Salve,
ho una bimba di 23 mesi che frequenta il nido.
L’anno scorso,come prevedibile, si è ammalata moltissimo (raffreddori, febbri, diarree, bronchiti, insomma di tutto di più) ma diciamo che non sono mai serviti antibiotici.
Quest’anno sono -come tutte le mamme- preoccupatissima per l’influenza AH1N1 ma la pediatra che segue la bimba dalla nascita (e anche il pediatra che periodicamente visita i bimbi nido) è assolutamente contraria alla vaccinazione, anche per la stagionale.
Dice, infatti, che la bimba non ne ha bisogno.
So che lei la pensa diversamente, e quindi le chiedo innanzitutto se dovrei insistere affinché la mia bimba venga vaccinata.
Poi: ho sentito parlare, da amici che lo usano per i figli come terapia preventiva, di uno sciroppo che aiuterebbe a contrastare meglio le infezioni respiratorie, che si chiama LINFOFLU.
Può darmi la sua opinione in merito? Me lo consiglia?
Grazie mille e buona giornata.
Linfoflu così come altri integratori alimentari fa parte di tutti i rimedi così detti generici inclusi quelli omeopatici, ipoteticamente in grado di stimolare le difese immunitarie dei bambini o di soggetti immunocompromessi.
Io, pur ammettendo i miei limiti, sono una pediatra vecchio stampo, cresciuta in un’epoca dove tutti questi rimedi non esistevano o quantomeno non erano largamente conosciuti e sperimentati e nonostante ciò i bambini si ammalavano decisamente meno di ora perché non entravano in comunità se non verso il terzo anno, alla scuola materna e non venivano nemmeno eccessivamente aiutati a guarire con antibiotici o farmaci vari.
Il razionale di certi prodotti o preparazioni farmaceutiche non è sempre ben conosciuto, però è anche vero che ex juvantibus un farmaco sicuramente non nocivo si può sempre tentare. Se funziona, perché no? Io amo le evidenze scientifiche e non li prescrivo, ma non per questo li biasimo. Penso che il rispetto rigoroso per quanto possibile di tutte le norme igieniche del caso, un numero di giorni congruo e non troppo basso di convalescenza a casa dopo una malattia febbrile e la pratica di vaccinare i bambini contro tutte le malattie specifiche per le quali esiste già il vaccino, più una vita sana con molti momenti all’aria aperta e una corretta e biologica alimentazione siano i provvedimenti di base da attuare e se poi ad essi si vogliono aggiungere altri rimedi, omeopatici o integratori alimentari, ben vengano se non hanno effetti collaterali, ma somministrare questi farmaci generici senza osservare le altre precauzioni igienico sanitarie del caso sarebbe un vero controsenso.
Per quanto riguarda la vaccinazione: essa è solo su base volontaria quindi la decisione deve essere presa assieme al medico curante dopo avere valutato bene la situazione specifica. Io sono genericamente favorevole ai vaccini e l’ho ribadito moltissime volte, ma in questo caso convengo con la tua pediatra che l’influenza A non è una malattia grave pertanto la vaccinazione specifica, se si decide di farla, in un bambino sano avrà principalmente lo scopo di tentare di arginare la diffusione ambientale del virus rendendo il bambino immune quindi non potenziale diffusore di virus e solo secondariamente un effetto sul bambino stesso che, se sano, in caso di influenza A avrebbe ottime probabilità di cavarsela egregiamente in pochissimi giorni. Però è anche vero che casi eccezionali che vanno storti non possono essere esclusi al 100% anche in bambini apparentemente sani e allora chi può prendersi la responsabilità di dire ad una mamma di non vaccinare il proprio bambino dal momento che il vaccino sarà reperibile? Pertanto, o non si prepara nessun vaccino perché la malattia non viene considerata degna di nota, oppure, se si fa tanto per preparare i vaccini, non posso pensare che il motivo alla base sia soltanto ed esclusivamente di lucro commerciale, anche se il lucro ci sarà eccome da parte delle case farmaceutiche multinazionali, perché in
questo caso mi rifiuto di pensare che l’OMS, l’EMEA l’AIFA e altri organismi e osservatori sopranazionali della salute a livello mondiale si divertano a rimetterci la faccia quando consigliano vivamente la vaccinazione.
Un caro saluto, Daniela