Coliche e vizi

Gentile dott.ssa buongiorno,

sono una neomamma di un bambino di 40 giorni appena iscritta al sito.

Prima di porre la mia domanda preciso alcune cose: il bambino cresce bene perché è aumentato più di un chilo in un mese, fa molta pipì e va di corpo almeno 4 o 5 volte al giorno con feci liquide e granulose, però ha continui disturbi di pancia durante tutto il giorno, infatti non dorme mai tranquillo, fa continui sforzi e piagnucolii per far aria o per andare di corpo. Anche quando ci riesce, non smette fino ad arrivare talvolta alle coliche più forti, ma la parte peggiore è dalle 2 di notte fino a mattina inoltrata causando notti insonni a entrambi.

Arrivo alla domanda che è più di tipo emotivo: durante la notte, essendo esausta, lo metto sul mio petto e dopo una decina di minuti di calci e fastidi crolla in un sonno profondo ma, nel momento in cui lo rimetto in culla, dopo 15 minuti riparte con spinte e pianti.

Questo a volte capita anche durante il giorno. Mio marito e i miei familiari mi rimproverano dicendo che il tutto è solo un segnale che il bimbo è viziato e che lasciandolo in culla poi gli passa. Io, essendo fragile, mi sento confusa. Può essere viziato un neonato di 40 gg o il suo è solo un bisogno fisiologico di contatto?

E se è così forse io manco in qualcosa verso di lui? (Io allatto a richiesta e anche su questo sono contestata perché non apetto almeno 3 ore).
La pediatra mi ha detto di dargli tisana al finocchio che però non funziona molto, mentre il Mylicon e Alginor l’ho preso e non usato perché pensavo di aspettare le canoniche 9-12 settimane dopo le quali il disturbo inizia a diminure. Cosa mi consiglia? Aspettare significa farlo soffrire?

La ringrazio per la disponibilità perché un parere al di fuori della sfera familiare è più sicuro e poi ho letto le sue risposte e mi hanno molto colpita èer lòa professionalità.


Prima di tutto mi scuso per avere risposto in ritardo ma sono stata in vacanza.

Se il bimbo è cresciuto così tanto vuol dire che trova molto latte al seno e, visto che sono ormai trascorsi i famosi 20-30 gg di prova, durante i quali si consiglia alla nutrice di allattare il neonato a richiesta, in qualsiasi momento, anche ogni due ore, proprio per stimolare al massimo la montata lattea, io penso che sarebbe ora che tu cominciassi a regolare un po le poppate.

Una crescita che supera il chilo al mese, soprattutto nel primo mese di vita, durante il quale la prima o le prime due settimane trascorrono, di solito, tra il calo fisiologico e il recupero di tale calo, significa che il bimbo ha preso più di un chilo, non in un mese, ma in due o tre settimane soltanto ed è veramente molto.

Quindi ti consiglio di regolare il bimbo alimentandolo ogni tre ore e non più frequentemente e se anche inizia a piangere prima, cerca di distrarlo con qualche coccola, con una passeggiata, con qualche gioco o interazione verbale, perché non è sempre detto che i neonati piangano solo per fame anche se sembrano calmarsi solo se attaccati al seno. Questo intervallo può anche essere mantenuto di notte e in tal caso il bimbo mangerebbe otto volte al giorno, il che suppongo sia più che sufficiente per farlo crescere ottimamente.

Secondo punto: quando un lattante piange a causa di qualche tensione addominale o colichetta, riempirgli ulteriormente la pancia con tisane varie, anche se a base dei tanto decantati semi di finocchio, non è proprio il caso: il gonfiore addominale aumenta, lo zucchero eventualmente contenuto nella tisana, se granulare solubile, aumenta la fermentazione intestinale già presente a causa dell’abbondante quantità di lattosio contenuta nel latte materno e il dolore addominale peggiora.

Per di più il bimbo impara e si abitua alla tettarella e questo non va bene. Se il bimbo succhia molto latte, poi, sarebbe bene che tu ponessi attenzione alla tua alimentazione, cosa che certamente starai facendo, cercando di non esagerare con il latte e derivati, cioè assumendo soltanto un buon bicchiere di latte la mattina dopodiché, eventualmente, solo una porzione di formaggio stagionato e non latticino, cioè un pezzo di parmigiano o di caciotta o di gruviera, ma non mozzarella o yogurt o panna, cioè prodotti che contengano siero di latte.

Vanno inoltre evitate alcune verdure contenenti sostanze che producono gas intestinale, cioè melanzane, peperoni, cavoli, verze e alcune varietà di patate, i legumi, specie se non decorticati, oppure vanno assunti con moderazione.

Va moderata la frutta troppo zuccherina come l’uva o i fichi che sono di stagione ora, così come il cocomero che si tende a mangiare in quantità quando si ha davanti agli occhi perché molto dissetante e acquoso ma altrettanto ricco di zucchero di altra frutta che, essendo più piccola, si tende ad assumere in minor quantità.

Quindi, riassumendo: regolarizzare le poppate, soprattutto come numero, ma automaticamente anche come quantità di latte complessivamente assunta durante la giornata, evitare le tisane e regolarizzare la dieta della mamma, qualora non lo si fosse già fatto.
Inoltre bisogna dare alla giornata del bimbo un ritmo regolare come la passeggiata o le passeggiate sempre alla stessa ora, il bagnetto sempre alla stessa ora, il momento del gioco condiviso sempre alla stessa ora e via discorrendo.

Per quanto riguarda il fatto di farlo dormire sulla tua pancia: nei primi mesi il contatto stretto madre bambino è più che auspicabile e attuarlo significa rispondere ad una naturale esigenza del bimbo e non significa affatto viziarlo ma, anzi, significa saper comunicare con il piccolo nel modo più naturale, fisiologico, corretto e necessario: da questo punto di vista, quindi, comportati pure come ti detta il cuore.

Quello che bisogna, però, capire, è che quando un bimbo piange non è sempre per fame o sete e neppure sempre per mal di pancia: può avere semplicemente necessità di scaricare alcune tensioni accumulate, quindi al pianto non si deve necessariamente rispondere con il seno o con un’ansia eccessiva di risolvere a tutti i costi un problema.

Il pianto è un modo che ha il bimbo per comunicare un disagio ma anche uno stato d’animo e al pianto la mamma deve imparare a dare le risposte giuste volta per volta, non sempre la stessa risposta, cioè il seno, anche se è vero che il seno interrompe il pianto e sembra essere l’unica forma di consolazione.

Non bisogna avere una fretta eccessiva di fare smettere di piangere un bambino a tutti i costi, così com’è altrettanto sbagliato lasciarlo piangere da solo sperando che si consoli autonomamente: è molto più importante imparare a capire perché piange e questa decodificazione arriva piano piano imparando ad ascoltare il piccolo senza l’ansia di dare per forza una risposta immediata.

Ci vuole un po’ di tempo: nessuna mamma nasce "imparata" ma lo diventa piano piano, sempre di più e sempre meglio in funzione di quanto avrà saputo prima ascoltare poi capire il proprio bambino. Se il piccolo tende a somatizzare le sue tensioni sul pancino, imparare il massaggio infantile con un buon corso specifico sarebbe una bella opportunità.

Un caro saluto,

Daniela

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