Bambina di 2 anni con brutti vizi alimentari: che fare?

Salve Dott.ssa sono una mamma di una bimba nata a 34 settimane 1.525 kg 41 cm.

Oggi mia figlia ha 2 anni pesa 10 kg è alta 81 cm però fino a due mesi fa che mangiava piatti di pasta con qualsiasi cosa oggi quando vede il piatto gli vengono le crisi comincia a piangere in certi momenti con il pianto rimane anche senza respiro. Di masticare ho provato a fargli a pezzetti la pasta e dargliela con la forchetta niente la sputa la devo tritare e dargliela con il cucchiaio certe volte gli do gli omogeneizzati. Mastica la mela il pane le patatine al forno la pizza per quanto riguarda i bastoncini di merluzzo gli fa solo un assaggio poi li rimette nel piatto.

La mattina il latte con 2 biscotti ne prende 100 gr se gli do il latte nel pomeriggio ne prende di più un 120/150 gr. Lo yogurt i fruttoli i budini queste cose le mangia… Le verdure pure solo che lei non mangia se non ha le sue patatine da sacchetto anche due tra le mani. Abitudine che gli hanno dato mio marito e i nonni paterni. Io non voglio portare mia figlia a diventare succube delle patatine davanti la tv, non mi piace. Non so più cosa fare e come comportarmi io mi arrabbio con mia figlia quando lei strilla che rifiuta il cibo.

Da premettere pure che ho dovuto vietare a mia suocera di dargli da mangiare durante la mattinata come biscotti o pizza perché poi lei a pranzo non mangia più.  Dott.ssa mi aiuti e scusate se mi sono divulgata tanto. Mi potrebbe dare un alimentazione equilibrata per mia figlia.

La ringrazio.

Più che di una alimentazione equilibrata, credo che la tua bimba abbia bisogno di una educazione equilibrata, di qualche “no” pronunciato in modo autorevole sia nei confronti dei suoi capricci che nei confronti di chi la vizia con fuori pasto inopportuni, troppe concessioni alle sue richieste e troppe cattive abitudini.

E’ una lotta fra te e tutta la famiglia paterna dove tu sei, purtroppo, in minoranza. Però sei la mamma e devi riprenderti il ruolo e la responsabilità educativa che ti spettano. I pasti devono tornare ad essere dei momenti di serena socializzazione e non dei pretesti per sfogare la rabbia e fare emergere conflitti sia tra voi adulti che fra te e la bimba. La piccola si trova in un momento delicato della sua crescita psicologica e i suoi “no” sarebbero comunque all’ordine del giorno anche se ci fosse l’auspicato accordo educativo tra voi adulti.

Quindi i capricci vanno considerati momenti di crescita psicologica e vanno accolti con calma ma con la dovuta fermezza perché sono l’espressione del bisogno che ha la bimba di punti di riferimento, del bisogno che ha di capire ed imprimersi bene nella memoria tutti i limiti tra il bene e il male, tra quello che le è concesso fare e quello che è proibito. Esprimono una sfida più che la volontà precisa di ottenere quello che chiede, una provocazione.

E questo atteggiamento provocatorio sarà tanto più evidente in lei quanto meno riceverà dagli adulti e soprattutto dalle figure di riferimento delle risposte ambigue e poco univoche. Serve autorevolezza, una gerarchia chiara dei ruoli degli adulti, un accordo educativo almeno tra voi due genitori se non lo si può pretendere dai nonni, regole quotidiane piuttosto precise e condivise per quanto riguarda la gestione della piccola proposte con dolcezza e pazienza ma anche con fermezza dove i momenti di gioco si alternino ai momenti di coccole e accudimento e ai momenti dei pasti, il tutto gestito con pazienza, disponibilità all’ascolto dei bisogni della piccola e dei suoi tempi ma anche serena fermezza.

I famosi “no” andrebbero così distribuiti quando servono veramente e soprattutto alternandoli a molti “si” tutte le volte che la bimba si comporta bene o avanza delle richieste legittime o fa dei progressi evidenti. In poche parole: i bambini devono meritarsi i sì con dei buoni comportamenti, ma prima ancora sono gli adulti che devono meritare e legittimare il loro diritto-dovere a dire “no” con il loro comportamento educativo coerente accompagnato sempre dal buon esempio. I “si” migliorano l’autostima e la serenità della bimba che si sentirà così amata e valorizzata, mentre i “no” giusti contribuiranno a mettere ordine nella sua piccola mente per crescere con equilibrio.

Detto ciò, si sa che la corretta alimentazione di un bambino prevede 5 pasti al giorno di cui tre completi (colazione pranzo e cena) e due spuntini (metà mattina e pomeriggio). I tre pasti completi devono prevedere proteine, cereali e frutta o verdure, a metà mattina va bene la frutta perché di solito non la si mangia a colazione e a merenda, possibilmente, un pasto contenente proteine come yogurt o latte per esempio. In questo modo non ci dovrebbe essere posto per i fuori pasto ma soprattutto per i cibi spazzatura come dolcetti, patatine fritte del commercio cucinate con chissà quale olio e con eccesso di sale e alimenti contenenti una concentrazione di zuccheri eccessiva che fanno salire la glicemia e riducono il senso di fame anche quando la quantità di alimento introdotta è minima e soprattutto, spesso a causa degli additivi e degli esaltatori di sapidità che contengono, creano una pericolosa dipendenza e una tendenza anche futura di desiderare questo tipo di alimentazione piuttosto che alimenti più semplici e naturali.

Non è raro, infatti, osservare bambini prematuri o gracili nei primissimi anni che tanto hanno preoccupato i genitori proprio per questa loro caratteristica, diventare presto in sovrappeso in età scolare a causa delle errate abitudini dei primi tempi, concesse loro proprio per cercare di sopperire alla magrezza. Magrezza che spesso dipende da un giudizio del tutto soggettivo dei genitori, ad una loro ansia senza fondamento. Nel caso della tua bimba, infatti, peso e altezza corrispondono perfettamente: si collocano su un percentile basso, vuoi a causa della prematurità, vuoi a causa della costituzione, però sono valori coerenti fra loro e l’ansia sull’alimentazione della piccola non ha ragion d’essere. Infine, se possibile, cerca di inserire presto la piccola al nido: meno vizi, meno capricci e più socializzazione con i coetanei.

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