Gentile dottoressa,
le scrivo perché sono preoccupata per mio figlio Edoardo di 7 anni e mezzo.
Finché ha frequentato l’asilo è stato spesso soggetto a infezioni varie in particolar modo alle vie respiratorie. In tre anni ha avuto tre broncopolmoniti. Il pediatra mi rassicurava dicendo che con i sei anni le malattie si sarebbero molto diradate e così in effetti è stato.
Ma dopo quasi due anni di tregua, ora ha di nuovo la broncopolmonite, e dopo cinque giorni di Claritromicina, non essendoci stati miglioramenti, il pediatra ha prescritto cinque iniezioni di Rocefin.
Mi domando perché il primo antibiotico non abbia funzionato e perché lui abbia questa "predisposizione" alla broncopolmonite.
La ringrazio fin d’ora per la sua attenzione.
Cari saluti, Michela
Ogni bambino ha, per sua natura o sua costituzione, un organo più debole e più soggetto ad infezioni, un organo bersaglio si potrebbe dire e questo specie se la prima sua malattia che ha interessato quell’organo è avvenuta prima del compimento del primo anno di vita o giù di lì.
Però è anche vero che i bambini che vanno spesso soggetti a forme broncopolmonari possono essere dei soggetti tendenzialmente allergici, specie se vi è una familiarità allergica nei genitori o nei fratelli e questo andrebbe indagato dal medico curante.
Per quanto riguarda l’inefficacia dell’antibiotico: ogni antibiotico ha il suo spettro di azione e non tutti gli antibiotici sono idonei per tutte le infezioni. A volte è necessario cambiare terapia, specie quando non si può capire di quale germe si tratta perché il trattamento e le visite avvengono a domicilio senza poter praticare analisi particolari o colture batteriche e via discorrendo.
A volte, infine, si tratta di broncopolmoniti virali, insensibili agli antibiotici, che vengono comunque prescritti sapendo che molto spesso esse si possono complicare con sovrapposizioni batteriche. La scelta terapeutica del tuo pediatra, comunque, è stata razionale e ora devi avere soltanto un po’ di pazienza. Se il tuo bimbo, per due anni, non si è ammalato in modo consistente, non penso che si debba indagare sul funzionamento del suo sistema immunitario.
Un caro saluto, Daniela