Dermatite e alimentazione

Gent.ma Dott.ssa,

ho una bimba di 9 mesi. Da quando abbiamo iniziato lo svezzamento le è venuta una sfogazione cutanea nel corpo: in particolar modo nelle gambe, nel retro del collo e nella schiena. Ha macchie rosate, secche e ruvide e ha prurito soprattutto dietro al collo (nella zona tra un orecchio e l’altro) tanto che a volte si scortica e le vengono le crosticine.
Abbiamo eseguito i prik test e non è risultata intollerante a frumento, soia, uovo, latte e polvere. Al momento le sto solo dando crema emolliente nel corpo e dietro al collo, su prescrizione di un dermatologo.
Nella settimana che ha avuto l’influenza beveva solo latte e la pelle si era ripulita. L’ho fatto presente al pediatra ma mi ha detto che il suo problema di pelle non ha nulla a che fare con l’alimentazione. Il fatto che la sua pelle fosse bella rosa nella settimana di sospensione dello svezzamento è solo coindicenza?

Con l’assunzione dell’antibiotico oltretutto le è venuta una macchiolina sotto ad un occhio, anch’essa rosata e ruvida e le da prurito. Questa mattina sotto ad entrambi gli occhi ha macchie rosse ma dal momento che si stropiccia spesso gli occhi, in quella zona non le do crema emolliente. C’è qualcosa, a Vostro avviso, che le posso dare sotto agli occhi per attenuare il prurito e il rossore e ammorbidire la pelle? Potrebbe essere utile utilizzare verdure biologiche per il suo brodo che magari non hanno pestidici?
Orai non so più cosa fare ma ancora purtroppo il problema non l’ho risolto e neppure ho individuato la causa.
Attendo un Suo gentile riscontro.
Cordiali saluti

Credo proprio che la tua bimba soffra di dermatite atopica e per questo motivo ti è stato spiegato che l’alimentazione non c’entra nulla o quasi. La scomparsa dei sintomi cutanei in coincidenza con l’influenza, più che dovuta ad un ritorno all’alimentazione precedente lo svezzamento, è una osservazione comune nei bambini atopici in corso di malattia.

La dermatite atopica, infatti, è dovuta ad una anomalia del comportamento del sistema immunitario che reagisce in modo eccessivo ad allergeni presenti sulla pelle e in minima parte ad allergeni presenti all’interno dell’organismo o assunti con l’alimentazione. In corso di malattia infettiva, il sistema immunitario nel suo insieme, in un certo senso, è come se fosse "distratto" dalla presenza dei virus o dei batteri che in quel momento sono per lui la priorità. Cioè, in occasione di una malattia, tutte le reazioni immunitarie del soggetto sono concentrate nella battaglia contro l’infezione stessa e vengono quindi "distratte" dalla cute.

La pelle dei bambini atopici, quindi, si ripulisce transitoriamente ogni volta che sopraggiunge una malattia, per poi riempirsi nuovamente di macchie o di crosticine e ritornare ruvida dopo la guarigione. Pertanto, paradossalmente, la presenza di dermatite atopica è sintomo di benessere del bambino e non necessita di terapie se non locali con creme emollienti e lenitive. L’alimentazione ha una responsabilità minima se non nulla. La dermatite atopica, spontaneamente, presenta periodi di recrudescenza alternati a periodi di apparente guarigione e se l’osservazione attenta del bambino permette di mettere con certezza in relazione qualche alimento assunto con il peggioramento della dermatite si deve eliminare l’alimento sospettato, ma solo se si riesce a trovare un nesso diretto tra dermatite, o meglio, peggioramento della dermatite e assunzione di quel determinato alimento e miglioramento dopo eliminazione dell’alimento. I tentativi di eliminare alcuni alimenti non devono quindi essere intrapresi per principio in quanto, come spiegato anche più volte in occasione di altre mie risposte su questo argomento e da alcuni articoli che potrai trovare sul sito e che ti invito a leggere, nella  dermatite atopica, la responsabilità di allergeni di origine alimentare è veramente minima.

Un caro saluto, Daniela

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