Non tollera il NO a cinque anni

 

Ciao Chiaretta,

ho bisogno di te. Purtroppo a volte non riesco a gestire mio figlio, cinque anni, appena gli si nega qualcosa nasce un putiferio, urla pianti, calci, si butta per terra. Noi abbiamo provato a parlare con lui con calma, abbiamo provato con i castighi, niente da fare, i capricci sono all’ordine del giorno.

Non riesco più a portarlo in giro perché se si mette in testa che vuole un gioco, devo uscire dal supermercato arrabbiata e con lui paonazzo dal pianto, gli viene persino la tosse.

Più gli dico di smetterla e più urla, tutti ci guardano e fanno commenti, non mi va, sembra che non lo educo, forse è così.

Ho bisogno di qualche suggerimento, perché non sappiamo davvero cosa fare.

Gli diamo tanto, forse lo sbaglio è questo, ma cerco di non dargli tutto, altrimenti è finita, e qui scatta il capriccio. Hai consigli?

Grazie, Emanuela

Cara Emanuela,

bisognerebbe capire se tuo figlio ha sempre avuto un temperamento poco incline a sopportare la frustrazione di un NO o se invece questa caratteristica è presente da poco tempo.

Effettivamente esistono bambini meno tolleranti ed accondiscendenti, che fanno fatica ad incorporare un rifiuto come elemento positivo e che reagiscono con forti esplosioni di rabbia. Ciò a partire giù dai primi NO detti verso i 9-12 mesi, sempre che siano stati detti. Se invece il NO è arrivato molto dopo, il bambino avrà più difficoltà ad accettarlo.

Inoltre come ti dicevo, è possibile che siano subentrati altri fattori, come stanchezza e caldo, o un qualche disagio fisico lieve che lo rende meno propenso ad essere rilassato, o qualche tensione in famiglia o in voi genitori che si ripercuote inevitabilmente su di lui e sul clima.

Quindi cerca di fare mente locale su questi atteggiamenti: da quanto si presentano ed in che forma, se ci sono stati cambiamenti educativi nei suoi confronti (nulla destabilizza di più un bambino che la mancanza di coerenza educativa), a che età i primi no. Inoltre ragiona sui possibili fattori contingenti di questo periodo.

In ogni caso, a 5 anni si ha già una buona capacità dialogica e si inizia anche a saper procrastinare la soddisfazione ad un secondo momento, per cui quando dici un no (magari se è proprio il termine che infastidisce, usa una perifrasi), spiega il motivo e proponi un’alternativa valida e piacevole.

Ti faccio un esempio semplice. Bambino che chiede un gelato alle ore 18.00, che inevitabilmente rovina l’appetito per la cena.

B: "Mi compri un gelato, mamma?"
M: "Ti andrebbe un bel ghiacciolo fresco che è estate? Puoi scegliere il gusto che vuoi!"

Gli hai detto di no, non hai usato un divieto, sei stata propositiva offrendogli un’alternativa simpatica. Se lui chiedesse perché no il gelato, spiegagli certamente che non è l’orario giusto, ma proponigli che se proprio il gelato vuole, può mangiarlo dopocena, tra poche ore.

Riscrivimi se lo desideri. Chiara Rizzello

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