Ansia sull’alimentazione del figlio

Gent.ma Dott.ssa,

il mio bambino ha 27 mesi ed è alto 89 cm per 14 kg circa.

Da quando ha compiuto i due anni ha deciso di cambiare alimentazione poiché, fino a quell’epoca, mangiava ancora le pappe da "svezzamento".

Fin dall’inizio dello svezzamento abbiamo notato che il bimbo non mostra particolare curiosità per i nostri cibi. Gli piacciono i dolci (biscotti, gelato, cioccolato), le patatine (che cerco di dargli il meno possibile), il pane, i grissini, le fette biscottate.

Non ha mai mangiato pasta, riso o pastina. Mangia la carne solo passata nel pangrattato. Le verdure gliele faccio mangiare sotto forma di passato (che comunque non mangia sempre) oppure sotto forma di polpettine alla quali aggiungo anche formaggio e prosciutto cotto.

Alessio è chiarissimo di carnagione e spesso mi sembra abbia delle occhiaie paurose. Lo so che è una mia impressione perché sono fissata sul cibo e sul fatto che non mangia molto. Lui è un bimbo allegro, vispo, capriccioso (come tanti della sua età) ma tutto sommato gestibile.

Il pediatra l’ha visitato circa dieci giorni fa e l’ha trovato in ottima salute. Da luglio è cresciuto tre cm e il peso è sempre lo stesso.

Quello che mi preoccupa però è l’eventuale diminuzione del peso. Ormai non ha più un filo di pancia e toccandogli la schiena si sente molto distintamente la colonna vertebrale. Cosa mi consiglia di fare? Ormai è una discussione continua con mio marito che, al contrario di me, si mostra sereno e per nulla preoccupato. Esagero?

Tenga conto che sia io che mio marito da piccoli eravamo come il nostro bimbo, fissati su alcuni alimenti. Io anche durante l’adolescenza, ho avuto un rapporti difficile con il cibo rischiando di diventare perfino bulimica. Pensa che questo possa influire?

La ringrazio anticipatamente per l’attenzione che vorrà dedicare alla mia domanda.

Buona serata


Il tuo bimbo è cresciuto molto bene e penso anche che sia di ossatura robusta perché, almeno secondo le mie tabelle, pesare 14 kg con una altezza di 89 cm, significa essere lievemente in sovrappeso!, cosa che dalla tua descrizione non sembrerebbe proprio.

Ti consiglio, quindi, di non dare così tanta importanza a quanto riesce a mangiare, lasciando che si regoli da solo se non finisce la sua porzione o se un giorno si ostina a non voler mangiare qualcosa perché, magari, cucinato nel modo che a lui non va.

Preparagli i pasti pensando a quello che sarebbe bene che lui mangiasse e non a quello che sai che mangerà sicuramente, togligli l’abitudine ad eventuali fuoripasto non esattamente salutari come dolciumi, patatine fritte, troppi gelati e così via: non che tu non debba assolutamente darglieli, ma devono diventare una eccezione e magari un premio per qualcosa di buono che ha fatto o per quando si è comportato bene e non una soluzione e un cedimento ai suoi capricci.

I problemi alimentari dei bimbi iniziano sempre come conseguenza di un errato approccio al cibo che ha la mamma nei confronti del bimbo, cioè un’ansia eccessiva riversata sulla alimentazione del proprio figlio come se un bambino inappetente o svogliato fosse per forza la conseguenza di una mamma che non è capace di fare bene la mamma.

Non è così: il bene che si vuole ai propri figli si dimostra pensando, appunto, al loro bene, non con l’eterna preoccupazione di gratificarlo comunque, pur di essere, a propria volta, gratificati dal suo appetito. Il bambino non deve diventare un piccolo tiranno al momento dei pasti, ma semplicemente una persona che si nutre per vivere e per dare energia alle proprie cellule, facendolo nel modo più ragionevole secondo i dettami della corretta alimentazione che, ovviamente, non possono che essere nella testa della mamma e non certo in quella del bimbo.

Fai arrivare il bimbo al momento del pasto con un sano appetito e non cedere a caramelle o sfizietti vari e vedrai che, prima o poi, la fame lo farà rientrare a più miti consigli e diventerà una buona forchetta. Scendi a qualche compromesso solo per quanto riguarda la consistenza dei cibi, perché, a volte, i bimbi sono pigri nel masticare, ma comunque devono pur sempre imparare, prima o poi.

Per quanto riguarda le occhiaie, sono frequenti nei bimbi di carnagione chiara ma possono anche essere sintomo di scarsa ossigenazione, soprattutto notturna, se il bimbo ha le adenoidi ingrossate, se dorme con la bocca aperta o se russa, così come potrebbero essere un sintomo di allergia, o respiratoria o alimentare.

Rasserenati, quindi e cerca di modificare il tuo atteggiamento nei confronti del cibo che potresti inconsciamente riversare sul bimbo: cioè non pensare al cibo come consolazione, come gratificazione, come gratificazione a colmare un vuoto di qualsiasi natura, affettivo, esistenziale, di realizzazione nella vita o quant’altro.

Il cibo è un carburante che serve a fare funzionare una macchina, nulla di più e tutte le altre forme di gratificazione vanno ricercate altrove, possibilmente sforzandosi di avere un continuo scambio e una continua comunicazione affettiva ed emotiva con gli altri e una maggiore stima in se stessi.

Un caro saluto,

Daniela

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