i bimbi mangiano spinti dalla noia e a volte organizzare un attività interessante e coinvolgente può essere un ottimo metodo per trascorrere le poche ore che separano dal pasto ed evitano un fuoripasto inutile e dannoso da questo punto di vista.
I motivi per cui il nucleo, e non solo il bambino, opta per queste scelte alimentari devono essere specificate come scelte di salute e questo dev’essere chiaro per tutti, perché mai dovrai fare commenti sul peso, il grasso o l’aspetto fisico della bimba.
L’esempio, anche in questi casi, fa tanto: lei impara da voi.
Ricordate sempre che il cibo non deve diventare merce di scambio in casa, né un premio né un modo per punire. Il cibo è cibo e serve per nutrirsi e stare bene, e "a chi mangia troppo viene il mal di pancia!"
Questo dovrebbero sapere i bimbi in età prescolare e su questo punterei: "il pancino ha bisogno di riposarsi tra un pasto e l’altro, sennò si fa male a lavorare sempre, come le persone che alla sera si riposano dal lavoro".
Per ultimo, mai riprenderla alla feste o occasioni sociali, fatela mangiare quanto desidera per non crearle una frustrazione sociale. Mai nominare il termine "dieta": siamo genitori per educare a un corretto rapporto col cibo e con sé stessi, non per far sentire inadeguati i figli rispetto al loro rapporto col cibo e il loro corpo.
Un caro saluto,
Chiara Rizzello