Esistono correlazioni tra battito cardiaco e soffocamento da rigurgito?

Buongiorno, vorrei sapere quali sono le correlazioni tra battito cardiaco e soffocamento da rigurgito, mi spiego meglio: quando un neonato emette il rigurgito e soffoca e/o sta per avvenire, “ammesso che ci siano dei dati disponibili a riguardo”, ci sono delle modificazioni rilevanti del battito cardiaco, o altri parametri che cambiano, oppure avviene cosi repentinamente che il neonato non si accorge di nulla e i parametri vitali cessano di botto?
Grazie

Il rigurgito di latte o altro materiale proveniente dallo stomaco o dall’esofago nelle vie aeree provoca evidentemente una ostruzione delle vie stesse con impedimento totale o parziale al passaggio dell’aria inspirata e conseguente asfissia: in questo caso si parla di asfissia meccanica.

L’asfissia, se non risolta in un modo o nell’altro nel giro di pochi minuti, porta ad una carenza di ossigeno tale da provocare una sofferenza irreversibile degli organi vitali fino alla morte. Il termine asfissia deriva da un termine greco che significa “assenza di battito cardiaco”; in realtà il significato fisiologico che noi diamo a questo termine è “ostacolo alla normale ventilazione polmonare”. Dal momento che un ostacolo qualsiasi impedisce una regolare immissione di ossigeno nei polmoni anche quando gli atti respiratori sono possibili sia volontariamente quando il soggetto è sveglio e vigile, sia involontariamente quando il soggetto dorme o si trova in uno stato di coscienza ridotta, al momento in cui il soggetto muore per asfissia intercorrono quattro fasi di malessere ingravescente (sempre se non vi si pone rimedio prima, ovviamente).

Nel primo stadio dell’asfissia il soggetto mostra difficoltà ad inspirare aria e i suoi movimenti inspiratori diventano sempre più faticosi e intensi. Aumenta la frequenza cardiaca a causa della diminuzione della concentrazione di ossigeno nel sangue e del contemporaneo aumento di concentrazione di anidride carbonica. La pressione sanguigna tende a diminuire perché alcuni meccanismi riflessi provocano vasodilatazione con lo scopo di fare arrivare più sangue possibile in tutti i distretti del corpo e di conseguenza più ossigeno possibile, poi il soggetto inizia a diventare cianotico, le sue pupille si restringono e la sua coscienza può obnubilarsi parzialmente. Il tono muscolare è conservato e se anche i riflessi sono conservati il soggetto compirà atti o manovre volontarie per la sua sopravvivenza come colpi di tosse, cambio di posizione, ecc.

Dopo circa un minuto, se l’ostruzione non si risolve, si passa al secondo stadio: la difficoltà respiratoria diventa ora soprattutto espiratoria, cioè il soggetto ha anche difficoltà ad emettere aria oltre che ad inspirare, i battiti cardiaci continuano ad aumentare di frequenza ancora per poco per poi diminuire drasticamente sia di frequenza che di intensità, compaiono aritmie, i riflessi si riducono, la coscienza si obnubila, le pupille si dilatano e si rilasciano gli sfinteri con emissione involontaria di urine e di feci. Questa fase può durare un minuto più o meno. A questa fase può seguirne una terza durante la quale si riducono ulteriormente di frequenza e di intensità gli atti respiratori fino a cessare del tutto, non vi è più coscienza, le pupille ritornano miotiche, cioè ristrette e il soggetto scivola verso la morte apparente con un battito cardiaco sempre più lento e debole.

Anche questa terza fase dura circa un minuto. Il quarto stadio, quello terminale, è caratterizzato da deboli, rari ed irregolari movimenti respiratori riflessi e non più volontari visto che il soggetto ha ormai perso coscienza e da altrettanto rari, deboli e irregolari battiti cardiaci fino alla loro progressiva cessazione. Questa ultima fase può durare da uno a tre minuti. In caso di rigurgito durante il sonno con relativa inalazione di latte, solitamente la difficoltà respiratoria che ne deriva sveglia il bambino che inizia a tossire e può spesso cavarsela da solo vomitando. Ma non tutti i neonati e lattanti hanno i riflessi necessari sufficientemente ben sviluppati tanto da stimolare reazioni di sopravvivenza e questo può essere pericoloso e può portare alla morte in culla o morte nel sonno, sindrome che comunque non dipende sempre e solo da un rigurgito nel sonno ma da una serie di fattori ancora solo in parte conosciuti che si traducono essenzialmente ad una assenza della respirazione automatica che, se prolungata, innesca poi tutta quella serie di alterazioni fisiologiche che sono state, forse un po’ crudamente descritte prima, prima fra tutte, il rallentamento fine all’arresto del battito cardiaco.

Questa tua mail mi offre l’occasione per consigliare vivamente a tutti i genitori di imparare seguendo un corso breve e tutto sommato facile, le manovre di rianimazione e di disostruzione delle vie aeree che possono essere utilissime se non di importanza vitale in attesa dell’arrivo dell’ambulanza in caso di problema urgente di questo tipo. Esse, a mio avviso, dovrebbero essere inserite stabilmente in tutti i corsi di preparazione al parto oppure durante gli incontri di gruppo che molto spesso continuano anche dopo la nascita del bambino. Anche su internet vi sono filmati chiari e esplicativi che spiegano queste manovre ma non possono assolutamente sostituire il corso che prevede la ripetizione delle manovre fisicamente sul manichino.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.