Indice di Apgar e crescita

Buona sera dottoressa,

 sono Lara, mamma di Nicolò, 4 mesi il 23 dic. ’07.

Ho scoperto solo oggi il sito ed è molto interessante.

Volevo porgere anche io la mia domanda riguardo Nichi, lui è nato con un parto naturale a 39 settimane e 5 gg con 2 giri di cordone intorno al collo, ha avuto un “Apgar” un po’ basso cioè 6.1/2 , ripreso dopo 2 min. (così mi hanno spiegato all’ospedale ma non che ci capisca di più), effettuato controllo dopo 2 gg. dalle dimissioni ospedaliere.

Ora pesa 6,100 kg, per 61 cm di lunghezza, dice che il suo peso è normale? 

Lo allatto artificialmente con Mellin 1 AR, è il 3° tipo di latte che cambio a causa dei suoi continui piccoli rigurgiti. Ora, su consiglio di un pediatra, ho provato quest’ultimo, sembra meglio per il rigurgito ma da qualche giorno sembra non gradire più molto e mentre prende il biberon piange, si ferma poi riprende, e infine lascia sempre i suoi 40-50 grammi.

È normale?

Grazie per l’attenzione,

Buone Feste.


Cara Lara,
per quanto riguarda l’indice di Apgar stabilito alla nascita dall’ostetrica o dal neonatologo che ha assistito al parto, esso è l’espressione schematica della valutazione dei parametri vitali del neonato appena nato, ancora in sala parto, che sono 5 per convenzione: colorito cutaneo, attività respiratoria, attività cardiaca, tono muscolare e reattività.
Ad ognuno di questi parametri viene assegnato un numero, come se fosse un voto, che va da zero a due. Prendiamo per es. l’attività cardiaca: se è assente equivale a zero, se il cuore è bradicardico, cioè batte sì, ma più lentamente del normale, si dà 1 punto, se la frequenza cardiaca, invece, è nella norma si attribuiscono due punti. Si procede così con tutti i 5 parametri e si somma il punteggio che, quando ottimale, è, ovviamente 10, come a scuola.
Si considera normale un punteggio che va da 7 a 10. lievemente alterato tra 5 e 7, francamente bisognoso di manovre rianimatorie da 0 a 4 o 5.
Una prima valutazione, cioè un primo punteggio, viene fatta ad un minuto dalla nascita (si lasciano al neonato alcuni secondi per riprendersi dal parto e adattarsi alle condizioni di vita extrauterina) e una seconda valutazione, qualsiasi sia stato il punteggio dato ad un minuto, a cinque minuti dalla nascita.
Questo perché, qualora fosse basso il primo punteggio, ma veloce la ripresa del bambino dopo 5 minuti, la prognosi della ipotetica sofferenza e iporeattività ad un minuto di vita sarà indubbiamente buona o comunque migliore della prognosi di un bambino che continua a presentare un punteggio basso anche dopo 5 minuti dalla valutazione precedente.
Se il punteggio a 5 minuti continuasse ad essere basso o comunque non soddisfacente, se ne ripete un terzo a 10 minuti dalla nascita o a 15, a secondo della valutazione del neonatologo.
Indipendentemente quindi dal punteggio anche basso del primo minuto, quello che sta più a cuore al neonatologo è la velocità di ripresa del neonato, con o senza le dovute manovre rianimatorie del caso.
Apgar è il cognome dell’anestesista che per prima ideò questo modo schematico di descrivere lo stato di salute del neonato: il sistema ha i suoi limiti, dovuti proprio al suo voluto schematismo, ma ha anche il grande pregio di essere diventato un linguaggio ormai universale; chiunque, infatti, conoscendone il significato, è in grado di fare con un semplice numero la fotografia mentale delle condizioni cliniche di un neonato semplicemente leggendo la cartella clinica, anche senza avere assistito al parto. Quello che mi rende perplessa nel tuo caso è quel 1/2 che segue il 6, ma comunque non è un valore pericoloso né preoccupante vista la ripresa del bimbo dopo soli 2 minuti.
Per quanto riguarda il suo peso, secondo le mie tabelle si troverebbe circa al 40° percentile, sia per quanto riguarda il peso che l’altezza.
Sarebbe quindi nella norma anche se per una valutazione completa della crescita del bimbo dovrei sapere il suo peso, lunghezza e circonferenza cranica di nascita che non mi hai specificato. Per quanto riguarda i rigurgiti, se di piccola entità, reflusso o non reflusso, non sono né patologici né preoccupanti: sono frequenti nei primi mesi nei bambini allattati artificialmente.
Ora puoi introdurre crema di riso nel biberon (funge da addensante) e iniziare lo svezzamento con minestrina se ti accorgi che si è stancato del latte.
Mi dici che lascia sempre 40-50 gr, ma non posso valutare il significato di questo comportamento perché non so quanto latte prende a poppata e quante poppate fa durante il giorno.
Se sapessi questo potrei valutare se può accontentarsi anche di meno latte, se, in un certo senso, ha ragione lui a lasciare ogni tanto un po’ di latte nel biberon.
Per sapere quanto latte serve ad un lattante di pochi mesi, prima dello svezzamento, c’è una regoletta semplice: si calcola il 10% del peso del bimbo, nel tuo caso 610 e si aggiunge una cifra fissa di 250, massimo 300 nei mangioni, cioè 860, massimo 900 gr di latte nelle 24 ore: dovrebbe prendere, cioè, 170-180 gr a poppata o comunque, anche mangiando meno, dovrebbe crescere attorno ai 150 gr a settimana, ora che ha superato il primo trimestre.
Se non raggiunge quasi mai o mai queste quantità, passa gradatamente al latte numero 2, se non lo hai ancora fatto, anche la stessa marca, inizia ad aggiungere un pochino di crema di riso nei biberon e continua a rispettare le quantità di latte che desidera senza forzarlo.
Fatti ovviamente consigliare dal tuo pediatra o chiedi cosa ne pensa.
Dopo questi cambiamenti, chiedigli se è del parere di iniziare lo svezzamento con una prima minestrina: i bambini che non sono particolarmente attrati dal latte artificiale o semplicemente dal biberon, di solito accettano volentieri il cucchiaino che, comunque, va provato prima con la frutta per capire se è già maturo per accettarlo. Se così fosse, un pasto più denso come la pappa potrebbe migliorare l’eventuale reflusso o comunque il problema del rigurgito per il quale esistono comunque farmaci idonei a ridurlo sia favorendo lo svuotamento gastrico, come il Peridon, sia riducendo l’azione irritative dei succhi gastrici sulla mucosa esofagea, come il Ranidil.
Un caro saluto,
Daniela

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