Buongiorno Chiaretta,
mia figlia ha 32 mesi e da qualche giorno sembra non volere più il latte dal biberon.
Io vorrei passare alla tazza, che sembra piacerle, ma finisce che non riuscendo a berlo la imbocco e sinceramente non mi piace l’idea visto che sa mangiare da sola. L’acqua la beve dal bicchiere con il beccuccio, ho provato diverse volte con il bicchiere normale ma finché ci sono io a porgerlo va bene appena lo prende lei lo alza tutto e non lo appoggia sulla bocca… bagnandosi tutta.
È una bimba intelligente, penso che sia in grado, ma che le piaccia pasticciare. Come posso educarla a questo cambiamento? Mi dispiacerebbe che ciò portasse ad abbandonare il latte che per ora è stato fondamentale per lei che ha una dieta poco variata e appena sufficiente in termini di quantità. Mi suggerisca qualche valida strategia.
Grazie, mamma bis
Gentile mamma, l’autonomia si conquista sul campo, giorno dopo giorno, sbagliando, pasticciando, e scendendo a compromessi: è il compito evolutivo forse più importante in assoluto per l’essere umano in crescita e perciò riveste un enorme importanza.
L’età di sua figlia è sufficientemente elevata da far sì che il biberon possa essere lasciato in favore di un contenitore, e dunque di capacità più mature, ma è ovvio che il desiderio della bambina è immediato, è una spinta evolutiva, mentre le capacità manuali e cognitive che lo sostengono vanno affinate poco a poco.
Permetta dunque alla piccola di "pasticciare" e tentare di mangiare a modo suo, prevedendo di dedicare alla colazione tempi più lunghi e rilassati (se dovete svegliarvi per uscire, svegliatevi un po’ prima ad esempio), oppure di concedere una seconda colazione a distanza di un oretta, se nella prima non ha bevuto a sufficienza. Ogni bambino, se aiutato e assecondato, trova il suo metodo per nutrirsi, l’importante è che venga favorito e non ostacolato.
Se nel latte mette i biscotti, ha provato ad esempio a fare una tazza di latte e biscotti molto densa e fargliela prendere col cucchiaino? Bisogna trovare tattiche nuove, per nuove competenze in via di sviluppo, il concetto resta questo, e non solo al fine di nutrirsi, ma proprio per imparare crescendo ad usare nuovi strumenti e capacità.
Cordialmente, Chiara Rizzello