Influenza in arrivo: meglio vaccinare?

Carissima dottoressa,

ultimamente in rete leggo notizie sull’imminente arrivo dell’influenza "australiana".

Non so perché ma la cosa inizia a inquietarmi. È difficile che io mi spaventi per un influenza, generalmente, però…

Gli esperti ritengono che la prossima epidemia sarà causa di sintomi particolarmente severi e colpirà fino a una persona su quattro in Europa: sarà in grado di diffondersi in maniera particolarmente rapida e sarà caratterizzata da tre ceppi di virus nuovi, di cui uno particolarmente virulento in arrivo, proprio dall’Australia.

Gli epidemiologi riunitisi ad Altamura, in Portogallo, per la terza conferenza europea sull’influenza, sono convinti che quest’anno, più che mai, sarà di fondamentale importanza vaccinarsi, poiché "la prossima pandemia potrebbe essere imminente".

I bambini sono tra le categorie a rischio e sembrerebbe opportuno il vaccino.Volevo chiederle se si tratta di un allarmismo esagerato o se è davvero necessario adottare queste misure per i nostri piccoli.

Grazie mille.

 


L’attendibilità e l’opportunità di tutti questi allarmismi che siamo ormai abituati a subire da anni attraverso i mezzi di comunicazione di massa sono tutti da valutare e le aspettative di gravità di questa influenza non sono inferiori a quelle sbandierate l’anno scorso, rivelatesi, poi, infondate. Vaccinarsi è, comunque, sempre opportuno per tutti anche se diventa indispensabile nei soggetti ad alto rischio.

Il costo sociale di una epidemia influenzale, in termini economici di assenza dal lavoro e di spese mediche, è, comunque, alto e se si valuta la vaccinazione antinfluenzale da questo punto di vista è ovvio che è bene farla.

Per quanto riguarda i bambini, al di fuori della fascia di età 6 mesi – 2 anni, più a rischio di complicazioni broncopolmonari dopo influenza e quindi sicuramente da vaccinare, i bambini più grandi non corrono particolari rischi di complicazioni; sono, però, molto più a rischio di un adulto di ammalarsi e di diffondere l’infezione in giro, sia ad altri bambini che agli adulti. Somministrati ai bambini, i vaccini attuali sono meno immunogenici rispetto agli adulti, cioè proteggono meno dall’influenza e questo ha sollevato dubbi sulla opportunità di vaccinare tutti i bambini indiscriminatamente, dovendo, poi, ripetere il vaccino ogni anno.

C’è, poi, da considerare il rischio di pandemia aviaria, ipotizzato, paventato, ma impossibile da prevedere con certezza. Per questa grave, ipotetica, pandemia, non vi sono ancora armi efficaci e si sa che potrebbe diventare molto pericolosa se contratta da un soggetto contemporaneamente ammalato di influenza.

Per tutte queste considerazioni, il consiglio di vaccinarsi ogni anno contro l’influenza sta diventando sempre più pressante e non solo in Europa. Negli Stati Uniti, la vaccinazione antinfluenzale annuale è ormai entrata nella consuetudine di adulti e bambini e questo atteggiamento si sta diffondendo anche in Europa e in tutti i paesi dove il vaccino è reperibile.

D’altra parte, si sa che l’efficacia globale di un vaccino è tanto maggiore quanto più è diffusa e estesa la consuetudine di praticarlo e che i veri vantaggi di essa sono osservabili quando si raggiunge una percentuale molto alta di vaccinati.

Quindi, in conclusione, la mia opinione è: l’allarmismo sull’influenza in sé e per sé non è particolarmente giustificato ed è difficile prevedere se l’influenza dell’anno in corso sarà peggiore o più benigna di quella dell’anno precedente perché i virus si modificano ogni anno e anche la situazione immunitaria e generale delle persone potenzialmente infettabili può fare la differenza: ciò non di meno, i vaccini attuali sono sicuri e sufficientemente efficaci, anche se nei bambini lo sono di meno che negli adulti, quindi non preoccupano particolarmente per i loro effetti collaterali.

Pertanto, vaccinarsi non può che portare dei vantaggi rispetto a non vaccinarsi; il problema della pandemia di influenza aviaria esiste anche se non ancora sufficientemente quantificabile e a tutt’oggi non è ancora stato scoperto un vaccino efficace: quindi, visto che l’aviaria è temibile se un soggetto è infettato contemporaneamente sia dal virus dell’influenza umana che dal virus dell’influenza aviaria, meglio non avere in corpo virus dell’influenza umana, quindi meglio vaccinarsi. Ma tutto questo senza allarmismi esagerati.

A tutt’oggi non siamo in condizioni di quantificare questo tipo di rischio né tantomeno di prevedere quando ce lo dobbiamo aspettare: non ci resta, quindi, che seguire le indicazioni degli epidemiologi con fiducia senza, però, il terrore di rischiare chissà cosa se non ci si vaccina. È ovvio che in tutto questo allarmismo le case farmaceutiche produttrici del o dei vaccini sguazzano e si sfregano le mani, ma anche decidere di non vaccinarsi soltanto per non dare loro soddisfazione non è una buona scelta.

Un caro saluto,

Daniela

 

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