A sette mesi si può parlare di iperattività?

 

Gentile Dottoressa,

ho sentito parlare di iperattività e di un eventuale disturbo a cui può portare (non ricordo il nome), ma sempre nei bambini più grandi, in età scolastica.

La mia piccola Giorgia ha sette mesi e sin dal primo giorno è sempre stata una bimba vivace, attiva a volte anche irrequieta. Tuttora, quando osservo altri bimbi della sua età, mi accordo che Giorgia è molto più comunicativa. Dalla gestualità, dal modo che ha di ridere e giocare e di ascoltare. È molto attenta, non le sfugge nulla. Insomma è tutto molto bello… ma, di contro, c’è che non riposa mai, dorme pochissimo (di notte si sveglia più volte alla ricerca del seno), ogni gioco o attività che intraprende ha un tempo prestabilito, dopo pochi minuti si stufa e vuole fare altro. Non sta ferma: se è in braccio continua a pedalare ed agitare le braccia. Sul letto è una vera e propria palestra tra capovolte, giravolte e addominali.

Diventa difficoltoso spostarsi in auto perché sul seggiolino si sente imprigionata ed inizia a strillare. Idem il seggiolone: solo il tempo della pappa.

Mi sono riscoperta molto paziente, ma a volte, giuro, questa pazienza è messa a dura prova.

Mi sento dire spesso "lasciala piangere". Forse è vero, ma posso garantirle che NON smette nemmeno dopo quarti d’ora. Urla talmente tanto che si fa venire tosse e conati di vomito.

Poi mi sento in colpa. È piccola e non sempre riesco a riconoscere i "capricci" dalle richieste.

Spero di essere stata chiara nella descrizione. Quello che volevo chiedere è se tutti questi possono essere sintomi di quel disturbo dato da iperattività o se semplicemente trattasi di bimba birichina!

Grazie infinite. Monica

Una parte del carattere che un bambino esprime già dai primi mesi di vita è costituzionale, ereditato da uno o entrambe dei genitori; una parte è legato alle sollecitazioni ambientali se vive in un ambiente molto vitale, vivace, giovane, se la madre interagisce e comunica molto con il figlio, non solo a parole ma anche con il corpo, la fisicità, i movimenti, la danza, a lotta per gioco sul letto, ecc., cioè se è sufficientemente giovane e piena di energie da assecondare la naturale esuberanza del figlio, se trasmette allegria o se, al contrario, è molto normativa, impone regole, non risponde ai richiami quando li considera eccessivi o inopportuni, è, insomma, meno affettiva in generale.

I bambini a sette mesi non hanno una capacità di attenzione prolungata e più l’occupazione nella quale sono intenti è, per le loro capacità, complessa, meno tempo potranno dedicarvi senza sentire la necessità di distogliere la concentrazione, senza per questo pensare al disturbo di deficit di attenzione e iperattività anche se, a ben conoscerlo, esso può insorgere o comunque dare i primi segni di sé anche prima dell’età scolare.

Per incanalare adeguatamente le esuberanti energie di un bambino così piccolo, a mio parere, oltre alla pazienza infinita, possono aiutare alcuni accorgimenti: giornata del bimbo scandita da abitudini e ritmi ben precisi, che si susseguono in modo regolare e sempre uguali per quanto riguarda orari e durata, cioè sveglia alla stessa ora, passeggiata alla stessa ora, pasti alla stessa ora, sonnellini alla stessa ora, sempre le stesse persone ad accudirlo e via discorrendo; una grande capacità di ascolto del bambino quando fa di tutto per richiamare l’attenzione in modo che il suo bisogno di comunicare o di farsi capire sia sempre soddisfatto e lui possa così acquisire una completa fiducia nel mondo che lo circonda, nelle persone che lo accudiscono e in se stesso: il bambino deve sentire, cioè, di essere amato e capito; una estrema coerenza di comportamento della madre e degli adulti in senso lato che si prendono cura di lui in modo che il bimbo stesso sia portato a percepire il senso del limite, di quello che può o non può fare, fin dove si può spingere nelle sue richieste e quando, invece, deve imparare a cedere o, al limite, a cavarsela da solo.

Infine, un bambino con molte energie deve avere la possibilità di utilizzarle,di scatenarsi ogni tanto per scaricarle: è, quindi, giusto offrirgli molte possibilità in questo senso come baby ginnastica o baby fitness, acquaticità, massaggio infantile rilassante oppure semplice disponibilità a giocare con lui in allegria.

L’importante è riuscire a guidare e gestire bene queste richieste dandogli soddisfazione si, ma facendogli anche capire con dolce fermezza quando è ora di smettere indirizzando la sua attenzione, magari, su una occupazione più rilassante.

L’educazione di un bambino, con modalità diverse secondo le varie età, comincia da subito, perché per educazione non si deve intendere una serie di comportamenti imposti dall’esterno ai quali il bambino deve imparare a sottostare senza ribellarsi, ma un aiuto che il mondo adulto fornisce al piccolo affinché possa conoscere, capire e decodificare più facilmente i suoi desideri, i suoi bisogni e le sue pulsioni e possa, da essi, costruire meglio e più agevolmente la sua personalità. Un ordine mentale che serve soprattutto al bambino per imparare a conoscersi meglio, farsi capire meglio dagli adulti, imparare a comunicare e, in questo modo, costruire più solidamente la sua libertà.

Anche i no, quindi, hanno un senso in un bambino così piccolo, a condizione, però, che siano preceduti da tutti i si di cui il bimbo stesso ha bisogno, altrimenti i no non avranno senso.

Un caro saluto, Daniela

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