Gentilissima Chiaretta,
vorrei chiederti un parere e anche un consiglio, mio figlio frequenta il primo anno di scuola materna e ha esattamente 3 anni e 9 mesi. Ieri la maestra mi ha consegnato i lavoretti del primo trimestre e mi sono un po’ preoccupata, ti spiego il motivo: Andrea non sa disegnare. Che non amasse colorare era cosa ben nota in famiglia, anzi, gli unici colori che adora sono quelli per le mani, pastelli pennarelli e compagnia bella non esistono, infatti quelle poche volte che riesco a farlo colorare, lui, dopo pochissimo tempo, chiede a me di farlo.
Allora, anche su consiglio della maestra, non gli propongo più di colorare, aspetto che sia lui a chiederlo e non succede mai, ma il problema è un altro: sui disegni la maestra ha scritto quello che chiedeva, ad esempio "disegnati in mezzo ai bambini"oppure "completa la faccia"e lui non ha fatto niente, solo righe e scarabocchi, neanche un abbozzo di bambino, neanche stilizzato.
Questo un po’ mi preoccupa perché ho sempre ritenuto Andrea un bambino molto intelligente, infatti ha una grossa proprietà di linguaggio rispetto ai suoi coetanei ma, ad essere sinceri, il mio più grande cruccio è appunto che odia disegnare, non si impegna, la maestra mi riferisce che per fargli colorare il lavoretto di Natale ci ha messo una settimana e tutte le volte lui diceva che aveva dolori strani, che non stava bene, per lui era una tortura.
Visto che molti mi dicono che un bambino che è bravo alle elementari si vede già all’asilo perché adora colorare, il mio problema diventa doppio: se non riesce a stare seduto e a concentrarsi su quello che gli viene chiesto come farà?
Forse mi sto allarmando troppo ma è una situazione che mi preoccupa, a lui non lo faccio pesare, ieri abbiamo visto i lavoretti insieme e gli ho detto che è stato bravissimo, ma sono sinceramente preoccupata. Come devo comportarmi? È normale questo suo rifiuto e atteggiamento?
Ti ringrazio anticipatamente per la risposta, Barbara
Gentile mamma,
fortunatamente gli studi sull’intelligenza umana ed infantile ci consentono di sorridere di fronte ad affermazioni come quella che ha sentito lei in merito alla capacità di colorare come fattore prognostico delle successive abilità scolastiche.
L’intelligenza è un insieme vastissimo di capacità e competenze in cui tutte e ciascuna di esse dipendono sia da fattori genetici che acquisiti, in un intreccio talmente articolato che non è possibile rintracciare rapporti causa effetto così netti e precisi. Ed io aggiungo, per fortuna che è così, perché sennò saremmo vittime di determinismo e non esseri liberi di svilupparci ed evolverci verso capacità nuove, imprevedibili e non del tutto controllabili a priori.
Perciò io non metterei un ipoteca sul futuro successo scolastico di suo figlio, a partire dalla sola scarsa capacità o motivazione a colorare e disegnare. Semmai sarebbe invece il caso di non far detestare l’arte figurativa al bambino, non obbligandolo in tal senso.
Tra l’altro ci sono ancora ben due anni e mezzo di tempo per aiutarlo nei confronti di questa attività, senza insistere ma essendo semplicemente propositivi.
La mia esperienza personale di mamma ed educatrice nella fascia 3-5 anni, mi ha portato a conoscere molti bambini le cui capacità pittoriche e grafiche si sono sviluppate in modo tardivo (verso i 5-6 anni) ma molto positivo, mentre conosco bambini altrettanto intelligenti e capaci che non amano disegnare affatto.
Evviva la variabilità individuale, mamma!
Io le consiglierei di non sforzare il bambino e di lodare ogni suo tentativo spontaneo senza criticare le produzioni ancora molto semplici. Anche tracciare righe ad esempio è espressione grafica tanto quanto disegnare la figura umana, pensiamoci.
Dia del tempo al bambino, e chieda alle maestre di fare lo stesso, informandola su eventuali progressi o rifiuti. Attenda ancora un anno all’incirca per vedere se ci sono state evoluzioni in tal senso. Se il resto dello sviluppo è nella norma, non c’è di che preoccuparsi.
Cordialmente, Chiara Rizzello